Sandra Malatesta | Sono cresciuta quando qualcuno crescendo, avvertiva qualcosa di strano in sé stesso, sensazioni particolari, e non viveva bene nel suo corpo, doveva tacere e far finta di niente. Ho avuto amici che hanno sofferto tanto, hanno preso botte a casa, sono stati trattati come appestati solo perché hanno avuto il coraggio di dire di loro. Erano pochi, si contavano sulle dita di una mano, e quei pochi li ho visti partire per vivere meglio e ho pianto perché erano amici miei. Per fortuna passando il tempo e grazie a chi ha avuto coraggio e a chi come famiglia, ha capito di dover capire, le cose sono cambiate in meglio per chi finalmente può accettarsi e vivere senza paura, anche se alcuni comportamenti ostentati possono a volte essere eccessivi e dannosi a una migliore comprensione.
Eppure, in tanti che si sentono uomini o donne per così dire, continuano a voler fare del male a chi vuole vivere alla luce del sole come tutti, il proprio genere. Io mi sento di dire che non mi è mai importato niente, proprio niente, se una qualsiasi persona vuole essere come si sente di essere. A me è sempre piaciuto sapere le persone felici. Ogni volta che ho conosciuto qualcuno, e per il mio carattere conosco non so quante persone, mi è piaciuto conoscerlo, parlare insieme, sentire se stesse sereno o no.
Ci raccontiamo spesso tra amici, cerchiamo di condividere momenti belli e brutti, ma non mi permetterei mai di giudicare chi non la pensa come me, chi non ama vivere come me, chi non si sente donna o altro e fa un percorso per essere se stesso. Vorrei tanto che si capisse la sofferenza di chi non si sente capito e accettato, di chi crescendo avverte di non essere quello che hanno scritto sul suo documento di identità. Negare questa realtà significa negare tante cose, compreso i traguardi in vari campi che si stanno raggiungendo. Ho sempre con me i pensieri di un mio amico che era dolce, che amava tanto la sua mamma che lo aveva cresciuto da sola, e che ogni volta che lei gli chiedeva se avesse una fidanzata, lui diceva di sì e che appena possibile l’avrebbe portata da lei. E io gli dicevo che forse la sua mamma lo avrebbe capito. Insomma, fini che si sposò con una donna alla quale voleva tanto bene ed ebbero tre figli.
Eppure, i suoi momenti tristi aumentavano. Questa volta fu la moglie a capirlo ad aiutarlo lasciandolo andare. Quando si ama veramente non si trovano scuse, non si dice “Sai non ho tempo” quando si ama si cerca di stare insieme, di vivere bei momenti perché già la vita mette alla prova. Vorrei ancora una volta far capire a chi pensa di avere figli malati perché non si sentono quello che dicono loro di essere, che hanno solo delle persone più sensibili, che cercano di farsi capire, perché loro come tutti noi, amano e non vogliono sfidare l’amore, vogliono solo essere finalmente felici.
E la felicità per loro non è riuscire con un lungo percorso doloroso a essere quello che sentono, la felicità è anche sentirsi amati come sempre lo sono stati, sapere di avere a casa o intorno a loro chi li ama al di là. Essere cresciuta in una specie di enorme famiglia con tante mamme, papà, nonne, nonni, fratelli, sorelle, mi ha insegnato la voglia di stare insieme, di volerci bene, di condividere anche una granita mangiandola ognuno con il suo cucchiaino portato da casa.
No, non è una favola, non è vivere fuori dalla realtà, è la vita, quella rispettata, quella amata e mai sfidata, quella che, quando non sono tutte rose e fiori, cerca altre vite per darsi una mano. Diciamo che il bene e il male sono sempre esistiti in lotta tra loro, e diciamo pure che la lotta a tratti si ferma per poi ricominciare. E io alla fine che voglio proporre? Io vorrei che tutti imparassimo la fragilità di ogni vita, smettessimo di fare del Dio denaro, una forza per essere potenti e sovrastare, tornassimo tutti a stare più tempo insieme, anche mangiando tutti insieme e parlando, che ognuno di noi fosse pronto a capire chi non è come noi. Sono sogni, forse sono sogni, ma io nel mio piccolo ci credo, cerco di esserci perché credo nell’amore, quello bello, quello che se ne frega se appartiene a un uomo, una donna, a un gay ecc. Smettiamola di sentirci al riparo da tutto, lottiamo per far capire che quello che conta è il cuore, sono i sentimenti, è il cervello, tutto il resto è roba che come la frutta prima o poi va a male.