lunedì, Dicembre 30, 2024

Non facciamo di Mario Tozzi un nuovo Vannacci

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Il solito geologo da tv, rimette la nostra isola e la sua storia al centro del suo libro: serve fare un po’ di caciara e avere un po’ di visibilità

Gaetano Di Meglio | In basso, anche e soprattutto per quello che racconta la sua storia, Davide Conte riaccende i riflettori su Mario Tozzi e punta il dito sulle amministrazioni locali che non difendono Ischia. Nei giorni scorsi, da un altro punto di osservazione, molto lontano da Conte e con altri argomenti, Emanuele Verde, ha commentato così la notizia riportata da Demarco sul Corriere del Mezzogiorno: “Oggi Marco Demarco sul Corriere del Mezzogiorno ci avvisa che il geologo e divulgatore televisivo Mario Tozzi nel suo ultimo libro “Oltre il fango. Una nuova visione per uscire dal rischio idrogeologico” dà Ischia praticamente per spacciata. L’isola “dell’anarchia urbanistica”; dei “diritti acquisiti dagli abusivi”; dell'”incuria come metodo”; “dell’allergia all’idea stessa di prevenzione”.

Il geologo TV ha bisogno di citare Ischia per avere un po’ di eco. Demarco lo scrive senza sul Corriere. Sul contenuto? A noi bastano la scienza e le Università…

Il j’accuse termina con un perentorio da certi luoghi, dalle aree più pericolose “si può andare solo via”. Aspettando l’indignazione montante, magari una denuncia di qualche primo cittadino (Pascale non se lascia mai sfuggire queste occasioni, specie quando la stella è un po’ appannata) io preparo i pop corn e dico che al di là dei toni, delle intenzioni, della ricerca di visibilità, dell’onore ischitano ferito bla bla bla su Casamicciola Alta è finora mancato il coraggio da parte di tutti, Legnini compreso: in quei 2 chilometri quadrati (e forse non solo lì) non si può abitare”
Posizioni diverse e lontane. Tuttavia, però, credo che valga la pena aggiungere altre due piccole riflessioni al quanto si legge e dice su questo argomento.

La prima: non facciamo di Mario Tozzi un nuovo Vannacci. L’articolo 21 della Costituzione consente la libertà di espressione a tutti i cittadini, anche a Tozzi così come la concedeva a Vannacci con i limiti del suo ruolo. Tuttavia, non deve sfuggire al lettore che di questo libro – proprio come evidenza Marco Demarco – non si parlerà che di Ischia. Il resto delle cose, opinabili, passeranno nel silenzio di un libro anonimo qual è! Ma va in prima sul Corriere del Mezzogiorno perché c’è un capitolo su Ischi a e perché Tozzi, armeggia – ancora una volta – con tutto l’armamentario classico del main stream. I numeri pezzotti sulle demolizioni, la confusione sulle domande di condono e tutto quello che sappiamo. Nulla di nuovo sotto al cielo. Questo stesso commendo smentisce il titolo, ma credo che Tozzi vada lasciato nel suo anonimato. Serve iniziare a pesare le parole e chi le pronuncia. Tozzi è una carta conosciuta. Possiamo fare anche a meno di soffermarci sulle sue parole. E c’è anche un super perché.

Ed eccoci alla seconda riflessione: La scienza sta dalla nostra parte. Da un anno siamo protagonisti di un cambiamento epocale in tutta la nazione e non riusciamo a rendercene conto. Dal 26 novembre 2022 ad oggi, quasi un anno, abbiamo un livello di conoscenza del territorio e del nostro rischio come in nessuna altra parte del territorio. Ieri, abbiamo pubblicato l’elenco dei primi 166 interventi per metterci in sicurezza e da mesi vediamo che intere porzioni del territorio cambiano volto, riemergono dal fango, risorgono dopo l’abbandono. Ma non lo consideriamo abbastanza e non ce ne rendiamo conto. Così come non ci rendiamo conto di tutto quello che è stato fatto ed è stato oltraggiato da un’altra nemica – vera – dell’isola: l’Autorità di Bacino. Ecco, forse, iniziare ad avere maggiore consapevolezza di tutto quello che è stato questo anno ci può aiutare anche a classificare le cose che vengono dette e che vengono scritte. Sapere che la scienza e non un conduttore tv, sapere che le Università e non un autore di libri che ha bisogno di fare caciara e marketing per vendere due copie, ci hanno descritto il chi, il come e dove deve essere quel piccolo piedistallo sul quale salire e guardare dall’alto in basso sia questo Signor Tozzi, sia questa Signora Corbelli.
p.s. Fino all’altro ieri il libro di Tozzi nessuno se lo era cagato. Poi, qualcuno, ci ha letto di Ischia. Ecco l’exploit. E non vorrei che qualcuno l’abbia suggerito quella lettura. Non facciamo di Tozzi un nuovo Vannacci.

L’articolo di Demarco, che ha acceso i riflettori sul libro, riporta tre passaggi che meritano di essere riletti.
“Ma farà molto discutere non già, come pure meriterebbe, per la nuova visione che propone, per l’appello pressante a «restituire natura» ai fiumi e alle montagne, a non costringerne la vita e il respiro in forme artificiali, in argini correttivi e dighe, muraglioni e sbancamenti fuori misura; o a minacciarla con infrastrutture che troppo spesso si rivelano più invasive che salvifiche. E neanche farà discutere per i dettagli sorprendenti che pure riporta, come ad esempio che sarebbe preferibile non accanirsi nella pulizia degli alvei, perché lo si fa anche troppo e la mancanza di sedimento causa crolli delle sponde e delle pile dei ponti. O per i continui rimandi agli studi e ai dati che documentano il consumo del suolo da Bardonecchia a Sarno e il globale riscaldamento atmosferico. Questo libro farà rumore soprattutto per le pagine dedicate a Ischia”

Capito? Di un libro intero l’unica porzione che potrebbe avere un interesse è quella relativa ad Ischia. Ecco perché bisogna stare attenti e non cadere nella trappola. Tozzi è talmente una “carta conosciuta” che anche Demarco lo scrive!
“Un intero capitolo che risuona come un segnale d’allarme, come un tuono che rompe il sereno, e che riduce di molto i margini di ottimismo che ancora permangono”.
La verità è che di ottimismo ce né tanto perché c’è la scienza – come abbiamo già detto – che ci racconta la verità sul nostro rischio. Ci sono le università, ci sono gli studi. Ma, soprattutto, ci sono gli interventi! Quegli stessi interventi che ci hanno fatto indignare quando ci siamo resi conto che non facevano parte della nostra attualità! E ora lo sono! Per fortuna!

Delle parole di Demarco, inoltre, c’è un altro particolare che mi piace portare in evidenza: “Tutto questo in un’isola in cui il comune più grande (Ischia) presenta oltre un terzo della sua superficie a rischio (4000 abitanti, quasi il 20% della popolazione) e in cui insistono comuni come Forio, Barano, Lacco Ameno, che presentano circa la metà del territorio esposta alla precarietà idrogeologica, per non dire di Casamicciola, con più di 3000 persone residenti in aree insicure”. E questo sarebbe un elemento che ci dovrebbe far preoccupare? Davvero queste affermazioni ci dovrebbero preoccupare? Non la faccio difficile e provo a renderla intelligibile quanto più possibile. Ma per il resto dell’Italia, il rischio idrogeologico, come si calcola? Vuoi vedere che forse il 20% è anche delle percentuali più basse rispetto al resto della nostra nazione? Vogliamo parlare della scala con cui l’Autorità di Bacino disegna i nostri rischi?

Ma Demarco, nella sua conclusione, poi, riporta un altro dettaglio che svela cosa c’è alla base dello scritto di Tozzi: “E sa bene a cosa andrà incontro. Ma non retrocede. Anzi: «Dispiace – dice – ripetere queste parole, ma non sono dettate dal pregiudizio (peraltro, come nipote di napoletani mi sarebbe difficile) o da un malinteso senso di superiorità. Sono solo frutto dell’osservazione di quanto avviene ormai da decenni, e della rabbia di aver provato a farlo notare, ricevendone in cambio solo l’accusa di non amare l’isola o di essere un menagramo».
La verità, semplice verità, è una: sopravvalutato. Demarco ha solo sopravvalutato le parole di uno che voleva essere un altro Vannacci. Sapendo che poteva spararla forte e che qualcuno gli potesse andare dietro. Ma Tozzi non è neanche Vannacci.

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