Il prof. Vincenzo Gulì è stato tra i fondatori dell’Associazione Culturale Neoborbonica, di cui è vicepresidente nazionale. E’ Assistant Professor in Scienze Psicologiche all’Università di Palermo. Appassionato di storia del Meridione d’Italia, ha fatto una lunga attività di ricerca negli Archivi napoletani, segnatamente nell’Archivio Storico del Banco di Napoli. Ha scritto il testo “Il saccheggio del Sud”.
In questi giorni di inquietanti e spesso contraddittorie notizie provenienti dalla crisi ucraina, si cita la città di Odessa che si affaccia sul Mar Nero. Per noi napoletani ciò evoca antichi e profondi ricordi che è opportuno riportare perché dalla conoscenza della storia si ottiene sempre qualche elemento aggiuntivo per comprendere meglio la realtà che si vive. La sua posizione strategica di porto tra mar Nero e d’Azov e passaggio per il Bosforo e quindi il Mediterraneo l’ha reso oggetto di mire costanti tra le potenze ottomane e russe e, conseguentemente, di importanti conflitti come la guerra di Crimea di metà Ottocento e come quella attuale con contendenti diversi.
Tre sono i motivi maggiori che legano Odessa a Napoli.
Il primo, poco conosciuto, riguarda la sua fondazione a fine Settecento. Grazie ai trattati stipulati qualche anno prima tra la zarina Caterina II e re Ferdinando IV, un condottiero nato a Napoli José de Ribas, combatte e vince i Turchi proprio in quel tratto di costa ove sarebbe sorta la città, agli ordini del grande generale Suvorov.
Segue la fondazione di Odessa che diviene ben presto centro di grande comunicazione commerciale con mercanti della penisola italica, prevalentemente dal regno borbonico. Addirittura l’italiano per un periodo è lingua generalmente usata nelle fervide contrattazioni per gli scambi tra oriente e occidente ma anche nei salotti culturali per l’interesse della Santa Madre Russia verso gli artisti e gli intellettuali italici.
Il secondo, pressoché sconosciuto, concerne la diaspora che segue la sanguinosa invasione piemontese delle Due Sicilie. Molti, soprattutto dalle Puglie, sapevano dell’esistenza di una comunità di connazionali a Odessa e partono speranzosi di trovare rifugio dalla barbarie sabauda. Ciò avviene anche in altre zone russe e meriterebbe di essere approfondito dagli studiosi della vera storia di Napoli.
Il terzo, più recente, attiene alla più famosa canzone del mondo ‘O Sole mio che, a fine Ottocento, il musicista napoletano Di Capua compone, meditando su Napoli e Odessa, dopo l’ispirazione durante una lunga tournée in cui soggiorna in quel fervido porto del Mar Nero.
In conclusione, quante relazioni tra Odessa e Napoli! Un legame antico e proficuo; fatto di progresso culturale ed economico; fatto di collaborazione tra popoli più prossimi di quanto possa far immaginare la distanza geografica che li separa, fatto di avvenimenti che oltrepassano secoli, regimi e crisi politiche. L’auspicio è che la pace, congiunta alla giustizia, regni sovrana nella bellissima e piena di vita Odessa che qualcuno ha denominato la Napoli del Mar Nero che, come il Tirreno, è sempre profondamente azzurro come il cielo che ci sovrasta.