mercoledì, Gennaio 1, 2025

Onomastici, compleanni e… Saturnia | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 29 dicembre 2024



Nel giorno del mio onomastico, che sto trascorrendo in quel di Saturnia per un weekend con amici (giusto per “intossicarmi” ancora un po’ nel constatare quanto noi ischitani siamo totalmente incapaci di gestire le terme quale nostra più importante unicità turistica naturale), rifletterò con Voi sulle differenti tradizioni esistenti tra Ischia e la terraferma a proposito di simili ricorrenze. Mentre sull’isola d’Ischia il giorno dell’onomastico ha sempre avuto meno rilevanza, eccezion fatta per chi porta il nome dei nostri due santi patroni, Giovan Giuseppe e Restituta, o di santi “famosi” di cui tutti conoscono la ricorrenza (Giovanni, Francesco, Giuseppe, Maria o simili), a Napoli e dintorni è il compleanno ad avere la peggio, specialmente tra quelli della mia generazione e, ancor di più, della precedente. Il giorno della nascita passa quasi in secondo piano e forse più, mentre chi festeggia l’onomastico si predispone ad un vero e proprio festeggiamento, sia in famiglia sia al lavoro e nondimeno nell’incontrare gli amici al bar o semplicemente in giro per la città o il paese. Da Firenze in su, invece, l’onomastico non è considerato qualcosa di semplicemente retrò: rappresenta una festa inconsueta, quasi inesistente e di certo irrilevante rispetto al compleanno, eccezion fatta per quelle famiglie emigrate dal sud Italia che nonostante il passar del tempo conservano intatte le loro tradizioni.
Sempre da Napoli e provincia, poi, mi viene in mente anche un’altra differenza: ricordo che molti anni fa fui invitato ad una Prima Comunione di due cugini, figli di amici, trovandomi così a partecipare, dopo la funzione religiosa in chiesa, ad un banchetto in stile “matrimonio napulitano”, con centinaia di invitati e -udite udite- un “padrino di Comunione” per ciascuno dei festeggiati, unitamente all’apertura in pubblico del regalo di questi ai loro figliocci e, al termine, la consegna di una bomboniera speciale per loro due. E alla mia domanda, sorpreso com’ero da tanta inconsuetudine, mi fu spiegato che la Prima Comunione rappresentava una sorta di “ingresso in società” del giovane comunicando e che nella tradizione napoletana assumeva maggiore importanza rispetto alla stessa Cresima. Oggi le cose sono decisamente cambiate (in peggio, naturalmente), considerato che alla cosiddetta “confermazione” ci si arriva non come completamento del proprio percorso sacramentale ma solo per la necessità di ottenere il nulla osta per poi sposarsi o poter fare da padrino o madrina a un neonato. Ma con tutta probabilità, meglio non praticare che essere protagonisti di un inutile “sacramentificio”.
E concludendo, mentre qui a Saturnia sono pienissimi in ogni ordine di posti, a Ischia Enzo Ferrandino e compagni fanno spallucce rispetto alle “Terme di Ischia” ormai chiuse da metà dicembre e senza alcuna certezza per il futuro, dopo tante delle loro vane promesse. C’est la vie!

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