mercoledì, Novembre 27, 2024

Ora la “grande ricostruzione”

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Focus di Giuseppe Mazzella| I 12 anni (1946-1958) che videro la “nuova Ischia” ed ora la stessa stagione della “grande ricostruzione” di giuseppe mazzella direttore de il continente –
Abbiamo troppi ricercatori della storia antica di Ischia e pochi della storia economica e politica del secondo dopoguerra che segnò il cambiamento irreversibile del suo sistema economico e sociale. Trovo necessario invece ricerche e riflessioni su quel tempo del “miracolo economico” – che nell’isola d’Ischia fu ancora più marcato di quello italiano per eccezionali circostanze – perché esistono analogie forti ed altrettanto diversità con la stagione che stiamo vivendo ormai da molti anni con la ricerca di un “consolidamento dello sviluppo” per un’area diventata a “turismo maturo o ipermaturo” ma che sta subendo un declino quantitativo e qualitativo determinato sia dal contesto mondiale sia – ferocemente – dagli eventi naturali del 2009, 2017, 2022 tutti avvenuti nel Comune di Casamicciola che nel 1946, pur in un contesto di “ricostruzione nazionale”, era quello che teneva in piedi la modesta economia turistica resistente con 20 stabilimenti termali e 15 alberghi di terza categoria mentre negli altri 5 comuni c’erano soltanto 13 alberghi.

Così si presentava il sistema socioeconomico alla ricostituzione dei sei comuni con decreto del luogotenente del regno d’Italia n. 556 del 21 agosto 1945. Le prime elezioni amministrative nei ricostruiti sei comuni si tennero il 3 novembre 1946. Solo nel comune di Ischia si votò col proporzionale. Quella classe dirigente politica si riaffermò nelle elezioni del 25 maggio 1952. La classe politica nella stragrande maggioranza scelse la DC di De Gasperi come partito guida. Nel 1950 tiene il primo convegno programmatico nel pio monte della misericordia di casamicciola. “quel convegno gettò le basi per il futuro” scrive Vincenzo Mennella nelle sue memorie. Quel convegno senza tracce ma col biglietto di invito recuperato da Raffaele Castagna nel suo volume “Ischia 1950-1999” è la “prima pietra” della storia economica di Ischia del “grande boom”. Dal 1952 al 1958 avvengono le grandi opere pubbliche ed arriva Angelo Rizzoli ma rinasce un “ente di diritto pubblico per la valorizzazione” insieme alla Cassa per il Mezzogiorno. Ischia è l’unica area del mezzogiorno ad avere un “doppio intervento straordinario”: quello della Casmez e quello dell’EVI. Se – tenterò di farlo in altra sede – si analizza quanto realizzato in 12 anni si vede la realizzazione di un sogno “impossibile”.

Eppure fu fatto. Oggi per consolidare uno sviluppo da “ricostruire” occorre la stessa passione civile di quei personaggi del secondo dopoguerra. Anche oggi bisogna proporre soluzioni apparentemente “impossibili” dopo oltre 30 di liberismo senza regole ma che possono e debbono diventare “possibili”.
Trovo la relazione finale dell’ente per la valorizzazione dell’isola (EVI) contenuta nell’ultimo numero di “lettera da Ischia” del dicembre 1972 di estremo interesse. Sono oltre 20 pagine ricche di dati e realizzazioni: 1951 – il primo cavo sottomarino per l’energia elettrica poi il poderoso programma di interventi che andava mettendo a punto la cassa per il mezzogiorno”, il prolungamento di via De Luca Ischia Porto-Ponte, la Testaccio-Maronti, la Panza – S. Angelo, la Forio-Citara, ed una vasta nuova viabilità, 1958 l’acquedotto sottomarino, 1959 il piano regolatore dell’ing. Tocchetti, 1964 il piano dell’arch. Cacciapuoti, 1968 il piano regolatore generale intercomunale dell’arch. Bequinot. Ed altro ancora.

Oggi bisogna fare con nuovi strumenti di legge realizzazioni possibili. Si possono fare. Come? Abbiamo un testo unico degli enti locali. Si può utilizzare l’art. 120 del TUEELL per costituire la “società di trasformazione urbana” per attuare la pianificazione e dove non interviene il “privato”. Possiamo avviare la finanza di territorio con un Contratto di programma art. 31 del TUEELL fra i sei Comuni poiché alla Casmez sostanzialmente si è sostituita “Invitalia” e la “Cassa depositi e prestiti”. Sono certo che se oggi ci fossero uomini come Vincenzo Mennella, Antonio Castagna, Giovanni Di meglio, Vincenzo Telese, avrebbero fatto l’impossibile. Anche negli anni 80 Enzo Mazzella seppe cogliere le nuove opportunità per “Ischia giardino d’Europa” e Franco Iacono su Forio “capitale della cultura” con la massimizzazione del patrimonio storico con “La Mortella” e “La Colombaia”. Gli uomini degli enti locali di oggi dovrebbero ricavare insegnamento dai precursori anche con il necessario discernimento

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