Questa volta sembra proprio che sia stata finalmente raggiunta la “pace” tra il Comune d’Ischia e gli eredi Villari, con una maxitransazione da oltre 500mila euro a chiudere un contenzioso infinito originatosi negli anni Ottanta con l’esproprio della omonima pineta ad opera dell’Amministrazione all’epoca guidata da Enzo Mazzella. Un “macigno” che pendeva sulle varie Amministrazioni che si sono susseguite e che pesava anche sui cittadini contribuenti isolani e che ora si chiude limitando i danni.
Una storia lunga, in cui si era innestato il dissesto del Comune dichiarato nel 1993. Estinto e definitivamente chiuso il dissesto, restava comunque da mettere la parola fine alla querelle costellata di una miriade di giudizi dinanzi ai tre gradi della giustizia ordinaria civile e a quella amministrativa.
Alla fine l’Ente da una parte e Carlo e Maria Giovanna Villari dall’altra hanno raggiunto un accordo che era stato già ratificato dalla Giunta a dicembre dello scorso anno. In sostanza, i due Villari, dopo che già gli erano state liquidate delle somme, erano ancora creditori del Comune per la somma di 490.599,12 euro, più altri 92.811,36 euro oltre interessi. A sua volta, l’Ente era creditore di 20.352 euro.
La delibera di Giunta di dicembre riportava dunque che «le parti, previa transazione al 50% del solo giudizio di cui al punto 2a) che precede e detratto quanto dovuto all’ente in virtù del punto 3) che precede, hanno raggiunto l’intesa di dilazionare in tre rate l’intera creditoria residua vantata dagli eredi dell’Ing. Enrico Villari nei confronti del Comune di Ischia, con abbandono/rinuncia ai giudizi, alle statuizioni ed alle spese legali di tutti i procedimenti di cui al punto 2) che precede…».
Il che sta a significare una chiusura di tutti i contenziosi pendenti e in proposito nella stessa delibera si legge: «Ritenuto che corrisponde all’interesse dell’ente transigere le controversie approvando la definizione in via transattiva degli importi ancora dovuti e così determinato, in tre esercizi, come da allegato schema di transazione concordato in via preliminare con il creditore». Il tutto anche alla luce del parere del legale dell’Ente.
La soluzione transattiva evidentemente a questo punto appariva l’unica strada perseguibile e che desse garanzie ad entrambe le parti.
L’intera transazione, come detto, vale 516.652,80 euro, che però saranno appunto liquidati in tre rate annuali di 172.217,60 euro. E la prima relativa, al 2021, è già stata liquidata con determina del segretario generale Francesco Ciampi, responsabile anche dell’ufficio preposto. Con un prelievo dal “fondo passività potenziali”.
Di sicuro un esborso non da poco per le casse comunali, ma se la “guerra” fosse proseguita all’infinito, prima o poi il conto sarebbe stato ben più salato…