GEPPINO CUOMO | Abbiamo appuntamento alle nove del mattino nell’Episcopio di Pozzuoli, il nostro accompagnatore, che lo conosce personalmente, gli messaggia che siamo arrivati in anticipo. Ecco che da altra parte dell’edificio ci raggiunge un uomo dalla corporatura massiccia, con passo ciondolante ed un sorriso stampato sul volto. Maglietta blu scuro e pantaloni della stessa tinta. Ci apre personalmente il cancello. Si abbraccia col mio accompagnatore e stringe la mano a me. «Piacere, siate i benvenuti». E’ così che conosco personalmente il nuovo vescovo d’Ischia S.E. Carlo Villano. Tanto per rompere il ghiaccio, seduti nel suo studio, gli chiedo come gli fa piacere essere chiamato, Eccellenza, Padre, come ad Ischia tutti facevano con Filippo Strofaldi o in altro modo. Sorride e dice: «don Carlo, ecco, don Carlo». Ma gli si fa notare, sempre mettendola sul compiaciuto, che si farebbe confusione, di don Carlo ad Ischia ce ne sono già nel clero. Spontaneamente optiamo per Padre Carlo.
Padre Carlo, cosa sa di Ischia e soprattutto della Diocesi di Ischia?
«Per la verità so poco, ma per certi versi è meglio così, vorrà dire che scoprirò man mano le cose, senza essere influenzato da preconcetti per fatti riportati. Per ora ad Ischia sono stato due volte, la prima durante i riti pasquali e la seconda volta ultimamente per l’ordinazione a sacerdote di don Paolo Buono. L’impressione riportata è senza dubbio positiva».
Ci spieghi cortesemente cosa significa Vescovo di Ischia e Pozzuoli, perché ad Ischia questo non è ancora ben chiaro. La Diocesi di Ischia esiste ancora o è stata accorpata a Pozzuoli?
«No, la Diocesi di Ischia è e resta Diocesi a sé stante. Non è in nessun modo legata alla Diocesi di Pozzuoli. Io sono stato nominato Vescovo di Ischia ed allo stesso tempo sono Vescovo di Pozzuoli. E’ un percorso nuovo verso il quale va la Chiesa in tutte le parti d’Italia. Certo è un aggravio di compiti, ma cercheremo di essere presenti a tutti gli eventi sia al di qua che al di là del mare».
Ma il vescovo Villano dove risiederà? Ad Ischia o a Pozzuoli?
«Al momento non c’è nessuna decisione presa, vedremo come sarà meglio fare e non dipende poi esclusivamente da me. In questo momento non so nemmeno se resterò da solo con le due Diocesi o se mi sarà concesso un Ausiliare. A proposito, gradite un caffè?».
Al cenno d’assenso, sempre sorridente, si alza e dice di attendere cinque minuti, perché lo andrà a preparare con le sue mani. Una cosa del genere, guarda caso, ci capitò in Argentina, quando con Padre Filippo fummo ricevuti da “Francesco” Bergoglio, allora cardinale a Buenos Aires, che ci preparò personalmente con la sua moka il caffè. Quando Padre Carlo ritorna con la guantiera, i caffè, l’acqua ed i bicchieri, glielo raccontiamo e lui prende la palla al balzo per ricordarci che fra lui ed Ischia c’è di mezzo un altro Vescovo: «Monsignor Cece, non l’ho mai conosciuto, ma mi dicono che fosse un buon Vescovo».
LE SITUAZIONI DA SISTEMARE
Dal balcone del suo studio, oltre ad un magnifico panorama, in lontananza si vede anche Ischia, la guarda con aria soddisfatta. Non per demoralizzarlo, ma gli facciamo presente che ad Ischia troverà molte cose da sistemare, qualcuna anche molto bollente, cose che il suo predecessore Gennaro Pascarella non si è sentito di mettere in carreggiata e che la gente comune si aspetta che lo faccia lui. Niente gli fa perdere il sorriso schietto che ha. Riflette ma non molto e risponde tranquillo: «Nulla di nuovo E’ così dappertutto, tutto il mondo è paese».
Ad Ischia ci sono molte comunità neocatecumenali, qualcuno non le vede di buon occhio e le definisce sette, Lei che idea ha a tal proposito?
«Se non sono esclusive, se sono nei limiti, sono sicuramente positive. Con loro deve crescere la fede nei giovani, la Chiesa scende in piazza e lo fa in una veste nuova. Una volta i giovani crescevano nell’oratorio, e la fede cresceva in loro di pari passo con le attività giovanili, ora per tanti motivi è difficile ritornare a quei tempi, ma dobbiamo far sì che si avvicinino alla fede in maniera sana e questa è una di quelle. Credo che la voglia di farlo da parte loro ci sia, bisogna capire il loro modo di pensare e trovare il punto d’incontro».
25 PARROCCHIE
Lei con i giovani ha speso molto della sua vita, Scout da sempre, pensa che possa fare anche ad Ischia qualche raduno di Scout?
«Non sarà facile, prima perché ci vorrebbero grandi strutture per i raduni e poi perché a me personalmente comincia a mancare il tempo, ma qualcosa sicuramente faremo, non so ancora cosa ma la faremo, magari limitatamente ai capi del movimento a livello nazionale».
Qualcuno, compreso il sottoscritto, sostiene che ad Ischia ci siano venticinque parrocchie con venticinque vescovi. In pratica è come se in un campionato di calcio ci fossero venticinque arbitri con venticinque modi diversi di arbitrare, non c’è uniformità di giudizio.
«Comprendo cosa vuol dire, ma le assicuro che non ci saranno arbitri con vedute diverse, alla fine tutti insieme siamo Chiesa e opereremo in tal senso».
Padre Filippo alcuni anni fa, moralmente elevò a parrocchia ischitana anche Mar Del Plata, dove ci sono tanti ischitani ancora legatissimi alla nostra Diocesi.
«Questo non lo sapevo, bella iniziativa per gli ischitani all’estero, approfondiremo sicuramente la cosa».
LE TRADIZIONI
Gli ischitani avranno mille difetti, ma sono legatissimi alle tradizioni, specie quelle religiose.
«Non mi sembra che sia un difetto, almeno se sotto alcuni punti di vista possa esserlo, non è di quelli gravi ed incorreggibili».
Cosa pensa di Papa Francesco, osannato da molti ma anche osteggiato da altri, tanto da essere definito addirittura l’anti Cristo?
«Addiritturaaaaa! Papa Francesco ha grossi meriti, ha avvicinato la fede al popolo, togliendo di mezzo tutto ciò che poteva fungere da divisorio. E’ chiaro che molte volte i suoi discorsi trovano impreparato l’auditorio, ma è stato fondamentale in un periodo storico ben preciso».
Ci dicono che lei è appassionato di calcio e che tiene per il Napoli.
«E’ vero, siamo contenti per lo scudetto conquistato e siamo un po’ dispiaciuti che Kim è già andato via, ora forse ci lascerà anche Osimhen, che tranquillo tranquillo sta giocando in Nigeria con i suoi compagni d’infanzia sui campetti dell’oratorio esibendo con orgoglio la maglia azzurra, ma lo sappiamo, certe cose più che loro, purtroppo sono i procuratori a deciderle».
UNA GRANDE RESPONSABILITA’
Aver ricevuto la nomina a Vescovo di Ischia, per lei è stata una gratificazione?
«No, gratificazione no, sicuramente l’ho presa come una grande responsabilità. Ischia non è uguale ad altre Diocesi, tutto quanto si fa sull’isola ha una risonanza mondiale. L’isola ha bellezze incommensurabili. Non ha comunque importanza se veramente è l’isola più bella del mondo o meno, se ha una bellezza in più o in meno di un’altra, ma è un dato di fatto che dagli Americani è stata ritenuta tale. Quindi quando si parla di Ischia, si parla di un’isola conosciuta in tutto il mondo e questo comporta responsabilità. No, Ischia non è una Diocesi qualsiasi. Credo che sia stato così anche per la frana. Fosse capitato altrove, se ne sarebbe parlato in maniera diversa, Ischia fa notizia, sempre. Bisogna fare attenzione a cosa si dice o si fa sull’isola. Comunque questa responsabilità la si accetta con piacere».
Quando verrà ad Ischia come Vescovo della nostra Diocesi?
«Credo che don Carlo Candido mi stia allestendo un incontro con la stampa locale per la prima decade di luglio, ma in veste ufficiale, credo non prima della metà di settembre».
Non ci resta che il tempo di una foto da fare insieme fuori al balcone con Ischia alle nostre spalle prima di congedarci. Andiamo via con la convinzione che Padre Carlo ad Ischia conquisterà tutti con la semplicità di cui è naturalmente dotato, così come ha conquistato noi in un’ora di conversazione ed un caffè offerto con tanta spontaneità.