Il giudice dott.ssa Simona Cangiano, a cui sono stati assegnati presso la sede centrale del Tribunale di Napoli i procedimenti penali della Sezione Distaccata di Ischia, il 27 marzo ha emesso la sentenza che definisce un procedimento per calunnia che aveva visto un imprenditore vittima delle “malefatte” di un uomo e una donna.
I due prima gli avevano consegnato ben otto assegni, quattro ciascuno, come garanzia del pagamento per la fornitura di materiale in loro favore, poi invece avevano denunciato alle forze dell’ordine lo smarrimento dei titoli di credito. In sostanza l’iniziativa mirava a far accusare il malcapitato, al momento dell’incasso, di furto o di ricettazione, in quanto appunto gli assegni sarebbero risultati sottratti al possesso dei titolari dei conti correnti. E successivamente sarebbero stati restituiti ai legittimi (si fa per dire) possessori. Se poi l’imprenditore li avesse usati a sua volta per pagamenti, girandoli ad altri soggetti ignari, anche questi ultimi avrebbero corso lo stesso rischio.
Fortunatamente a seguito di denuncia la macchinazione è venuta alla luce e i due si sono ritrovati prima rinviati a giudizio e poi condannati. Il giudice Cangiano infatti li ha ritenuti entrambi colpevoli, anche se ha riconosciuto alla donna le circostanze attenuanti generiche. All’uomo sono stati inflitti due anni di reclusione, mentre alla “compagna in malaffare” un anno e quattro mesi, per entrambi pena sospesa. Nonché la condanna a risarcire i danni patrimoniali e morali cagionati alla costituita parte civile, difesa dagli avvocati Giuseppe Mattera e Ida De Maio. I danni saranno liquidati dal giudice civile, ma intanto nel dispositivo è stato stabilito il pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva di 4.000 euro ciascuno, nonché delle spese processuali.
Il deposito della motivazione avverrà nel termine di novanta giorni. E’ facile già da ora desumere che le responsabilità dei due sono apparse chiare ed inequivocabili.
Prezioso il lavoro dei difensori della parte civile, che ha consentito all’imprenditore di vedere riconosciuti non solo i danni materiali, ma anche l’ansia e lo stress per quanto subito. Una vicenda che avrebbe anche potuto ledere la sua immagine.
OTTO ASSEGNI MAI SMARRITI
Dopo che le indagini avevano chiarito i contorni della vicenda il pubblico ministero dr.ssa Giuliana Giuliano aveva chiesto al giudice dell’udienza preliminare l’emissione del decreto che dispone il giudizio innanzi al Tribunale di Napoli in composizione monocratica. Prontamente accolto.
I fatti si sono svolti a breve distanza di tempo nell’aprile del 2020.
Il reato di calunnia è stato contestato all’imputato «perché, con falsa denuncia di smarrimento. presentata presso la Stazione C.C. di Forio in data 14.4.2020, di n. 4 assegni bancari rilasciati dalla filiale UBI Banca di Ischia, tratti dal conto corrente a lui intestato, assegni in realtà consegnati alla parte offesa a garanzia del pagamento di una fornitura di materiale edile, incolpava, sapendolo innocente, il giratario “per l’incasso” di tali titoli del reato di furto o ricettazione degli stessi accettando, altresì, il rischio che i giratari dei titoli fossero anch’essi incolpati del reato di furto o ricettazione».
Accusa praticamente identica per la donna: «Perché, con falsa denuncia di smarrimento, presentata presso la Stazione C.C. di Casamicciola Terme in data 8.4.2020, di n. 4 assegni bancari rilasciati dalla filiale Banca Popolare di Bari, tratti dal conto corrente a lei intestato, assegni in realtà consegnati alla parte offesa a garanzia del pagamento di una fornitura di materiale edile, incolpava, sapendolo innocente, il giratario “per l’incasso” di tali titoli del reato di furto o ricettazione degli stessi accettando, altresì, il rischio che i giratari dei titoli fossero anch’essi incolpati del reato di furto o ricettazione».
Come fonti di prova venivano indicate la comunicazione notizia di reato dell’8 agosto 2020 del Commissariato della Polizia di Stato di Ischia (integrata a maggio dell’anno successivo) e le due denunce sporte dagli imputati rispettivamente ai Carabinieri di Forio e Casamicciola Terme, che alla fine si sono ritorte contro gli ideatori del “complotto”.
