A Lacco Ameno si è arrivati alla resa dei conti. Ieri mattina è stato eseguito lo sgombero forzato dell’immobile nel palazzo Ciannelli dei parenti del presidente del Consiglio comunale Dante De Luise. In esecuzione della ordinanza firmata a inizio marzo dal commissario ad acta ing. Fabio Menditto e dal comandante della Polizia Municipale dott. Raffaele Monti a seguito dell’inottemperanza alla sentenza di ottemperanza del Tar del 2023 e alla precedente ordinanza di demolizione adottata dal commissario a settembre 2023. Sempre l’ing. Menditto a settembre scorso aveva intimato lo sgombero per l’acquisizione al patrimonio comunale, ancora senza esito.
Dopo le infinite resistenze dei Rocchi-Calise e della politica lacchese l’ultima ordinanza del commissario e del comandante Monti aveva disposto lo sgombero e demolizione dell’immobile ubicato in via Cristoforo Colombo n. 60. Imponendo la liberazione da persone e cose entro il 21 marzo 2025, pena l’intervento coatto delle forze dell’ordine previsto per il 24 marzo onde eseguire lo sgombero forzato. L’ordinanza era stata notificata ad Antonietta Calise, Evelina Rocchi, Nadia Rocchi e Pietro Rocchi, eredi del defunto Renzo Rocchi e occupanti dell’immobile dichiarato abusivo.

La data del 21 marzo è trascorsa invano, senza che i diretti interessati provvedessero volontariamente a liberare l’immobile. E così ieri mattina, 24 marzo, è scattato lo sgombero coatto. Sul posto si sono recati il commissario ad acta Menditto, Polizia, Carabinieri e vigili urbani, con la presenza di un’autoambulanza del 118, che ha dovuto provvedere al trasferimento dell’anziana signora che viveva nell’appartamento.
Dopo lo sgombero, l’immobile è piantonato 24 ore su 24 dai vigili urbani.
L’ordinanza del commissario ad acta e del comandante Monti ha previsto, come sempre in questi casi, il distacco di tutte le utenze (energia elettrica, acqua, gas, linee telefoniche). Essendo stata previsto lo sgombero di persone e beni, gli arredi verranno custoditi dal Comune per 30 giorni. Successivamente, in caso di mancato ritiro, l’Ente provvederà allo smaltimento.
Il passo successivo sarà la demolizione degli abusi. Ieri mattina sembra dunque essere stata scritta la parola fine alla lunga battaglia intrapresa da Caterina Ciannelli per il ripristino della legalità.
LO SGOMBERO GIA’ INTIMATO A SETTEMBRE
Come detto, già a settembre scorso il commissario ad acta Menditto aveva adottato l’ordinanza di sgombero, oltre ad applicare la sanzione pecuniaria massima per l’inottemperanza alla demolizione. Richiamando appunto la sentenza del Tar di aprile 2023 che condannava definitivamente gli abusi. Evidenziando che ««l’effetto indiretto della combinazione “annullamento dell’ordinanza di demolizione del 2016/reiezione della istanza di condono/ esistenza di provvedimenti sanzionatori di ulteriori abusi” non può essere contestato, nel senso che l’immobile Calise-Rocchi alla luce di queste sopravvenienze finisce per trovarsi in una situazione di non conformità alla normativa urbanistico-edilizia diversa e più grave e radicale rispetto a quella implicata e presupposta dall’atto di diffida che ha dato origine alla presente controversia e dalla sentenza che ha accolto il ricorso sul silenzio.
Di qui la conclusione che, da un lato, la situazione sulla cui base è stato dichiarato l’obbligo di provvedere da parte della sentenza che ha accolto il ricorso sul silenzio è ormai completamente mutata in modo non compatibile con la prosecuzione della esecuzione da parte del commissario e, dall’altro, che anche i compiti delle amministrazioni resistenti – ciascuna per quanto di sua competenza – sono mutati in corrispondenza della necessità di riconsiderare alla luce delle sopravvenienze la situazione dell’immobile dei controinteressati e la sua sorte».
Insediatosi, l’ing. Menditto adottava a settembre 2023 ordinanza di demolizione. Intimando ai Rocchi-Calise «di provvedere solidalmente a loro sua cura e spesa, nel termine perentorio di giorni 90 dalla data di notifica della presente, alla demolizione ed al ripristino dell’originario stato dei luoghi e salvezza d’adozione di ogni successivo provvedimento in caso di inottemperanza delle seguenti opere: “dell’intero piano secondo oggetto di domanda di condono prot. 3075/1986 rigettata con provvedimento del 03.09.2019 ad opera del Comune di Lacco Ameno con parere negativo reso dalla Soprintendenza – abusivamente realizzato».
INOTTEMPERANZE A GO-GO
Un provvedimento rimasto lettera morta, tanto che a giugno 2024 la Polizia Municipale redigeva il verbale di inottemperanza, «dal quale risulta che, nel termine assegnato, non è stato ottemperato alla ingiunzione di demolizione, sono inoltre trascorsi infruttuosamente i termini di cui all’art. 41 del D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380».
Di qui l’ordinanza n. 6 che intimava lo sgombero. Precisando che «i beni che passano al patrimonio del Comune di Lacco Ameno sono l’intero secondo e primo piano con i diritti di accesso sulle aree pertinenziali, ovvero: – l’intera particella Foglio 5 part. 17 sub. 16 (Intero Piano con balconi terrazza e Tettoia) – l’intera particella Foglio 5 part. 17 sub. 14 (Scala in c.a.)».
Veniva ordinato ai Rocchi-Calise «nella loro qualità di proprietari dei lavori abusivi, nonché a chiunque occupi i locali in oggetto di procedere, nel termine di giorni 30 dalla notifica, allo sgombero da persone e cose delle opere abusivamente realizzate in Via Cristoforo Colombo 60, sulle particelle allibrate nel N.C.E.U. al Fogli 5 – p.lla 17 – sub 14 e 16, avvertendo che in caso contrario detto sgombero verrà eseguito con l’ausilio della forza pubblica e di operai specializzati con addebito di accesso, trasporto, deposito, nonché di tutte quelle ad ogni altro titolo sostenute e senza ulteriore avviso».
Sono stati necessari altri mesi e un nuovo provvedimento, ma alla fine sgombero c’è stato.