venerdì, Novembre 22, 2024

Palazzo d’Avalos: “Procida per tutti” all’attacco. La risposta della consigliera Matilde Carabellese

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La fine dell’estate sull’isola di Graziella, come sta accadendo anche qui, porta con se oltre che la fine della vacanze, la ripresa del dibattito politico. A dare il la, giorni fa un post del gruppo consiliare “Procida Per Tutti” che chiede retoricamente che fine fanno i soldi delle visite a Palazzo d’Avalos. “Con un recente bando il Comune ha deciso di cedere il possesso anche il tenimento agricolo annesso all ‘ex carcere.Gia’ ha concesso ad una associazione “vicina” la gestione del castello d’avalos con un agio del 40% in favore della associazione.

Alcune domande:

1) perché il Comune deve rinunciare al 40% degli incassi?

2) quali meccanismi di legge mette in atto per controllare gli accessi e per garantire elusioni?

3) a che stato e’ il progetto di valorizzazione che ha consentito al Comune di acquisire l’ intero complesso?

Il sindaco ha dichiarato pubblicamente che negli ultimi anni sono sbarcati turisti per oltre 1 milione di persone. Se solo il 10% avesse visitato il castello sarebbero incassi spaventosi. Attendiamo fiduciosi una risposta che tranquillizzi i tanti cittadini che ce lo chiedono”. In men che non si dica è arrivata una riposta della Consigliera Comunale Matilde Carabellese: “La mia esperienza con Palazzo d’Avalos è cominciata nel 2017 con Luigi Primario ,non da consiglieri comunali ma da volontari, coinvolti da Marco Giaquinto e Chiara Scotti.

Al tempo, per volontà dell’assessore delegato Antonio Carannante (ricordo che l’amministrazione Dino Ambrosino in carica, per la prima volta, destinò una delega specifica per il recupero e la valorizzazione del luogo) le associazioni culturali locali furono invitate a collaborare per l’organizzazione delle visite guidate. Lucia Pisani, Loredana Papandrea, Rossella Florentino tutti volontari, giovani e non, animati esclusivamente dalla voglia di testimoniare agli altri quel tesoro custodito nelle mura. Domeniche all’alba passate a pulire e a dare un ordine alle stanze. Se oggi una stanza dell’ingresso ha l’aspetto “ordinato” che tutti conosciamo è anche grazie al lavoro di una giornata intera a cercare di catalogare, pulire e dare un senso ai materiali.

Dopo un primo periodo di gestione condivisa con il Comune, le associazioni decisero di unirsi in un unico soggetto, e anche qui, mi si consenta di dare merito all’amministrazione che spinse in questa direzione, per rafforzare i rapporti umani, superare le divisioni e fornire un servizio migliore all’utenza. Da quel giorno del 2017 palazzo d’Avalos è diventata un’attrazione turistica, ha una pagina fb con più di 3000 follower, ha ospitato personalità importanti, mostre internazionali, progetti. Il Comune da solo non sarebbe mai riuscito ad arrivare a questo risultato, la buona politica non dovrebbe essere quella condivisa con la società civile? Ebbene credo che la gestione del Palazzo ne sia un esempio.

Il lavoro dell’associazione è enorme, perché la gestione comporta responsabilità e organizzazione quasi al pari di un museo. Il 40% pattuito con il comune per la divisione degli incassi delle visite è di gran lunga inferiore al valore del lavoro svolto quotidianamente. Rappresenta un granello.  Quel luogo custodisce e testimonia secoli della nostra storia isolana e dovrebbe essere un simbolo di identità territoriale, non lo spunto per l’ennesima polemica politica. Il dissenso è parte della dialettica politica, ma si dovrebbe avere l’onestà di raccontare tutta la storia e non solo la parte che interessa. Come cittadina la mia gratitudine all’associazione Palazzo d’Avalos – Isola di Procida è tanta e leggere certe insinuazioni mi infastidisce non poco. “

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