lunedì, Novembre 25, 2024

Pancia gonfia, perché e come curarla

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La pancia gonfia, o più scientificamente il gonfiore addominale, è un disturbo molto comune e piuttosto sgradevole causato da un anomalo accumulo di gas a livello di stomaco e intestino, con sensazione di tensione addominale che rende pesanti e scomodi. Se ne soffriamo occasionalmente e non ogni giorno non ha significato clinico ed è solitamente riconducibile all’aver mangiato troppo o cibi troppo grassi e pesanti, alla cattiva abitudine di mangiare in fretta senza masticare abbastanza, o anche a un momento di ansia o stress. 

Se invece ogni giorno soffriamo di gonfiore addominale c’è qualcosa di più grave solitamente legato a un disturbo gastroenterico, come una disbiosi intestinale, una sindrome del colon irritabile, un’intolleranza alimentare e tanti altri disturbi.

Cibi troppo grassi, giornate impegnative, tante ore di lavoro sedentario, poco esercizio fisico, portano l’intestino a lavorare molto lentamente condizionando negativamente la nostra digestione e facendo accumulare le feci. 

Il cibo che non viene digerito può accumularsi nell’intestino ed innescare poi un processo di fermentazione porta alla produzione di una certa quantità di gas, che può causare sensazioni spiacevoli, come tensione o appunto gonfiore addominale. Ciò rende stanchi e pesanti, spesso portandoci a sdraiarci subito dopo i pasti. Proprio questo è l’errore più grande che viene commesso, perché sdraiandoci faticheremo ancora di più a digerire!

Si può ovviare ad alcuni di questi inconvenienti evitando i carboidrati raffinati: pane bianco, torte, riso, patate, e scegliendo invece cibi meno elaborati come i cereali integrali, che stimolano la funzione intestinale. Inoltre, può essere utile assumere un integratore come Macoform, con ingredienti che contribuiscono a una buona digestione e combattono la pancia gonfia. Facilmente reperibile, consiste in delle compresse da prendere una volta al giorno con un bicchiere d’acqua, che aiuteranno il nostro intestino a lavorare tranquillamente.

Come già detto, oltre a un regolatore è bene cambiare e correggere la propria alimentazione per porre fine al gonfiore addominale, eliminando i cibi infiammatori o fermentativi, come l’eccesso di carni rosse, le bevande gassate, l’alcol, gli eccitanti come il caffè, gli zuccheri, il fumo, le caramelle, le gomme da masticare. Ma fate attenzione, poiché anche l’eccesso di fibre può infiammare le pareti dell’intestino tenue, provocando meteorismo, crampi addominali e alterazioni della peristalsi, come stitichezza o diarrea. E’ bene dunque fare una dieta equilibrata, senza esagerare e ascoltando il nostro corpo. 

Uno stato persistente di gonfiore addominale può indicare anche che ci sia qualche intolleranza alimentare, soprattutto se oltre al gonfiore si presentano nausea, dispepsia, coliti e ritenzione idrica. I fattori che possono dare origine a un’intolleranza sono molti, come ad esempio virus, batteri, traumi, sostanze chimiche, stress o alterazioni ormonali. Essi possono infiammare le mucose enteriche, rendendole permeabili, facendo sì che l’intolleranza possa scatenarsi. Se così fosse bisogna smettere di assumere gli alimenti che riconosciamo come dannosi per il nostro organismo e magari anche semplicemente ricorrere ai cosiddetti “rimedi della nonna”, semplici e sani. Tra questi possono esserci le tisane a base di camomilla matricaria e la malva.

L’ansietà è una delle principali cause di gonfiore addominale, anche se spesso viene scartata come possibile causa. L’intestino è considerato una sorta di “secondo cervello” perché possiede gran parte degli stessi recettori nervosi ed endocrini, reagendo dunque agli stessi stimoli. E’ per questo che non si sta bene mentalmente quando si ha la pancia in subbuglio e viceversa!

Gli stati emotivi incidono sull’equilibrio dei neurotrasmettitori e, soprattutto paura, ansia e stress negativo possono aumentare la densità delle catecolamine e del cortisolo rilasciati dal surrene, interagendo con l’intestino e alterandone la funzionalità. 

In questi casi, la soluzione è certamente quella di risolvere gli stati emotivi responsabili. Molti trovano utile l’assunzione di farmaci ansiolitici o altre terapie con la stessa finalità, ma non sono cose da assumere con leggerezza visto che hanno diversi effetti collaterali e possono diventare delle vere e proprie droghe, agendo praticamente al contrario.

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