domenica, Dicembre 22, 2024

Pascale & Co intralciano le procedure per il ripiano del dissesto

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Ida Trofa| Resta il nodo debito partecipate e sopratutto partecipate da dichiarare fallite nel comune di Lacco Ameno. La massa passiva afferente le due società Lacco Ameno Servizi e Marina di Pithecusae non sarà inserita nella dichiarazione di dissesto e nelle somme cosi a ripianarsi.

Il Commissario Straordinario del dissesto torna a tuonare mentre Pascale & Co cercano la prescrizione dei termini per evitare il guaio e l’azione di responsabilità nei confronti dei consiglieri ed assessori, sindaci eventualmente ritenuti responsabili del danno erariale afferente .

Giancarlo D’Angelo, nominato dal Ministero per occuparsi del debito lacchese, lo evidenzia con forza, inviando ben tre nuove missive, la più significativa riguarda proprio i carrozzoni comunali portati alla distruzione economica e finanziaria da una classe politica scellerata e senza mezze misure.

Per il Commissario liquidatore Urge la dichiarazione di Fallimento. Il debito pari a 3.828.972,77€ non sarà inserito nella massa passiva del dissesto. A pagare dovranno essere i responsabili del fallimento. Intanto la Massa Passiva complessiva non è stata ancora ricostruita. Per il dottor D’Angelo è chiaro il tentativo degli amministratori di proseguire nell’inerzia del disinteresse in merito alla pratica del fallimento per tentare di far prescrivere i termini inerenti ogni possibile coinvolgimento. Cosi a pagare come sempre saranno solo i cittadini di Lacco Ameno

Infatti a seguito dell’attività condotta per la determinazione della massa passiva sono pervenute al protocollo dell’Ente istanze di insinuazione al passivo presentate dai presunti creditori.
L’ammontare complessivo con le istanze di insinuazione pervenute, 57 istanze, è pari a € 5.071.746,61. In tale importo sono compresi i quasi 4 milioni di euro di debiti di Marian di Pithecusae e Lacco Ameno Servizi.Si parla di 3.828.972,77€.Per entrambe le società di capitali non appare sussistente la possibilità di ammissione alla massa passiva, stante l’inesistenza di prestazioni che giustifichino una loro pretesa nei confronti del Comune, nonché per lo stato di insolvenza in cui versano.

E’ ormai chiaro, a non comprenderlo sono solo i politici manovrini, sussiste la necessità che i liquidatori, previa assemblea societari producano richiesta al Tribunale competente della dichiarazione di fallimento.

Ma c’è di più, i vari responsabili di servizio per le insinuazione al passivo ammissibili dovranno provvedere nel più breve tempo possibile la redazione di apposite schede inerenti anche eventuali partite debitorie risultanti dai residui passivi rilevati con il rendiconto dell’anno 2013 pari a circa 8.257.180,00€.

Il comune di Lacco Ameno, i suoi politici e funzionari facente funzioni, sono invitati dal D’Angelo a non adottare atti che possano riavviare il decorso dei termini prescrizionali,ciò sopratutto per i residui passivi remoti e per quelli da cui risulti un disinteresse del creditore, ovvero la mancata comunicazione di atti ad interrompere la prescrizione del credito vantato avverso il comune.

Questo è indispensabile per ricostruire la massa passiva e redigere il piano di rilevazione, ovvero pianificare le modalità per poter pagare i creditori ed assicurare la par conditio.

Al contrario gli amministratori in carica evitando di intervenire sulla quantificazione del debito intralciano le procedure di dissesto e di risanamento.

Il commissario ribadisce l’urgenza della procedura e le omissioni dell’amministrazione Pascale.
Della questione è stato investito ufficialmente il segretario comunale Marcella Montesano. Il perdurare delle omissioni impedirà con grave nocumento di proseguire l’attività commissariale finalizzata al pagamento dei debiti e prevenire il maturare di potenziali ulteriori debiti per interessi moratori a carico dell’Ente.

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