Il sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale ha adottato due ordinanze riferite non all’emergenza causata dall’evento del 26 novembre, ma al sisma del 21 agosto 2017.
Nel primo caso si tratta della rettifica (un po’ tardiva…) della precedente ordinanza di sgombero risalente al 29 gennaio 2018. Il motivo della correzione è il solito «mero errore materiale», a causa del quale «non è stato identificato correttamente il fabbricato oggetto del provvedimento di sgombero e la relativa scheda Aedes», come comunicato a dicembre scorso dalla proprietaria. Il fabbricato ubicato alla via Fango andava sgomberato alla luce dell’esito del sopralluogo effettuato nel settembre del 2017 dai tecnici della Protezione Civile: «E-F. Edificio inagibile dal punto di vista strutturale e inagibile per rischio esterno». E dunque Pascale ha provveduto alla rettifica indicando correttamente il fabbricato oggetto del provvedimento. Per rimediare a quell’errore sono stati necessari cinque anni…
La seconda ordinanza sindacale contingibile ed urgente per motivi di sicurezza dispone lo sgombero di un fabbricato ubicato alla via Borbonica, costituito da tre locali deposito con corte comune circostante, sempre a seguito dei danni causati dal terremoto. E qui Pascale in premessa ricorda i provvedimenti adottati all’epoca: «In data 21 agosto 2017 il Comune di Lacco Ameno ed altri comuni dell’isola di Ischia sono stati colpiti da un eccezionale evento sismico che ha determinato una grave situazione di pericolo per l’incolumità delle persone e per la sicurezza dei beni pubblici e privati; con DPCM del 22 agosto 2017, è stata decretata la dichiarazione eccezionale rischio di compromissione degli interessi primari a causa dell’evento sismico del 21 agosto 2017 in alcuni comuni dell’isola di Ischia; tale evento sismico, relativamente al Comune di Lacco Ameno, ha determinato crolli di edifici nonché l’inagibilità totale o parziale di immobili pubblici e privati; nell’emergenza è stata adottata l’ordinanza n. 22 del 26.8.2017 e successive modifiche e integrazioni, al fine di impedire l’accesso nella zona interessata dal sisma, anche a causa del rischio di crollo degli edifici in muratura che hanno subito ingenti danni a causa dell’evento sismico».
Sta di fatto che in questo caso solo il 23 dicembre scorso la proprietaria ha trasmesso la perizia asseverata redatta dal tecnico di parte, il geom. Michele Polito di Forio. Dalla quale si evince che «… vistosi quadri fessurativi con andamento verticale all’interno dei muri portanti dei depositi, specie nelle cantonali d’angolo ed in corrispondenza delle aperture, laddove si può notare che gli infissi sono stati espulsi dalle sedi dei vani…». Confermando che a causare quei danni era stato il terremoto dell’agosto 2017.
Di qui la necessità di «inibire la praticabilità di dei fabbricati in parola, in attesa dell’esecuzione delle operazioni dei lavori di assicurazione». Pascale ricorda anche che «le ordinanze sindacali contingibili ed urgenti in materia di prevenzione di pericoli per la pubblica incolumità sono sottratte, in ragione del loro carattere cautelare ed urgente, all’obbligo della previa comunicazione di avvio del procedimento».
E dunque ordina alla proprietaria di provvedere ad horas allo sgombero immediato dei locali, «nonché: all’immediata esecuzione di tutte le opere atte ad interdirne l’accesso; all’esecuzione dei lavori, a perfetta regola d’arte, volti al rispristino delle condizioni di sicurezza dei locali in oggetto». In caso di inottemperanza, il Comune provvederà direttamente in danno.