lunedì, Gennaio 13, 2025

Pegaso & Torre Saracena. Danno erariale di 8 milioni di euro

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Mala gestio”, “bad company”, “cattivo socio”, “cattivo pagatore” sono alcuni dei termini che il sostituto procuratore regionale, il dottor Marco Catalano usa per descrivere il modus operandi dei politici foriani e della gestione delle due aziende deputate alla gestione dei rifiuti e non solo. Prima di procedere, però, è giusto ricordare al dott Catalano che la lista dei “colpevoli” dovrebbe essere ben diversa. Quelli che oggi sono chiamati a rispondere sono solo gli esecutori dei danni, i mandanti, quelli che hanno davvero fatto male a Forio sono ben altri. Basta leggere le varie giunte e i vari consigli comunali.
Per raccontare questa vicenda, che è una vera e propria bocciatura politica più che una valutazione meramente economica (e quindi dal carattere più serio e più grave di quanto si possa pensare) leggeremo insieme ampi stralci integrali di quanto scrive la Corte dei Conti.
Va rimarcata, però, sia la posizione di Franco Regine (vero responsabile di tutto in quanto sindaco) e di Michele Regine, l’attuale presidente del consiglio comunale di Forio, le cui responsabilità sono gravi soprattutto da un punto di vista politica e, rapportate al ruolo attualmente ricoperto da Regine, dovrebbero spingere a valutazioni politica e d’opportunità. Può uno che viene accusato di aver causato un danno erariale di quasi 8 milioni di euro essere presidente del consiglio comunale? Una domanda che giriamo ai poco svegli consiglieri comunali.
Michele Regine, Francesco Fiorillo, Ambrogio Del Deo, Michele Matarese e Cristiano Rossetti dovranno rendere conto ai giudici della Corte dei Conti perché componenti del Consiglio di Amministrazione della Torre Saracena. Mentre, per i componenti del Collegio Sindacale della Torre Saracena sono chiamati a rispondere Domenico Miragliuolo, Cristoph D’ambra, Michele Migliaccio, Giovanni Tonon, Ciro Raia e Francesco Regine allora sindaco del comune di Forio.
Marco Catalano ha un’idea ben precisa di chi siano i veri amministratori di Pegaso e di Torre Saracena anche se la visura della CCIAA riporta altri nomi. Quando il Sostituto Procuratore parla di “criticità nella gestione” e di “spreco e sperpero di denaro pubblico” o ancora di “un risultato negativo di amministrazione” o peggio di “occultamento della reale situazione economico-patrimoniale della società” o di “incapacità degli organi gestionali” dovrebbe rivolgersi a chi ha fatto clientela politica, a chi ha assunto senza vergogna, a chi ha aumentato livelli come acqua fresca. Ma questa è una valutazione politica.
Danni e comportamenti contestati
La corte “accusa” i 13 per “indebita riduzione dell’orario lavorativo dei dipendenti comunali, dalle previste 36 ore settimanali alle 35 sancite dall’art. 17, comma 4, lett. b) e c) del C.C.N.L. del 6.07.1995; considerevole esposizione debitoria ed irregolarità in seno alla Pegaso S.p.A. società gestrice, tra l’altro, del servizio raccolta rifiuti; analoghe situazioni di cui al precedente punto riscontrate in capo alla società ”in house” Torre Saracena, subentrata alla Pegaso nel servizio di raccolta e smaltimenti rifiuti solidi urbani”.
La storia della Pegaso
Pegaso è una società mista pubblico-privato con un capitale sociale, al momento della costituzione, pari a lire 500.000.000.
Inizialmente – continua Catalano -, l’oggetto sociale riguardava la sola attività di trasporto urbano. Solo successivamente lo stesso è stato variato prevedendo anche la gestione e la raccolta dei rifiuti solidi urbani. In data 30 luglio 2002 è stato stipulato con il comune di Forio l’ultimo contratto di affidamento dei servizi di igiene ambientale con canone annuo determinato in euro 2.595.796,04 oltre IVA.
Con atto notarile datato 20 ottobre 2007, la Pegaso SpA cedeva alla Torre Saracena, “la piena ed esclusiva proprietà del ramo aziendale avente ad oggetto la raccolta e lo smaltimento dei RR.SS.UU”.
In data 24 febbraio 2011 con sentenza n. 51/2011, del Tribunale di Napoli – Ufficio Fallimentare, viene dichiarato il fallimento.
Sin dall’inizio sono emerse criticità nella gestione della società Pegaso S.p.A., che hanno portato ad una notevole esposizione debitoria della medesima e ad uno spreco e sperpero di denaro pubblico, come meglio sarà illustrato nel seguito.
L’esame dei bilanci della società mostra sempre una situazione debitoria pessima, con notevole esposizione verso istituti di credito e verso enti previdenziali, come emerge dalla relazione del Collegio sindacale relativa al bilancio 1995, nella quale si evidenzia quanto segue: “non possiamo non evidenziare preoccupazione per la massa debitoria accumulata …omissis… evidenzia debiti per contributi INPS per Lire 459.412.562 e verso l’Erario per ritenute non versate per complessive Lire 227.291.015.
Omissis.
Nei successivi bilanci emerge sempre un risultato negativo di amministrazione con conseguente azzeramento del capitale sociale, con evidenziazione, da parte dei revisori, della necessità di valutare
anche la possibilità di iniziare azioni di responsabilità sociale: «Dalla relazione del Collegio sindacale il bilancio dell’esercizio chiuso al 31.12.1998, redatto dagli amministratori, e stato comunicato al Collegio Sindacale in data 11.01.2000. Il bilancio evidenzia una perdita di £. 1.643.312.782
“la situazione patrimoniale derivante dall’eliminazione delle poste attive del bilancio evidenzia l’azzeramento del capitale sociale ricorrendo le previsioni di cui all’art. 2447 c.c., quindi, l’obbligo della convocazione senza indugio della convocazione dell’assemblea dei soci per l’adozione dei dovuti provvedimenti.
BILANCI FARLOCCHI
«L’occultamento – si legge ancora – della reale situazione economico-patrimoniale della «società, configura inoltre il reato di false comunicazioni sociali di cui all’art. 2621 c.c.. Difatti i bilanci degli anni dal 1994 al 1997, alla luce dei controlli effettuati, non rappresentano la reale situazione patrimoniale ed il corretto risultato di esercizio. La corretta imputazione delle poste, risultanti dai rilievi, avrebbe determinato una perdita superiore per tali esercizi, conducendo il capitale sociale al di sotto del limite legale, tale illecito configura la violazione di cui al secondo comma, punto 2) dell’art. 2630 c.c..
Il collegio ha inoltre deliberato di inviare gli atti dell’indagine, ex art. 2408 c.c., all’Autorità Giudiziaria per il seguito di competenza. Successivamente, nel corso degli anni, la posizione debitoria della società Pegaso si fa sempre più preoccupante, come detto sia per la esposizione nei confronti di gestori previdenziali, sia nei confronti di creditori, il tutto aggravato anche dal mancato riversamento, da parte del Comune, delle somme che lo stesso deve alla società Pegaso come da contratto di servizio.
UNA NUOVA SOCIETA’ CON I TFR VECCHI
«Nel contesto appena descritto – approfondisce la Corte -, si inserisce un nuovo evento che, come precedentemente riportato, va ad aggravare la già precaria situazione della Pegaso S.p.A., ovvero la costituzione di una nuova società, questa volta a totale partecipazione comunale, la quale andrà a soppiantare la predetta società nel ramo della gestione del servizio di raccolta e smaltimento di RR.SS.UU., ovvero: TORRE SARACENA S.p.A. ”in house providing ” unipersonale  viene costituita con unico socio il Comune di Forio, che ne ha il controllo assoluto.
Con atto notarile il 30 .10.2007, viene stipulato il contratto di cessione di ramo d’azienda tra la Pegaso e la Torre Saracena.  Per tale cessione la Pegaso S.p.A. ha espresso la propria disponibilità indicando il prezzo di vendita in euro 1.401.119.871, ventilando l’ipotesi di compensare il predetto credito con il debito dell’azienda verso il personale per il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) accumulato fino al 31.06.2006. Tale ipotesi, condivisa dall’assemblea, necessita di un aumento di capitale che potrebbe essere richiesto al socio unico con rientri annuali, anche in cinque esercizi. Pertanto, l’assemblea approva detta proposta e delibera l’aumento del capitale sociale per un ammontare di euro 1.500.000,00. La vendita interessa il ramo di azienda nello stato di fatto e di diritto in cui si trova, ovvero, con un attivo pari ad euro 1.401.119,87 (di cui euro 300.000,00 per avviamento) ed un passivo di euro 1.397.591,48. (omissi) In sostanza, sia la società Pegaso prima, che la società Torre Saracena poi, hanno sempre agito in perdita. La prima per la incapacità degli organi gestionali e per il mancato pagamento da parte del Comune di Forio. La seconda per aver acquisito! sin dalla sua costituzione! i debiti della prima. E’ bene rammentare, poi, che la società Pegaso nel 2009 è stata messa in liquidazione e nel 2011 è fallita. Al fine di lumeggiare le responsabilità del CdA della Pegaso e del Comune di Forio, appaiono illuminanti le relazioni effettuate dal curatore fallimentare della Pegaso ai sensi dell’art. 33 Lf..
MODELLO DI GESTIONE BASATO SULL’INCAPACITA’
Nella pratica questo tipo di modello societario non ha assicurato alla Pegaso S.p.A. una equilibrata gestione economico-finanziaria, problematica emersa per l’incapacità del CdA di attuare una gestione autonoma e svincolata dal socio pubblico di maggioranza ancorché maggiore ed unico cliente.
Tale evenienza emerge dalla lettura sinottica dei bilanci dei periodi di riferimento dai quali emerge l’incapacità finanziaria della società di far fronte regolarmente alle proprie obbligazioni, dovuta all’eccessiva immobilizzazione dei crediti verso i clienti (Comune di Forio), ed un’incapacità economica derivante dall’insufficienza dei ricavi di coprire i costi di produzione, eccezion fatta per alcuni anni, atteso che il corrispettivo dei servizi è stato predeterminato dal Comune di Forio. Tale incapacità è andata sempre più aumentando nel tempo e né il CdA ha adottato alcun provvedimento amministrativo, né il Comune, a cui spetta anche il controllo di efficienza, ha imposto al CdA l’adozione di idonei provvedimenti al fine di fronteggiare la debolezza finanziaria e la carenza di liquidità della società stessa.
In sostanza il modello di gestione societaria adottato ha comportato una sorta di sudditanza economico-finanziaria dal socio-padrone Comune di Forio; ciò è facilmente evince dalla circostanza che i flussi di cassa della Pegaso S.p.A. non dipendono dall’attività svolta, ma esclusivamente dagli importi che il socio di maggioranza decide di pagare.
Quanto detto si evince anche dalle attività e dalle passività dello stato patrimoniale dei bilanci della Pegaso S.p.A., infatti nell’attivo dello stato patrimoniale emerge l’eccessivo importo ascrivibile alla
voce ”crediti verso il Comune di Forio” che rappresenta circa il 90% della voce ”crediti v/clienti” che è arrivata a toccare la cifra 7.000.000 di Euro nel 2006 e a superare gli 8.000.000 nel 2008.”.
AMMINISTRATORI DALLA FUNZIONE PASSIVA
D’altronde se non si fosse trattato di un credito a lungo termine o immobilizzato la società avrebbe potuto tranquillamente far fronte ai propri debiti divenuti ingenti nel corso degli anni, dinanzi ai quali gli organi di gestione e di controllo della società si sono limitati a descriverne la composizione nella nota integrativa, senza dettare alcuna soluzione gestionale, né l’assemblea nel leggere dette note ha sollecitato gli organi di gestione all’adozione di idonei provvedimenti, assumendo, di fatto, tutti una funzione passiva, poco attenta al recupero di una sana ed equilibrata gestione sia finanziaria che economica.
Tale atteggiamento ha favorito il notevole incremento degli importi relativi a “debiti v/fornitori”, “debiti tributari” e “debiti v/istituti previdenziali”.
Nello specifico la società a partire dal 2001 ha iniziato ad accumulare debiti per mancato pagamento delle rituali scadenze delle ritenute fiscali e dei contributi previdenziali, facendo sì che questi debiti partendo da un importo i euro 80.000 nel’anno 2001 arrivassero a oltre euro 6.250.000 nel 2008, quando nelle scritture contabili risultano registrati importi relativi a debiti fiscali e previdenziali cartolarizzati da Equitalia.
L’inerzia del CdA ha comportato l’emergere di un danno patrimoniale che può essere equiparato almeno all’entità della perdita verificatasi nell’esercizio del 2008, pari ad € 3.275.336,00.  La situazione peggiora dal 2008, quando ai debiti verso terzi non compensati dai pagamenti da parte dell’ente si aggiungono i debiti fiscali e finanziari nei confronti di enti pubblici.
IL COMUNE NON E’ UN BUON SOCIO
In definitiva, la situazione è quella di un comune che: innanzitutto crea una società partecipata cui conferire un servizio di pubblica utilità (la Pegaso); quando la azienda comincia ad essere in decozione ne crea un‘altra (questa volta partecipata al 100 %), la Torre Saracena, che fin dall’inizio si è trovata in grosse difficoltà economiche per l‘acquisto del ramo d‘azienda della cedente. Nel corso del tempo la compagine comunale non si è dimostrata buon socio, dato che non ha evitato il protrarsi della situazione debitoria prima della società parzialmente partecipata e poi di quella totalmente partecipata.
Invero la situazione di “disagio economico” si è avvertita, anche per la Torre Saracena, da subito.
Gli organi di gestione hanno cercato di giustificarla con la notevole esposizione sostenuta dalla stessa all’atto per l’acquisto del ramo d’azienda dalla precorritrice PEGASO S.p.A., ma bisogna considerare che i componenti dei vari organi (Consiglio di Amministrazione, Collegio dei Revisori, ecc.), sono sostanzialmente stati gli stessi della precedente società e che quindi ben conoscevano, tra l’altro, l’indole di ”cattivo pagatore” del socio unico nonché unico committente, Comune di Forio, tant’è che, quali organi della Torre Saracena, sono stati costretti ad attivare una azione stragiudiziale per il recupero del credito vantato dalla prefata società nei confronti dell’Ente “padrone-committente” ; va infine considerato che anche in questo caso è stato stipulato un ”contratto capestro” tra l’Ente e la società, per la gestione del servizio raccolta e smaltimento RR.SS.UU…
Di tale situazione ne è consapevole anche il Comune di Forio, tant’è che alla fine del 2009 è stato costretto a stipulare un atto aggiuntivo con il quale, tra l’altro, viene previsto un aumento del canone (€ 3.981.235,58 oltre lVA, da pagare in dodici mensilità di € 331.769,64 oltre IVA – in luogo dei – € 3.129.905,75 oltre IVA al 10%) dovuto dal Comune di Forio alla Torre Saracena S.p.A. per l’espletamento del servizio. Alla luce di quanto precede, va innanzitutto quantificato un danno erariale di € 2.477.077 ovvero, l’importo del patrimonio netto rappresentato nel bilancio di liquidazione. Pertanto, il totale della somma (decremento del patrimonio netto della PEGASO S.p.A. dal 2001 alla data del fallimento pari ad 5.421.215 + € 2.477.077 importo del patrimonio netto rappresentato nel bilancio di liquidazione della Torre Saracena S.p.A.) costituisce danno erariale e si attesta ad € 7.898.292,00.
INDIVIDUAZIONE DEI RESPONSABILI
A riprova di mala gestio degli Organi del Comune  tenuti al controllo della società Torre Saracena sovviene la relazione depositata dal Collegio Sindacale dove viene sottolineato che:
«non risulta evidenza agli atti della società dell’avvenuto ed effettivo esercizio delle funzioni di controllo, ed in particolare del controllo analogo, così come previsto espressamente dallo statuto, ma anzi dai comportamenti trasfusi in azioni giudiziarie da parte della società sembra palesare una forte lacuna nelle attività di direzione che, come più volta ribadito anche dalla giurisprudenza dominante, configurano la società In house come longa manus dell’amministrazione socia tanto da considerarla come un servizio proprio dell’amministrazione stessa mai collocabile al di fuori dell’ente pubblico».
In sostanza gli invitati hanno prima creato la società in house e o poi, come una bad company hanno ceduto l‘unico asset alla Pegaso (poi fallita) lasciando la situazione debitoria e di riduzione dell’originario patrimonio alla gestione liquidatoria.
Del prefato danno, ciascuno per la parte che vi ha preso dovranno rispondere innanzitutto i membri della governance della Torre Saracena, che nulla hanno fatto per evitare il depauperamento del patrimonio loro affidato, e quindi:
Conclusivamente, il presente atto individua analiticamente i fatti oggetto di contestazione, l’ammontare del danno erariale patrimoniale, pari ad euro 7.989.292,00# oltre rivalutazione monetaria secondo gli indici ISTAT e vale, pertanto, ai fini della costituzione in mora nei confronti dei soggetti testé intimati, interrompendo nei loro i confronti la decorrenza della prescrizione ai sensi dell’ art. 2943 Codice Civile e comportando altresì formale richiesta di pagamento delle somme innanzi indicate ai sensi dell’art. 1219 Codice Civile in favore del Comune di Forio d‘Ischia.

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