sabato, Gennaio 4, 2025

Peppino Di Costanzo “Per il 2022, mi auguro solo tanta, vecchia, amata normalità»

Gli ultimi articoli

Iscriviti alla nostra newsletter

Resta informato e non perderti nessun articolo

Azienda, economia, turismo e fede: Peppino Di Costanzo commenta l’oggi. Albergatori? Noi siamo stati sempre divisi. La nostra categoria è sempre stata divisa e non è mai stata unita. Anche per la capacità della classe politica che è stata bravissima a tenerci divisi e separati.

Abbiamo incontrato Peppino Di Costanzo per provare a tracciare, per quanto possibile, quali potrebbero essere le aspettative per il 2022, un anno che sicuramente si prospetta con tante incognite.

Una domanda veloce, diciamo come riscaldamento, sulla corsa al Quirinale…
«So di esprimere una opinione controcorrente, ma in ogni caso io personalmente ho sempre pensato che la scelta migliore sarebbe Draghi, perché il ruolo del Presidente della Repubblica in Italia negli ultimi anni è diventato veramente molto rilevante. Sicuramente molti capi dello Stato hanno determinato i risultati elettorali e i vari governi che si sono formati, per cui le garanzie che tutti dicono che potrebbe dare Draghi solamente se rimane presidente del Consiglio, secondo me le potrebbe dare benissimo anche qualora diventasse Presidente della Repubblica. Questa è la mia idea personale, e già da molto tempo…».

Da imprenditore e da protagonista della politica, quella che molti dicono col P maiuscola, com’è la situazione attuale sull’isola?
«La situazione è molto difficile. Esistono problemi di dimensione economica e quello che secondo me manca è una reale programmazione sulle opere pubbliche che devono essere affrontate. A mio avviso ci si dedica troppo ad opere pubbliche che molto spesso risultano solo di facciata ma non risolvono i problemi strutturali dell’isola. Ad esempio, posso citare gli scarichi terminali non termali. Su questo punto c’è purtroppo una mancata programmazione e anche una scarsa volontà di affrontare i problemi. Lo dico molto apertamente: abbiamo avuto vari incontri con la Regione, alcuni anche molto positivi, ma abbiamo registrato la forte presenza di alcune Amministrazioni comunali e purtroppo una scarsa presenza di altre realtà comunali. E questo è molto grave perché ci fa rendere conto della drammaticità del problema».

Anche solo marginalmente, perché mi rendo conto che si tratta di un argomento ancora complicato, volevo fare per quanto possibile il punto sulla direttiva Bolkestein…
«Per quanto riguarda le terme, posso dare notizie abbastanza positive. La commissione che sta studiando le istanze ha già fatto il primo screening ed è andato bene per tutte le aziende; adesso sta procedendo al secondo screening e siamo ottimisti. Sono iniziate anche le procedure per le piccole utilizzazioni locali, c’è molta più chiarezza sull’intero argomento. Ci sono finalmente nuove concessioni di PUL che è un fatto molto positivo, perché riguarda le piccole piscine. Tu lo mettesti in evidenza molto attentamente, quando riuscimmo ad ottenere quella lettera dal coordinatore del momento Bertocci, persona che conosceva bene la materia, per cui fummo anche molto fortunati.

Ora per risolvere questo aspetto Bartocci con una circolare è riuscito a sbloccare la situazione. Adesso dobbiamo arrivare a una legittimazione completa della situazione al di là di quella che è stata la Finanziaria, che ha deciso che non si potevano usare più le acque delle PUL, le piscine termali attualmente hanno un regolare autorizzazione ad essere utilizzate per quanto è possibile, per cui anche questo aspetto viene seguito. Nonostante sia di competenza specifica dell’Associazione Termalisti che rappresento, noi in realtà dobbiamo concentrarci sulla realtà economica dell’isola d’Ischia e non preoccuparci solo delle problematiche termali. Su questo punto abbiamo delle situazioni molto positive, per cui penso che questo sarà l’anno in cui finalmente si potrà risolvere il problema. L’esperienza che abbiamo avuto come Associazione Termalisti sulla questione della Bolkestein, adesso chiedo di metterla a disposizione, anche se la situazione è molto diversa. Innanzitutto, perché noi come Associazione Termalisti Isola d’Ischia, ma anche come Federterme e come la Federalberghi Terme, siamo sempre stati molto cauti per non farne una questione da ultima istanza, cosa che, invece, per le spiagge è arrivata proprio adesso. Rispetto ai balneari, noi avevamo anche un grande vantaggio e siamo riusciti a superare i problemi, nonostante le grosse difficoltà, solo dopo di 11 anni, adesso inizieremo la battaglia sull’aspetto balneare. Anche se tutto è determinato dalla sentenza del Consiglio di Stato. Anche se non è proprio una questione di competenza dell’associazione che rappresento, visto che tra i nostri soci ci sono molte aziende che sono anche concessionarie demaniali, penso che chiederemo il parere di un professore universitario di diritto amministrativo esperto in diritto europeo per iniziare ad avere un’idea chiara, per poi collaborare con la Regione e con gli altri Enti, per trovare una soluzione che sia soddisfacente per tutti».

Cambiamo argomento. La domanda potrebbe sembrare un po’ complicata, però abbiamo letto di diversi hotel all’asta, uno in particolare il Manzi. Un sistema, il nostro, che oggi si trova a fare i conti con i fallimenti. Qual è il termometro della dell’economia isolana dal punto di vista imprenditoriale, alberghiero, che è il settore principale?
«Diciamo che la pandemia ha fatto scoppiare un grosso problema. La situazione andava avanti da moltissimo tempo. Durante l’estate si guadagnava, si accumulava, si risparmiava in modo tale da poter pagare le rate di mutuo, ma anche per coprire gli scoperti, che molto spesso erano tributi non pagati. Questo sistema è completamente saltato, con l’obbligo di rientrare.

Quanto a quello che hanno fatto i figli, devo dire che il rapporto tra mondo bancario e mondo imprenditoriale è cambiato, non è più quello di un tempo, quando venivano molto valutate anche la capacità e la moralità, il fatto di aver sempre ben pagato. Per cui oggi se non hai certi rating devi pagare interessi elevatissimi e tutto questo ha creato una situazione di squilibrio. Ma di quale entità, non si riesce bene a capire, perché bisognerebbe studiare caso per caso. Però in linea di massima la situazione la definirei preoccupante. Tutto dipende anche da una questione logistica.

Quest’anno abbiamo avuto un turismo principalmente balneare. Purtroppo, la parte terminale della stagione per una serie di motivi ha fatto registrare un calo in netto anticipo. A causa delle preoccupazioni legate alla pandemia non si riesce a riprendere con i vecchi ritmi, ovvero stagioni molto lunghe. Ma noi non possiamo sopravvivere con una stagione di 4 mesi, una stagione così breve non consente redditività alle aziende. Poi è cambiato anche il tipo di turismo… Inoltre, non riusciamo a capire come andrà con la Germania, perché attualmente non abbiamo certezze sui voli e tutto il resto. Se uno naviga su internet vede queste situazioni molto complicate, se vuole prenotare per i mesi futuri o nel medio termine, deve fare i conti con situazioni che creano preoccupazione. Ad esempio, l’altro giorno parlavo con i colleghi di Sorrento, che sono molto forti sul mercato inglese, ma anche loro in questo momento non sanno come si svilupperà la prossima stagione. Poi, naturalmente, c’è la tendenza a dire sempre che tutto va bene…».

Angela Merkel ha terminato il suo percorso politico. Cosa cambia per l’Europa?
«Io non penso che cambierà molto nella politica europea. Quantunque sia sempre stato un europeista convinto, penso che quello che fanno i tedeschi tramite l’Europa continuerà. I tedeschi in fondo, al di là delle varie sigle e al rigore seguito, tendono anche ad essere molto cauti nelle modifiche. Dunque, non penso che cambierà molto nella politica europea, il che da una parte è bene, ma dall’altra anche estremamente male perché comunque sia sempre stato un europeista convinto, diciamo litigavo spesso anche con qualcuno su questi argomenti, penso la Germania continuerà a fare la Germania in Europa»

Vediamo un po’ la previsione per il 2022 della destinazione Ischia. Quali sono le prospettive dal termometro delle prenotazioni?
«Un tempo, parlo di fino a cinque o sei anni fa, a gennaio potevamo dire esattamente come sarebbe andata la stagione. Adesso non si può più dire nulla, viviamo alla giornata e sono molte le situazioni che lasciano perplessi.

Ad esempio, il bonus vacanze, con tutti i lati positivi e negativi, è stato sicuramente qualcosa di utile; c’è stato questo bonus termale che però è stato fatto per un periodo in cui a Ischia, alla luce di tutti i paletti che sono stati messi, si è potuto utilizzare veramente pochissimo. Non sappiamo se sarà confermato, ma penso che in questo momento abbiamo poche speranze, anche se stiamo battendo su questo punto. Abbiamo continue richieste di notizie da parte di vecchi clienti, che amano Ischia e desiderano tornare. Ogni giorno arrivano tante e-mail in cui chiedono chiarimenti, chiedono come sta andando la situazione. Perché si è creato un legame più profondo di quello limitato alla sola vacanza.»

Passiamo ai rapporti tra datore di lavoro e dipendenti con le leggi che cambiano anche se, ovviamente, quello della forza lavoro stagionale è un argomento che andrebbe trattato in una maniera un po’ più ampia e responsabile.
“Nella nostra impostazione aziendale c’è un ragionamento diverso, anche di riqualificazione dell’area dipendenti, una scelta aziendale è quella di cambiare il meno possibile. Nei nostri alberghi c’è un’atmosfera amichevole. Noi pensiamo sia bello quando il cliente entra, specie se un vecchio cliente, salutarlo con il nome, chiedergli come sta la famiglia, molto spesso ormai si conoscono anche le sue preferenze. Anche il cliente nuovo sente questa atmosfera come posso dire, di famiglia e affronta la vacanza in modo più tranquillo. Ad ogni modo penso che questa non sia solo la realtà della mia famiglia, ma anche un pochettino una caratteristica ischitana. Questo è anche un modello di promozione”.

La vostra è un’azienda a trazione familiare. Qual è il segreto del successo della vostra azienda?
«E’ molto difficile. E’ importante avere le proprie soddisfazioni e seguire gli esempi dei genitori. Mio padre e mia madre ci hanno dato questo grande insegnamento e anche se si pensa che ormai ci sia una grande differenza tra le varie generazioni, e per certi aspetti questa generazione è diversa dalle precedenti, i valori sono sempre gli stessi. Puoi navigare su Internet, puoi avere tutto quello che vuoi, puoi saper fare le startup, ma senza valori non vai avanti.

E da questa domanda mi collego all’altra, come poi si gestisce il cambio generazionale? Questo, tra l’altro, è uno dei grossi problemi dell’Italia, non solo di Ischia.
“Certo anche di Ischia, naturalmente, perché le aziende sono al 99% familiari, il problema esiste. Ma esiste anche perché c’è stato un cambiamento del turismo, un cambiamento di carattere economico e di redditività aziendale. Tra la generazione di mio padre e mia madre e la nostra ci sono state differenze, ma non erano così forti, c’era una profonda continuità e c’era anche una prospettiva di sicurezza. Al giorno d’oggi, invece, la differenza è molto più acuta e a tutto questo si aggiunge anche una maggiore crisi economica».

-Sia che parliamo di imprese che di politica, discutiamo sempre dei giovani, del rinnovamento, del cambiamento. Oggi la categoria degli albergatori mi sembra un po’ divisa, cioè si può fare una classifica tra nuovi e vecchi albergatori?
«Noi siamo stati sempre divisi. La nostra categoria è sempre stata divisa e non è mai stata unita. Anche per la capacità della classe politica che è stata bravissima a tenerci divisi e separati. La prima volta che la tassa sulla spazzatura arrivò alle stelle organizzammo una forte protesta contro l’Amministrazione e decidemmo di formare una delegazione per andare a parlare con l’allora dominus della politica ischitana. Ebbene, all’appuntamento c’ero solo io…»

Altro capitolo e altra pagina. La Diocesi di Ischia non vive un momento felice…
«Che ci sia la Diocesi o meno, sì, certo tutti preferiremmo che ci fosse una Diocesi e anche un vescovo locale, sempre sull’isola. Anche se penso che ormai l’evoluzione sia quella di eliminare le piccole diocesi, sebbene ultimamente ne hanno fatte una o due piccolissime. La cosa principale sarebbe avere molti più sacerdoti. Il problema è questo, molti sono anziani e che, come dice il Vangelo, preghiamo perché Dio mandi gli operai nella messe…».

Cosa si augura Peppino Di Costanzo nel 2022?
«Normalità. E’ l’unica invocazione. Ritornare alla tranquilla normalità con i problemi della normalità, perché vivere senza problemi non è possibile, non ci è concesso. Però almeno affrontare i problemi che abbiamo sempre affrontato, le solite discussioni e tutto il resto, ma nell’ambito della normalità».

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Gli ultimi articoli

Stock images by Depositphotos