Come tutti ormai sappiamo, Sergio Mattarella è il nuovo presidente della Repubblica Italiana. Il dodicesimo. La sua elezione, la seconda nel mondo del 2.0 e del nuovo modo di fare informazione è stata ampiamente raccontata da tutto il sistema di news del nostro paese. Ampi speciali, ampie anteprime, trame, segreti, patti che saltano, candidatura, voti on line, conferenze stampa hanno coinvolto l’intera nazione in questo evento certamente di grande rilievo e di spessore.
Sappiamo tutti, inoltre, che Mattarella è stato eletto alla quarta votazione. Quella che si è tenuta sabato mattina dopo che Matteo Renzi lo aveva annunciato come candidato del Partito Democratico e che con i suoi 665 voti ha preceduto l’ischitano d’origine Ferdinando Imposimato (127 voti), Vittorio Feltri (46), Stefano Rodotà (17), Emma Bonino, Antonio Martino, Giorgio Napolitano e Romano Prodi (2). I voti dispersi sono stati 14, le schede bianche 105, le nulle 13. E’ questo il dettaglio delle quarta conta, quella finale.
Fatti che orma tutti sappiamo ma la nostra attenzione si è fermata sui risultati ufficiali e definitivi della terza votazione, quella iniziata alle 15.11 del 30 gennaio e conclusasi alle 17.25.
Grandi elettori: 1.009 grandi elettori, 986 votanti di cui 969 presenti in Aula ch hanno votato Ferdinando Imposimato con 126 voti, Vittorio Feltri 56, Luciana Castellina 33, Emma Bonino 23, Stefano Rodotà 22, Lucio Barani 21, Pippo Pagano 11, Sabelli Fioretti 8, Marcello Gualdani 7, Mauro Guerra 5, Francesco Guccini 4, Luigi Manconi 4, Sergio Mattarella 4, Giovanni Malagò 3, Antonio Palmieri 3, Ignazio Messina 3, Romano Prodi 3, Angelo Maria Perrino 3, Sollo 2, Luigi Marino 2, Antonio Razzi 2, Michele Emiliano 2, Franco Frattini 2, Vincenzo Olita 2, Greggio 2, Casini 2, Andrea Vecchio 2. Bersani, Gian Marco Chiocci e tanti altri. 513 sono state le famose “schede bianche” e 27 le nulle. Ma se fino ad ora abbiamo dato per buono il dato relativo ai “Voti Dispersi”, ovvero quello dei candidati che non arrivano a 2 preferenze o che i candidati non hanno superato i 50 anni di età. Ce ne sono stati 31. Un’analisi poco approfondita, ci spingerebbe a liquidare la notizia con Voti dispersi: 31.
E, invece, mentre ci scappa una grossa grassa risata, dall’altro lato ci assale un senso di schifo!
Leggiamo insieme i 31 nomi: Corrado Paolizzi, Ermanno Leo, Nicola Macerono, Buonocore Mattia, Esempio Francesco, Piscitelli Antonello, Cerulli, Valeria Capone, Schiavone, Schilirò, Francesco Ciaulone, Chicco Busnelli, Cimino, Bianca, Troise Adriana, Chiandini Riccardo, Florio Pasquale, Alfredo Dichiarato, Polimeni Natale, Lello D’Ambrosio, Andrea Bello, Salvatore Boemi, Guido Volterrani, Guerra Matteo, Antonio, Bussi Luigi, Ciro Calise, Alfredo Giovannozzi, Marcenaro Rodolfo, Chiara Prato, Francesco Saverio Mazzone, Antonucci Francesco.
Trovato qualcosa di familiare? Certo!
Pensate un po’ al colle tra i tanti nomi “fake” come Bettega, Barbara D’Urso, Giovanni Malagò e Francesco Totti leggiamo anche il tabaccaio di Lacco Ameno, Mattia Buonocore e il barbiere del fungo, Ciro Calise.
Sorridiamo? Diciamo che il sorriso ci coglie, ma se entrambi fanno parte dell’entourage di Domenico De Siano (che tra l’altro ha la compagna che esulta per l’elezione di Mattarella sui social network!), allora la rabbia o l’indignazione sale.
Che De Siano debba fare squadra, strategia di partito e ubbidire al padrone B ci sta, ma che si metta a giocare con i nomi dei suoi amici, sa di beffa, di sberleffo e di presa in giro. Passi anche Mattia Buonocore, ma Ciro U’Barbier davvero non si può leggere. Meriti? Ah, si, dissesto del comune, debiti da paura e intimidazione con inseguimento di una vigilina perché lo aveva multato.
Un gioco, di quelli tristi e dove c’è poco da ridere che, nonostante rientrino nella tattica politica di annullare il voto o la votazione, mostrano il lato idiota della nostra politica. Non è che Bettega o Totti siano meglio di Mattia Buonocore e Ciro Calise, ma pensare che una boutade nata al bar di Lacco Ameno arrivi in Parlamento ci pone nella giusta prospettiva di valutare i protagonisti.
Alla fine sorridiamo. La scheda doveva essere annullata e, perché no, poteva anche essere annullata, a questo punto, con Ciro U’Barbier e con Mattia U’ Tabaccar: almeno avremmo avuto la ribalta mediatica. Neanche in questo siete capaci.
Carissimo “giornalista” – o “giornalaio” – le invito a consultare le liste elettorali delle ultime elezioni lacchesi. Così forse vedrà chi erano gli alleati del Senatore De Siano, capendo chi negli ultimi due anni ha regalato la più grande risorsa economica lacchese – il porto -, e ,quindi, chi ha portato allo sfascio definitivo il nostro paese, dando la colpa sempre agli altri, quando, oltretutto, negli altri c’è sempre stato…
Raffaele, credi che stiamo esaltando il Senatore De Siano? Rileggi. Riprova.
Sarà anche un “giornalista” – o “giornalaio” – ma credo che lei ci sia, non ci faccia. Ho riletto, riprovato come mi suggeriva lei e non ho visto nessuna esaltazione per il Senatore De Siano, né nel suo articolo né nel mio commento. Volevo solo ricordarle che non è stato uno dei votati a portare il paese al dissesto, ma la scellerata amministrazione degli ultimi 10 anni. E, a detta sua e di qualche suo amico, le ultime elezioni non contano, è come se non fossero mai avvenute. Prima di scrivere si informi sul perché dello scioglimento delle partecipate, ed in particolare di una di esse, e vedrà che i votati al Quirinale in questo proprio non c’entrano. Non saranno Santi ma proprio non c’entrano. Le pongo un ultimo quesito, che nell’ultimo commento già le avevo fatto ma che probabilmente non avrà letto: CHE FINE HA FATTO IL PORTO DI LACCO AMENO? Chi lo ha regalato a chi?
Concludendo, prima di scandalizzarsi per due voti, che sono frutto di un sistema demente in una Italia alla sfascio, dove gente come lei fa del “giornalismo”, si scandalizzi per delle cose più serie. È bello dire che è sempre colpa degli altri.