Il sostituto procuratore della Repubblica Raffaele Tufano ha firmato la citazione a giudizio nei confronti di Francesco Ferrandino, attualmente detenuto agli arresti domiciliari, per i fatti accaduti nella notte del 26 aprile scorso a Ischia Ponte. E’ accusato del reato di ricettazione e di danneggiamento con conseguente incendio di alcuni automezzi ed uno in particolare finanche spinto in mare per motivi del tutto sconosciuti. Una bravata di cui dovrà rispondere dinanzi al giudice che si occuperà di lui prossimamente, per avere il suo difensore di fiducia depositato istanza di revoca degli arresti domiciliari. Motivando che il tempo trascorso e l’atteggiamento tenuto fin qui nelle quattro mura domestiche rendono scemato del tutto il provvedimento adottato dal giudice per le indagini preliminari all’udienza di convalida. Per non aver più compiuto bravate o colpi di testa che lo avevano contraddistinto anche nell’altro episodio, per il quale è imputato del reato di tentato omicidio per aver impugnato una katana e indirizzata, con fare minaccioso, nei confronti di un ragazzo che si trovava in compagnia di coetanei nel parcheggio di via Sogliuzzo ad Ischia. Sfiorandolo quel tanto che bastò per ferirlo lievemente al torace.
Il tribunale ha già stabilito la fissazione dell’udienza dibattimentale, durante la quale le parti si sono impegnate ad elencare i mezzi di prova, per l’accusa e per la difesa, e solo successivamente la parola passerà ai testimoni. In particolare agli agenti della polizia giudiziaria che svolsero tutti gli accertamenti e che acquisirono i tratti somatici del presunto responsabile grazie ad alcuni filmati di telecamere poste in particolar modo sul Piazzale Aragonese ad Ischia Ponte. Una bravata che alla famiglia è costata già un bel po’ di soldi avendo dovuto risarcire (parzialmente) alcuni dei proprietari dei veicoli coinvolti nell’incendio o per essere stati seriamente danneggiati.
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