Julio Velasco, all’epoca in cui era commissario tecnico della nazionale italiana di volley, coniò un’espressione rimasta nella storia che dipinge alla perfezione le reazioni delle parti all’esito di una competizione: “Chi vince festeggia, chi perde spiega.”
Dopo aver tentato in tutti i modi, giustizia ad orologeria compresa, di sovvertire l’esito di una tornata elettorale le cui proiezioni, nonostante tutto, erano già tutt’altro che rosee, il centrosinistra ha puntualmente cominciato, avendole buscate ancora una volta, a sminuire l’importanza della vittoria del centrodestra in Liguria. I vari Schlein, Conte, Renzi, Bonelli e compagni hanno esordito nelle loro dichiarazioni col rendere onore a quello che hanno definito il vero vincitore della competizione, cioè il 7% in più di astensionismo; poi sono stati condannati i veti ad personam, sottolineati i problemi esistenziali in seno al cosiddetto “campo largo”, posto l’accento sulla debacle mai troppo annunciata e prevista -a loro dire- del Movimento Cinque Stelle e sull’importanza delle liste civiche a sostegno di Bucci che avrebbero fatto la differenza (come se loro non avessero avuto modo di presentarne). Ma l’epitome del tutto è stato il proclama della segretaria del PD, quando ha affermato ancora una volta che bisogna continuare su questa strada, che è la strada di chi è contro questo Governo e questo centrodestra. Ne sono lieto, sperando che i suoi la prendano in parola e non arrestino la diaspora e la caduta libera di un centrosinistra sempre più inconcludente e incapace in senso assoluto. Chiaramente a nessuno di loro, così come ai tanti compiacenti commentatori, è venuto in mente di chiedere quanto abbia inciso sul tanto decantato successo del PD nel capoluogo ligure la nomina del loro ex segretario provinciale di partito alla guida del tanto discusso Ente Bacini di Genova, dopo l’inchiesta che ha portato all’arresto, alle dimissioni e al patteggiamento di Toti.
Una cosa è certa: quando il centrosinistra italiano vince le elezioni, come successe alle ultime regionali in Sardegna, la sua vittoria ha sempre migliaia di genitori, squilli di tromba e infiniti trionfalismi. Allorquando a vincerle è il centrodestra, ci sono sempre scuse, spiegazioni, cause, concause e demeriti da ascrivere ai perdenti per tentare di sminuire il risultato dell’avversario.
Adesso, però, non soffermiamoci più di tanto su queste bassezze senza tempo e concentriamoci dritti dritti sui prossimi due appuntamenti: il primo, martedì prossimo, con le elezioni americane che -me lo auguro di tutto cuore- decreteranno la sconfitta di Kamala Harris, prima che la vittoria del mio beniamino Donald J. Trump. E poi, tredici giorni dopo, aspettiamoci uno splendido “bis” in Umbria e, perché no, un improbabilissimo miracolo in Emilia Romagna.
Daily 4ward di Davide Conte del 30 ottobre 2024