Iniziamo la pubblicazione a puntate di ampi stralci della relazione sul Piano di Ricostruzione post sisma dell’Isola d’Ischia per i Comuni di Casamicciola Terme, Forio e Lacco Ameno adottato dalla Giunta regionale. Nella Prima parte si descrive il processo di formazione del Piano.
In premessa si richiama la L. n. 130/2018 che prevedeva, tra l’altro, un’apposita pianificazione speciale finalizzata ad attuare le iniziative per la ricostruzione: «L’articolo 24-bis della richiamata legge, successivamente modificata e integrata, ha fissato gli obiettivi e il contenuto del Piano di ricostruzione (di seguito PdRi) finalizzato prioritariamente a disciplinare gli interventi per la riparazione, il rafforzamento sismico e la ricostruzione degli edifici danneggiati dal sisma o la loro delocalizzazione nel caso in cui la ricostruzione in sito non sia consentita dal rispetto delle disposizioni di tutela antisismica, coordinando, inoltre, le azioni di contrasto del dissesto idrogeologico e gli interventi di ricostruzione post-sisma. Il Piano assolve inoltre alla finalità di riqualificazione ambientale ed urbanistica nei territori dei Comuni di Casamicciola Terme, Forio e Lacco Ameno.
Ma, ancor prima, va sottolineato che il PdRi interviene necessariamente su un bisogno primario: la continuità nel tempo dei caratteri identitari dei luoghi nei quali le comunità si riconoscono. Questo tema è particolarmente cruciale per un insediamento fortemente provato, nella lunga durata, dai disastri naturali. In questo scenario, Il Piano si assume la responsabilità di definire le modalità di intervento sul patrimonio edilizio esistente, esito di un processo che coinvolge in primo piano gli enti specificamente preposti alla definizione delle misure di limitazione dell’uso del suolo in ragione dei livelli di rischio».
LA SPECIFICITÀ DEL PIANO
La relazione si sofferma poi sulla specificità del Piano, che «per le sue finalità e per le procedure di formazione e approva zione stabilite dalla norma, si distingue nettamente dalla disciplina ordinaria relativa agli strumenti urbanistici, configurandosi come uno strumento di carattere speciale. Inoltre, il PdRi si differenzia significativamente anche dagli altri piani di ricostruzione previsti per le regioni del Centro Italia colpite dal terremoto, sia per l’estensione dell’ambito di intervento sia per la sua natura.
«Il Piano di Ricostruzione di Ischia interessa un territorio molto vasto che abbraccia, anche se non completamente, il territorio di tre comuni, configurandosi quindi come un piano intercomunale. Allo stesso tempo però la norma istitutiva assegna al PdrI il valore di piano attuativo. Ciò implica una scala di dettaglio che obbliga a prefigurare quadri di riferimento da approfondire successivamente a livello di progetto architettonico. Allo stesso tempo quindi, il Piano di Ricostruzione assume un duplice ruolo: da un lato agisce come un piano sovraordinato al quale i Comuni dovranno conformarsi nella redazione dei propri piani urbanistici comunali; dall’altro si configura anche come un piano di dettaglio, di livello attuativo.
Questo duplice ruolo ha avuto un impatto significativo sulla struttura del Piano. La Regione, nel pieno rispetto delle competenze in materia di governo del territorio e in conformità al principio di sussidiarietà, ha dovuto trovare un equilibrio non semplice tra due esigenze. Da una parte, soddisfare i requisiti di contenuto stabiliti dalla legge speciale; dall’altra, evitare di sovrapporsi su decisioni che sono di competenza esclusiva degli enti locali.
La Regione ha inteso che il piano dovesse dare indicazioni normative e tecniche per la riparazione, il rafforzamento sismico e la ricostruzione degli edifici danneggiati dal sisma del 2017, o la loro delocalizzazione ove necessario, coordinando inoltre anche le azioni di contrasto al dissesto idrogeologico, rese ancor più necessarie dagli eventi franosi del 2022. In tal senso, alcune delle scelte di Piano non possono che essere subordinate alla piena attuazione del Piano degli interventi urgenti per la mitigazione del rischio idrogeologico e Programma degli interventi di mitigazione previsti dal Commissariato straordinario e dall’Autorità di Bacino dell’Appennino Meridionale. Così come un ruolo rilevante è giocato dalle manifestazioni di interesse per le delocalizzazioni volontarie, e dai Piani di demolizione dei fabbricati danneggiati, trasmessi alla Regione dal Commissariato.
Infine, un altro elemento che rende il Piano di Ricostruzione unico nel contesto degli strumenti destinati alla ricostruzione dei territori colpiti da calamità, è costituito dal fatto che la normativa stabilisce che il Piano abbia valore di “piano paesaggistico”. In tal senso, il PdRi si configura come variante del Piano Territoriale Paesistico vigente per i contenuti e le previsioni non conformi ad esso, nel caso in cui avrà conseguito il preventivo consenso del Ministero per la Cultura».
LE FASI DI ELABORAZIONE
«Nel maggio 2022, il Commissario straordinario con propria ordinanza (n. 17) ha disciplinato le procedure per l’adozione e l’approvazione del PdRi da parte della Regione Campania. Il processo di elaborazione del Piano, che si avviava in quella fase alla sua naturale fase conclusiva, è stato purtroppo bruscamente interrotto dalla terribile calamità che il 26 novembre 2022 ha colpito il territorio di Casamicciola, mostrando in tutta la sua drammaticità, ancora una volta, l’estrema vulnerabilità dell’area.
Le conseguenze di questo evento sono state enormi e hanno avuto ripercussioni rilevantissime sul Piano di ricostruzione. Sebbene il Piano già prendesse in esame problemi e criticità legati al dissesto idrogeologico, si è dovuto infatti confrontare con un fenomeno di portata inimmaginabile, che ha obbligato le istituzioni a una necessaria riconsiderazione dei contenuti essenziali del piano. I provvedimenti che si sono susseguiti e l’evidenza della gravità della situazione hanno reso necessario attendere i risultati dell’adeguamento della pianificazione di settore da parte dell’Autorità di Bacino Distrettuale, che ha dovuto ridefinire i livelli di rischio. Non solo: si son dovuti ottenere i risultati della valutazione dei danni subiti dal patrimonio edilizio, identificando gli immobili da demolire e pianificando una serie numerosa di interventi di messa in sicurezza e adeguamento».
GLI ELEMENTI COSTITUTIVI DEL PIANO
«Il Piano di Ricostruzione, composto da elaborati cartografici e descrittivi, si articola in due macro-aree principali: il quadro conoscitivo e il progetto di Piano. La conoscenza così restituita rappresenta un patrimonio insostituibile, essendo il primo risultato rilevante del lavoro svolto dalla Regione che ha consentito di sintetizzare e mettere a sistema una conoscenza diversificata prodotta da diversi soggetti (università, centri di competenza, Autorità di Bacino Distrettuale, ecc.). Il quadro conoscitivo (desumibile dall’elenco degli elaborati) è articolato nelle seguenti aree tematiche: inquadramento territoriale; intensità e danno del sisma 2017; intensità e danno della frana 2022; pianificazione sovraordinata; limitazioni all’uso del territorio; analisi idrogeologiche; analisi urbanistiche; analisi storico-archeologiche; componenti paesaggistiche; stato della ricostruzione.
Alcuni aspetti della costruzione del quadro conoscitivo vanno in particolare sottolineati e sono quelli relativi a due tematiche di grande rilevanza ai fini della definizione delle strategie di Piano. Il primo è relativo all’aggiornamento del Primo Stralcio funzionale del Piano per l’Assetto Idrogeologico dell’isola di Ischia che, in relazione alla frana del novembre 2022, ha ridefinito i livelli di rischio esclusivamente per il comune di Casamicciola Terme e quindi solo per una parte del territorio compreso nel PdRi. Ciò ha reso necessario, con il supporto di esperti del settore e mediante l’applicazione di una metodologia sperimentale, l’estensione delle previsioni anche alla restante parte del territorio in modo da ottenere una classificazione integrata dell’intera area in relazione al rischio idrogeologico.
In altri termini oltre alle necessità emerse nel corso dell’elaborazione del Piano di approfondimenti di tipo geologico connessi al rischio sismico finalizzati alla definizione delle Faglie Attive e Capaci (FAC), nonostante il piano avesse già incluso le analisi relative al rischio idrogeologico, a seguito della frana del novembre 2022 si è dovuta ampliare l’area di intervento includendo anche la parte del versante del Monte Epomeo da dove si è originata la frana facendo riferimento agli studi svolti dai consulenti tecnici e da quelli messi a disposizione dal Commissario straordinario. Inoltre, seguendo un approccio fortemente innovativo, le attività per la formazione del PdRi sono andate di pari passo, in profonda integrazione interdisciplinare, con quelle per la redazione del piano di gestione forestale dei boschi montani dell’Epomeo.
Il progetto di Piano si articola in due parti: disciplina ordinaria e disposizioni attuative. La prima comprende la perimetrazione dell’area, la individuazione degli Ambiti territoriali omogenei (ATO) e dello Schema Direttore. Le disposizioni attuative si sostanziano nell’articolazione dell’area del Piano in circa 2.550 Unità Minime di Intervento (UMI), corrispondente a un edificio o un insieme di edifici con i relativi spazi (coperti e scoperti), all’individuazione delle categorie di intervento e alla definizione della disciplina di dettaglio».
IL VALORE PAESAGGISTICO
«È noto che la Regione Campania ha da tempo attivato il procedimento di elaborazione del Piano Paesaggistico Regionale (PPR), da predisporre ed approvare d’intesa con il competente ministero. In tal senso, il PPR tratta l’intero territorio regionale prevedendo differenti livelli di tutela: un livello atto a definire prescrizioni d’uso immediatamente cogenti per i beni paesaggistici; un livello atto a definire indirizzi e direttive, riferiti all’intero territorio regionale, per la pianificazione territoriale e urbanistica.
Con un approccio innovativo, al fine di conseguire una salvaguardia integrata dei beni paesaggistici, il PPR ha raggruppato in “Ambiti di Tutela”, secondo criteri di omogeneità territoriale e caratteri paesaggistici, le aree dichiarate di notevole interesse pubblico portando alla definizione di 32 ambiti di Tutela per i quali sono definite le prescrizioni d’uso. L’applicazione di questa metodologia ha portato all’individuazione dell’Ambito di Tutela n. 20 che coincide con il territorio dell’isola di Ischia.
L’avanzato stato di elaborazione del catalogo dell’Ambito di Tutela relativo a Ischia ha quindi reso possibile la piena coerenza tra le norme relative alle prescrizioni d’uso delle componenti paesaggistiche individuate dal PPR e la disciplina prevista dal PdRi».