Oltre alla valutazione del piano ed alcuni scontri tra maggioranza e minoranza di lieve entità, il consiglio comunale di Casamicciola Terme ha “approvato” (termine improprio) e discusso sulla proposta di Piano di Ricostruzione dell’Isola d’Ischia. Al termine dei lavori durati poco più di due ore, il civico consesso ha approvato all’unanimità la proposta come emendata presentata al civico consesso.
Il Comune, nei prossimi giorni attiverà uno sportello dedicato per la presentazione delle osservazioni da parte di cittadini e su proposta della minoranza consiliari, sarà convocata la Commissione specifica per addivenire ad una proposta di osservazione da presentare al Piano redatta in maniera condivisa tra tutti i rappresentanti eletti di Casamicciola.
Prima dello scadere del termine previsto per le osservazioni fissato in 60 giorni, il consiglio comunale sarà convocato nuovamente per la redazione di un deliberato definitivo da allegare all’iter previsto dalla legge al fine di addivenire all’adozione definitiva del piano.
Giosi Ferrandino: “La sicurezza è al centro di questo piano”
Il consiglio si è aperto con l’introduzione della proposta di delibera dal sindaco Giosi Ferrandino: “Il diritto fondamentale di ognuno di voi è conoscere il destino delle vostre abitazioni, soprattutto alla luce degli eventi drammatici che ci hanno colpito, come il sisma del 2017 e la frana del 2022. Dobbiamo distinguere tra chi potrà rientrare nelle proprie case, chi dovrà attendere interventi di messa in sicurezza e chi, purtroppo, sarà costretto a trasferirsi altrove per tutelare la propria incolumità. È essenziale garantire a ciascuno di voi una soluzione concreta: sapere quale sarà la vostra nuova dimora e in quanto tempo sarà disponibile. Il piano che presentiamo rappresenta un punto di partenza importante. È frutto di un intenso lavoro coordinato tra Regione Campania, autorità di bacino, Protezione Civile e altre istituzioni. In una prima fase, la Regione aveva avanzato una proposta non condivisa con i Comuni. Di fronte alle nostre richieste, ha avviato un dialogo che ha portato a questa versione, migliorata grazie anche agli studi scientifici condotti dalle università e dai centri di competenza.
La sicurezza è al centro di questo piano, ma è fondamentale comprendere che il rischio zero non esiste. Tuttavia, possiamo e dobbiamo mitigare i rischi con interventi mirati e scientificamente fondati. Gli studi condotti hanno identificato le zone dove il rischio è mitigabile e quelle dove invece risulta impossibile intervenire senza azioni drastiche, come la delocalizzazione. Per questo motivo, il piano prevede interventi strutturali significativi. Tra questi, la realizzazione di vasche di contenimento per trattenere i detriti in caso di frane, il rafforzamento degli alvei per migliorare la funzionalità idraulica e l’installazione di reti corticali per prevenire distacchi di massi. Questi interventi richiederanno risorse ingenti e tempi lunghi, ma rappresentano passi necessari per la sicurezza del nostro territorio.
LA DELOCALIZZAZIONE
La delocalizzazione è un tema centrale e delicato. Molti cittadini hanno già richiesto volontariamente di essere trasferiti, comprendendo i rischi insostenibili delle loro abitazioni attuali. Stiamo lavorando per garantire indennizzi equi, sul modello di quanto fatto a Genova dopo il crollo del ponte Morandi, dove i cittadini sono stati risarciti per acquistare nuove abitazioni. Tuttavia, questa soluzione richiede una norma specifica, e siamo impegnati a livello governativo per ottenerla. Parallelamente, stiamo esplorando altre soluzioni, come l’edilizia residenziale pubblica. Stiamo individuando proprietà dismesse da acquisire per costruire nuovi alloggi sicuri. L’obiettivo è offrire a ogni famiglia una soluzione abitativa dignitosa. Nei casi più complessi, il Comune si impegnerà a supportare i cittadini con ogni mezzo disponibile. Un altro aspetto cruciale è far comprendere a chi insiste nel voler rimanere in aree insicure che ciò non sarà possibile. Studi scientifici rigorosi hanno certificato i rischi in queste zone. Ignorarli significherebbe mettere a repentaglio vite umane. Casamicciola è un territorio fragile, dove la conformazione geomorfologica concentra gran parte delle acque piovane dell’isola, aumentando il rischio di frane e smottamenti. Dobbiamo agire con responsabilità e rigore.
Per garantire trasparenza e partecipazione, ho chiesto all’ingegnere D’Ambra di illustrare gli studi e le soluzioni proposte. Voglio che tutti, cittadini e consiglieri, abbiano piena consapevolezza dei rischi e delle azioni necessarie per mitigarli. Non possiamo permetterci errori o superficialità. Il piano che stiamo discutendo oggi sarà oggetto di ulteriori osservazioni e miglioramenti. In questo Consiglio, maggioranza e opposizione avranno l’opportunità di formulare proposte. Inoltre, organizzeremo assemblee pubbliche per spiegare i dettagli del piano, ascoltare suggerimenti e rispondere a domande. Solo attraverso un dialogo aperto e costruttivo potremo raggiungere soluzioni condivise.
LA RICOSTRUZIONE
Non meno importante è il tema della ricostruzione. Per chi sarà delocalizzato, sarà fondamentale garantire tempi certi e soluzioni di qualità. Abbiamo il dovere di ricostruire un futuro sicuro e sostenibile per Casamicciola, ma anche di preservare l’identità storica e culturale del nostro territorio. Questo significa valorizzare strutture come le terme storiche di Piazza Bagni, che rappresentano non solo una parte del nostro passato, ma anche una risorsa economica per il futuro. Siamo consapevoli delle difficoltà e delle preoccupazioni di molti cittadini. Questa fase di transizione sarà complessa, ma il nostro impegno è massimo per garantire che nessuno venga lasciato indietro. La collaborazione tra istituzioni, tecnici e cittadini sarà essenziale per superare questa sfida. In conclusione, invito tutti a partecipare attivamente a questo processo. Ogni contributo sarà prezioso per migliorare il piano e per costruire insieme un futuro più sicuro e prospero per la nostra comunità”