Vittoria e Michelangelo – E’ passata decisamente sotto silenzio, qui ad Ischia, una notizia che sicuramente attirerà l’attenzione di una serie di personaggi del nostro contesto sociale che, da sempre, sono particolarmente attenti alla storia di Vittoria Colonna (mi vengono in mente, tra tutti, il prof. Nunzio Albanelli e l’avv. Giovannino Di Meglio).
Ve ne ripropongo uno stralcio di seguito, tratto da lastampa.it: “Sarebbe Michelangelo la figura nascosta nel disegno del ritratto di Vittoria Colonna che un gruppo di ricercatori della Federal University of Health Sciences of Porto Alegre ritiene di aver scoperto. In un articolo pubblicato sulla rivista Clinical Anatomy, il professor Deivis de Campos ha infatti spiegato di aver individuato quello che potrebbe essere un vero e proprio autoritratto di Michelangelo Buonarroti che lo stesso autore avrebbe nascosto tra i segni lasciati per disegnare il braccio e l’addome della Marchesa di Pescara. Si tratterebbe del secondo autoritratto che viene scoperto nelle opere di Michelangelo. Mentre in un’altra sua opera (un sonetto dedicato a Giovanni da Pistoia) Buonarroti si era disegnato con le mani protese verso l’alto, come se stesse dipingendo il soffitto della Cappella Sistina, stavolta il corpo del celebre artista appare piegato ad angolo acuto come se stesse chinato proprio nell’atto di lavorare a ritratto della Colonna.”
Il disegno in questione, esposto da anni al British Museum di Londra, testimonierebbe ulteriormente il fortissimo legame che la poetessa, sposa di Ferrante d’Avalos e “inquilina” intorno al 1500 del Castello Aragonese, aveva intessuto con il Buonarroti, includendolo tra le sue più ricorrenti frequentazioni proprio nel trentennio della sua permanenza ad Ischia. E per molti esperti, questa necessità di celarsi in alcune delle sue opere sarebbe stata una delle varie forme dell’artista di rappresentare la propria bisessualità.
Sarebbe carino approfondire al meglio il legame che Michelangelo possa realmente aver avuto con Ischia proprio grazie a Vittoria Colonna, a cominciare dalla denominazione diffusa tra la gente comune ed assegnata alla Torre di Guevara. Ma, per carità, che qualcuno si muova con la giusta conoscenza e dovizia d’informazioni e non certo con la superficialità dei soliti noti buontemponi di casa nostra.
Il Napoli – Io sono tifoso del Napoli e questo lo sapete praticamente tutti, amici Lettori. Oggi non aspettateVi né che Vi dica che la strada degli azzurri sia ancora in discesa né che l’attuale capolista si sia ormai involata verso la vittoria finale. Sapete qual è la mia considerazione? Quella di sempre, quella che avete letto puntualmente su questo Quotidiano. Ma oggi non è il momento di star lì a piangere sul latte che, oltre ad esser stato impietosamente versato, si è da tempo inacidito. Nulla cambierà dedicandoci ai commenti da bar sulla rosa incompleta o sulla taccagneria di De Laurentiis e men che meno continuando a rimuginare le solite “marchette”, federali e non, a vantaggio della Rube. Lasciatemi dire, però, che il nostro, grazie al Napoli, è rimasto l’unico campionato europeo con un minimo di storia, laddove nulla è ancora scritto e tutto può essere predetto secondo diverse chiavi di lettura, ma il cui finale di ben dieci giornate è ancora apertissimo. Qualche settimana fa scrissi che sarebbe bellissimo vincere lo scudetto dopo trent’anni e, come se non bastasse, con un punto di vantaggio sulla Juventus all’ultima partita in programma. E sono ancora di quella opinione, ben sapendo quale genere di sofferenza dovremmo sopportare noi tifosi per un risultato simile. E poiché, analizzando il calendario, non è che la nostra antagonista abbia esattamente delle passeggiate di salute al posto delle partite che le restano (molte big le mancano ancora all’appello), perché non continuare a sperare in una nostra nuova striscia positiva e in qualche suo passo falso? Hanno avuto il torcicollo dall’inizio del campionato fino a domenica scorsa, proviamo a farglielo tornare, anche in extremis. #avantiNapoli
Nunzia – Nella mia modesta storia personale ricordo di essermi imbattuto in tantissimi ammalati di cancro. Solo nella mia famiglia ne ho avuti ben nove di varie età, purtroppo, e nessuno di loro è sopravvissuto. Ma ho avuto anche tanti amici e conoscenti alle prese con questo “mammone” e in molti di loro ho visto reazioni abbastanza simili: a volte la voglia di riconciliarsi con il mondo intero, quasi per farsi perdonare di qualcosa; in altre l’egoismo, proprio di chi sa di aver molto bisogno d’aiuto e lo pretende incondizionatamente da tutti e a tutti i livelli, anche quello spirituale. Nunzia no! Parlo di Nunzia Mattera, la nostra concittadina casamicciolese che, grazie alla impagabile sensibilità del Vescovo Pietro Lagnese nel raccogliere più che prontamente una mia accorata “imbeccata”, l’ha posta agli onori delle cronache nazionali per la telefonata ricevuta da Papa Francesco in persona, domenica scorsa. Nunzia ha speso una vita per gli altri, in mille modi, e non avrebbe potuto smentirsi neppure davanti ad una sorpresa così grande e gradita. Ecco, quindi, che nel parlare con il Santo Padre non ha pensato a sé, ma alla “sua” Casamicciola, chiedendogli di “metterla” nelle Sue preghiere. Un gesto naturale, quello di Nunzia, che non ha invocato una benedizione o un’intercessione per sperare in una guarigione, ma ancora una volta ha badato al prossimo, alla sua terra natale, ad una realtà che oggi le riconosce la sua grande generosità attraverso un’autentica processione quotidiana a casa sua, ma che nei suoi anni di fervido impegno per il prossimo –mi ha confidato- non le ha risparmiato anche tante amarezze.
Ho conosciuto Nunzia ieri mattina perché aveva espresso questo desiderio a mia moglie, che va da lei quasi tutti i giorni. Mi ha definito, bontà sua, “un vero signore”, forse perché indossavo la giacca, o forse per il mio rituale baciamano; ma non mi ha lasciato andare prima di avermi strappato la promessa di lavorare per non far mancare ai bambini di Suor Edda e a tanti altri piccoli meno fortunati l’uovo di Pasqua. “Ne servono per maschietti e femminucce”, ha tenuto a specificare. “Sarà fatto”, le ho risposto. Perché ai veri grandi, a parer mio, non si può mai dire di no.
Grande Nunzia
E grande suor Emma che nel nostro piccolo come Scuola , quindi povera, cerchiamo di aiutare a Natale a Pasqua e con tante piccole cose . Piccoli gesti per Donne eccezionali .
Grazie anche a te Davide , che,come ti ha definito Nunzia ,sei un signore!