Al momento, non ho parole, proprio mi si strozzano dentro…Soffocano e partono nella mente, ripercorrono canzoni, momenti, emozioni. Le ho tutte chiuse nella testa come una sinfonia, vorrei cantarle, vorrei urlarle, ma niente,questa notizia mi ha fatto perdere la voce. Pino è morto.“Back home” è in viaggio verso casa, blusman appassionato, romantico, mito che ha voluto essere semplice, mancherà tantissimo, ma sarà li, nella memoria di una generazione che come me ballava da piccina sulle note di “Bambina”, di chi ricorda il suo 1°bacio sulla spiaggia ad un falò con le stelle e “Mareluna” di sottofondo, di chi è cresciuto con i sogni di musica, intonando le sue canzoni a squarciagola nei concerti e provando mille brividi dentro, ogni volta che alla radio passavano i suoi brani. Era l’immagine di Napoli, l’anima blues della sua città che nella sua arte esprimeva la delicatezza, la rabbia e l’amore. Si muore giovani Pino, a volte basta un attimo e non ci sei più, me lo hai ricordato oggi. Ma tu non sei morto, la tua voce è qui, negli auricolari, le tue canzoni sono con me, chiudo gli occhi e mi lascio andare al ritmo, Pino: “Che male c’è, che c’è di male, se chiudo gli occhi insieme a te, sto così bene”.