L’Organizzazione isola d’Ischia del PMLI esprime in primo luogo, il suo cordoglio per la morte delle due donne; si augura l’immediata guarigione delle varie decine di feriti; auspica il più veloce ripristino di una situazione che, certamente, non può prorogarsi per mesi ed anni, come si è verificato e si sta verificando nell’Italia centrale, così da permettere ai senzatetto di avere al più presto una casa; esprime inoltre profonda gratitudine ai volontari che hanno colmato anche i gravi ritardi delle forze istituzionali. Il governo Gentiloni deve ricostruire gratuitamente e velocemente tutto ciò che è stato distrutto.
Il terremoto che ha colpito Ischia ed in particolare il comune di Casamicciola, ha ancora una volta dimostrato che in certi eventi, e in condizioni perfino prive di forze particolarmente devastanti, è fin troppo comodo ed ipocrita parlare di calamità naturale!
I marxisti-leninisti dell’isola d’Ischia fanno notare che numerose abitazioni (di vecchia costruzione e recentemente realizzate, anche abusivamente) sono prive di ogni precauzione antisismica. Pertanto, ritengono estremamente fondate le osservazioni dell’USB Vigili del Fuoco Nazionale secondo cui “abbiamo bisogno di una riforma vera di tutto il sistema di protezione civile, fatta di prevenzione, previsione, ricerca ed infine di un soccorso tecnico urgente con mezzi, attrezzature e unità degne di un Paese che vuole salvaguardare i suoi cittadini”. Ad Ischia, come in tante altre zone del paese, non sappiamo neppure cosa sia un piano di evacuazione, un intervento preventivo. L’Aquila ieri, Amatrice dopo, Ischia oggi sono l’esempio di come il governo tratta noi e i luoghi in cui viviamo: la terra trema e le case ci cadono in testa.
L’Organizzazione isolana del PMLI ritiene che non servono le chiacchiere di chi parla ma non conosce la realtà dei fatti; non servono le passerelle, come quella ultima, del Ministro della Difesa Pinotti, sbarcata ad Ischia per consegnare una medaglia al piccolo Ciro, che è riuscito a salvare gli altri due fratellini intrappolati sotto le macerie. E’ una sceneggiata che non serve. Serve invece che i fondi per le spese militari delle “missioni” imperialistiche siano utilizzati per mettere in sicurezza il nostro paese.
Mobilitiamoci per costringere le giunte di “centro-destra e di “centro-sinistra” a pretendere scelte serie e concrete in difesa dei lavoratori, del paese e di quell’economia turistica, che si fonda solo su una pianificazione che rispetti i lavoratori, il territorio, gli interessi della collettività, espressione di quel Comune Unico, che la frammentazione clientelare dell’isola in sei comuni, continua a rinviare pericolosamente.