venerdì, Febbraio 7, 2025

Porta a porta, “sputtanati” da un ischitano!

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Gaetano Di Meglio | La notizia è rimbalzata in ogni casa isolana sin dal primo fotogramma, raggiungendo tutti su tv e smartphone: Ischia è tornata ad essere protagonista di una trasmissione televisiva della Rai, ma questa volta il tema principale non è il turismo o le bellezze naturali, bensì la triste storia della nave da crociera “Concordia” e il comandante Schettino. Il naufragio che ha visto protagonista la grande nave da crociera della compagnia Costa, si lega alla nostra isola in un modo sempre più evidente e, ironia o caso fortuito, a “tirare in ballo” Ischia ci ha pensato proprio un isolano che, facente parte del team creato per la difesa del comandante Schettino, ha avallato il grande equivoco con cui Bruno Vespa ha descritto l’isola d’Ischia.
La necessità di leggere quella delibera, analizzando il filmato, era quella di dare al telespettatore la sensazione della normalità dell’inchino effettuato al Giglio da Schettino e della volontà di Costa Crociera di volere quella manovra. Una volontà, diciamo, dimostrata anche da un atto pubblico e da un’intesa con una pubblica amministrazione. Ovviamente la pubblica amministrazione era quella di Ischia, l’esperto che difende Schettino di Ischia Ponte.
Un mix di malafede che stupisce. Passi per Vespa, passi per Schettino, ma se uno di noi, uno di Ischia si mette a giocare con la nostra credibilità allora, davvero, dobbiamo chiederci dove stiamo andanto.
Prima di raccontarvi come sono andate le cose è opportuno partire da una dichiarazione dello stesso Ferrandino. “Sono del posto” e “conosco bene l’atto”.
Rosario Ferrandino conosce talmente bene l’atto che non ha detto che i fondi erano destinati all’azienda pirotecnica che sparava i colpi a salve, non ha detto che nel 2005 i passaggi nel canale di Ischia e Procida erano frequenti e legali, non ha detto che quelle navi facevano bene alla nostra economia. Niente di tutto ciò. Anzi, quando Vespa ha più volte sottolineato che l’amministrazione pagasse la Costa, l’uomo di Ischia, non ha pensato di chiarire bene la delibera del 2005, ma ha preferito che si continuasse a costruire nell’immaginario italiano che Schettino non ha fatto nulla di male (32 morti!) e che Ischia pagava la Costa per fare l’inchino.
Venduti in diretta tv nazionale da un ischitano. Sciù è poco.

La trasmissione
Seduti sulle famosissime poltroncine bianche disposte a semicerchio, in studio oltre alcuni protagonisti della vicenda, il comandante d’Agostino della Capitaneria di Porto, c’era anche l’isolano Rosario Ferrandino.
Senza troppi convenevoli, Vespa entra nello specifico e, occhiali e fogli alla mano, legge la delibera di impegno di spesa messa agli atti nel 2005 dall’amministrazione Brandi.
“A proposito – dice Vespa – dell’inchino io ho qui una delibera dell’amministrazione comunale di Ischia del 2005 in cui viene fissato un contributo economico per scambio di saluto con la motonave da crociera Costa Fortuna, una assunzione di impegno di spesa.”
Continuano a leggere rapidamente alcuni passaggi puramente burocratici, arriva alla parte centrale del documento e scandisce: “la giunta comunale, premesso che è stata raggiunto un accordo con la Costa, considerato a carico del comune la spesa di tre colpi a salve da determinare in euro 1.500,00 oltre IVA, all’unanimità approva l’impegno di spesa.”
Una notizia forte che scatena le reazioni stupite del pubblico in studio e spinge il presentatore a chiedere al comandante della Capitaneria seduto tra gli ospiti: “per noi profani, ci dica, è normale tutto questo, cioè che uno si mette d’accordo con i comuni per fare l’inchino e avvicinarsi alla Costa?”
Il comandante risponde “non conoscevo questo documento, non ne ho mai sentito parlare e è la prima volta che mi capita di sentire una cosa del genere.”
“Lei non sa che la Costa o altre compagnie fanno dei contratti?” lo incalza Vespa. “Questo non lo so – risponde – posso immaginare, ma fine a giungere ad una sorta di contratto, non lo avevo mai sentito.” (Un contratto per effettuare l’inchino, ndr)
In un serrato scambio di battute, il presentatore Rai, fa un esempio concreto: “sia chiaro questo non è un contratto, ma è una delibera di spesa. Premesso che la Costa quel giorno alle 10.30 farà un inchino, si avvicinerà per consentire ai crocieristi di ammirare le bellezze di Ischia, delibera una spesa di 1500 euro per fare i botti. Non è un contratto, ma vi si avvicina.”
“La cosa non è accettabile ancorchè sia un atto pubblico” chiosa il comandante.
Ad intervenire, ora, è l’ischitano comandante Rosario Ferrandino, “questi passaggi avvenivano da circa 10, 15 anni e potevano quindi essere disciplinati da una ordinanza nel rispetto della regola 6 colreg 72, velocità di sicurezza con condizione meteo marine favorevoli e previa autorizzazione. Non è stato mai fatto anzi si è aspettato l’incidente per avere poi un decreto che regolamentasse la situazione.”
“Lei dice che potrebbe essere autorizzato, ma non mi risulta sia autorizzato – sottolinea il comandante D’Agostino – e non ero a conoscenza dell’esistenza di questo documento.”
“Io sono del posto, conosco il documento – dichiara Ferrandino – e questi passaggi sono sempre avvenuti, quando lavoravo da comandante ho visto sempre queste cose. Il controllo delle Capitaneria avveniva attraverso un sistema radio. Controllavano nel golfo di Napoli, sui traghetti che facevano navigazione di classe C oltre le cinque miglia dalla costa.”
La domanda allora, sorge spontanea: ma questi inchini venivano comunicati ed autorizzati dalle Capitanerie di Porto?
“Questo no, non sto affermando che erano autorizzati questi passaggi, ma si potevano disciplinare perché le Capitanerie non potevano non sapere” afferma Ferrandino.

14 COMMENTS

  1. e quindi ? Non capisco, c’è una malafede nel racconto di “porta a porta” oppure c’era un “contratto” per gli inchini della Costa? Non capisco la conclusione dell’articolo. E non capisco il danno per l’isola.
    Se c’è una delibera, c’era un accordo.

    • C’era un accordo con una ditta pirotecnica. Non c’era nessun inchino, perchè non c’era nulla di pericoloso o di fuori legge, considerato che Ischia e Procida stavano sulla rotta. Quindi c’è solo malafede nel voler far passare Ischia come l’isola che voleva gli inchini. dimostratisi poi fuorilegge e pericolosi

  2. Ma a che servivano i fuochi pirotecnici se il passaggio avveniva durante il giorno e precisamente verso le 10,00 ogni lunedi mattina?

    • Erano spari a salve. L’accordo con Costa Crociere consisteva in uno scambio di saluti. Ischia sparava i colpi a salve, il comandante della Nave, annunciava che a “dritta” c’era l’isola d’Ischia. Si chiama promozione, marketing, pubblicità.

  3. Vespa ha casa a Ponza e da buon Ponzese non perde mai occasione di parlare male di Ischia in quanto a belezza e cose carateristiche se li sognanno a Ponza!

  4. Il punto è che, a prescindere dalla regolamentazione, è il buon senso che avrebbe dovuto suggerire le giuste precauzioni da adottare nella manovra cosiddetta inchino. Provare a rendere tali manovre “normali” adducendo addirittura delibere ischitane non serve certo a chiarire le responsabilità ma forse ad intorbidire le acque. Poi sembra che le accuse vertano maggiormente su i tempi ed i modi dell’emergenza e dell’evacuazione. Forse su queste argomentazioni si potrebbe discutere di responsabile e co-responsabili. Le morti si sono avute per annegamento, non per l’urto contro lo scoglio.

  5. Salve, io penso che non bisogna criminalizzare gli inchini, se vengono fatti in sicurezza che male c’e’, a Ischia a Capri oppure al giglio, basta leggere le carte nautiche e mettersi in sicurezza, tutto sta nel saper fare una certa cosa.

  6. La carne sopra e i maccheroni sotto….adesso la colpa e di chi “scopre” le cose…la promozione turistica si fa con le strde senza buche e pulite non con i fuochi pirotecnici…..

  7. intanto a Venezia grazie al TAR, le grandi navi da crociera ritornano nel canale senza tanti problemi

  8. Credo che il contenuto dell’articolo, al pari di alcuni commenti su riportati, sia fuori strada e non abbia colto pienamente il senso dello scoop sulla delibera in oggetto. Sulla tragica vicenda e sulle gradate responsabilità dei soggetti coinvolti si verseranno ancora fiumi di inchiostro ma intanto, mi sia consentito esprimere la mia personale opinione. A parer mio, sulle ragioni dello scoop di Vespa non vi è da leggere alcuna criminalizzazione per Ischia e gli ischitani a causa della effettuazione del c.d. “inchino” (neologismo post Concordia) che rientra nella pratica di una operazione di promozione turistica più che legittima del Comune di Ischia, al pari delle altre località a vocazione turistica come il Giglio, Venezia, l’Italia e il mondo intero, senza scandalo alcuno. Parimenti fuori luogo la lettera al conduttore di “Porta a Porta” da parte dell’ex assessore Davide Conte il quale, nulla aveva da scusarsi e che bene invece aveva fatto ad accettare un consiglio di un concittadino che, da ex marittmo, ben sapeva della pratica svolta in tutto il mondo. L’intento dello scoop era ben altro! Non sarà certo sfuggito il tentativo di Costa Concordia di negare la conoscenza e la CONDIVISIONE di tale pratica, ovviamente da svolgere con cautela e sicurezza. Pare quindi più che legittimo per un collegio della difesa, per giunta in un processo penale, fare uso di ogni documentazione pubblica – per altro magari pure reperibile in internet – al fine di applicare il diritto alla difesa. Diritto legittimo, fino a prova contraria, almeno fino alla comminazione di una condanna definitiva. Pertanto, in tale ottica, nessuna criminalizzazione o “sputtanamento” di chicchessia!

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