giovedì, Novembre 14, 2024

Porti, approvata la riforma: Napoli e Salerno insieme

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Al via la rivoluzione che accelera la nomina del nuovo presidente dell’Autority

Il Consiglio dei ministri ha approvato Il decreto di “riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione delle autorità portuali”, presentato dal ministro Marianna Madia. Il provvedimento – si legge in una nota – si inserisce nelle politiche e nelle azioni per il rilancio della portualità e della logistica intrapreso dal ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio.

Insieme ad altre azioni in corso, il decreto punta sulla competitività dei nostri porti e sostiene il ruolo dell’italia, attraversata da quattro corridoi ferroviari ten-t, come hub nel mediterraneo e piattaforma logistica europea. La semplificazione delle procedure per facilitare il transito di merci e passeggeri, la promozione di centri decisionali strategici rispetto all’attività di porti in aree omogenee, la riorganizzazione amministrativa, il coordinamento centrale del ministero sono i princìpi centrali del decreto.

Rispetto agli attuali 113 procedimenti amministrativi, svolti da 23 soggetti, funzioneranno lo sportello unico doganale e dei controlli, da realizzare sotto il coordinamento funzionale dell’agenzia delle dogane, e lo sportello amministrativo unico, un front office per tutti i procedimenti amministrativi e autorizzativi che non riguardano le attività commerciali e industriali. Due sportelli che abbasseranno drasticamente i tempi di sdoganamento e amministrativi, oggi imparagonabilmente più lunghi rispetto ai maggiori porti internazionali.
Semplificazioni e risparmi, inoltre, per arrivi e partenze delle navi.

I porti italiani vengono riorganizzati in 15 autorità di sistema portuale, centri decisionali strategici con sedi nelle realtà maggiori, ovvero nei porti definiti core dalla comunità europea.
Le sedi di autorità di sistema portuale sono: Genova (che accorpa Savona), La Spezia, Livorno, Civitavecchia, Cagliari, Napoli, Palermo, Catania, Gioia Tauro, Taranto, Bari, Ancona, Ravenna, Venezia e Trieste. Il decreto prevede che alle nuove autorità di sistema portuale faranno riferimento 54 porti di rilevanza nazionale. Le regioni possono chiedere l’inserimento nelle autorità di sistema di ulteriori porti di rilevanza regionale.

L’autorità di sistema portuale sarà governata in modo snello: il presidente, il comitato di gestione, cioè un board ristretto a poche persone, il segretario generale, il collegio dei revisori dei conti. Rispetto agli attuali comitati portuali,

si passa da circa 336 membri a livello nazionale si passa a circa 70.

Molti sono, oggi, gli strumenti su logistica e portualità messi in campo dal mit che rafforzano i porti per affrontare le sfide globali dei porti italiani, quali il raddoppio del canale di suez, il gigantismo navale, la necessità di attrazione di investimenti e di grandi partnership industriali, aumento della concorrenza in nord europa, nord africa, pireo, area baltica, far east.

FONTE REP.Immag.Ship and Shore

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