domenica, Febbraio 2, 2025

Porto di Lacco Ameno, è scontro di post: Pascale su Facebook, Perrella su Instagram

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Gaetano Di Meglio | Se questo è un porto… Il sindaco di Lacco Ameno, nella sua azione di tozzabancone politico per placare gli animi dei suoi consiglieri comunali “allo sbaraglio” (non si è mai visto una debacle così dura e amara da accettare come quella della pubblica amministrazione di Lacco Ameno contro il privato Perrella), ha dovuto fare un altro atto di “tozzabancone” per placare la rabbia dei suoi.
Immaginiamo la chat del gruppo “consiglio Lacco” e i commenti e le foto. Codino che scrive “con i nostri soldi”, la maestrina aggiunge “li dobbiamo cacciare” e qualche altro personaggio inserito nel gruppo anche senza titolo “libertà, libertà” ricordando i bei tempi della campagna elettorale.
Da tutto questo che abbiamo immaginato, poi, è arrivato Luca nazionale e ha fatto il suo lavoro di pregio.

E così, all’improvviso, in questo coming out istituzionale Giacomo Pascale con la scusa dei maxi yacht attraccati al pontile del Fungo trova l’occasione per attaccare, ancora una volta, il nemico giurato del comune di Lacco Ameno: l’ex compagno di merende Giuseppe Perrella e la sua Marina di Capitello scral.
“DARE SENZA RICEVERE, BENVENUTI A LACCO AMENO” è il titolo del post con tanto di fotomontaggio che poi continua con “Le barche, yacht di lusso, un pontile illuminato, un panorama mozzafiato. Quanta bellezza, che fascino. Siamo onorati di offrirvi i servizi. Siamo contenti che la luce che illumina i natanti, la fornitura elettrica con cui alimentate le Vostre “prese da terra”, l’acqua con cui pulite le vostre barche, il servizio di raccolta rifiuti siano all’altezza delle vostre aspettative. Noi cittadini che paghiamo tutti questi servizi, oltre le rate dei mutui per le strutture, e i canoni delle concessioni demaniali, senza incassare nemmeno un centesimo in cambio (da chi gestisce il porto – tra l’altro senza NESSUN TITOLO), vi diamo il benvenuto a Lacco Ameno”.

La replica di Giuseppe Perrella non si è fatta attendere e arriva con un altro post.
“Cari ristoratori, cari bar, cari lacchesi… dicono che non abbiamo titolo e non scrivono un atto, hanno perso 12 volte al TAR e al Consiglio di Stato, ci hanno esposto a spese legali per quasi un milione di euro ma continuiamo a prestare servizi da diporto di eccellenza, nonostante loro e nonostante i loro tentativi di far chiudere il porto. Offriamo l’acqua ai nostri e ai vostri clienti con le auto botti. Ma Lacco Ameno non merita di non avere un porto. Potremmo tenerlo chiuso ma voi siete più importanti di loro. Gli amministratori.”
Se non ci fosse da piangere, riusciremmo anche a ridere.

Tuttavia, però, senza voler parteggiare per alcuno, il punto di ricaduta di questa vicenda è sempre lo stesso: può un’amministrazione comunale confessare al mondo che non riesce a farsi pagare dal concessionario? Può, una pubblica amministrazione, ammettere di non riuscire a fare altro per il suo porto che un post facebook e qualche titolo di giornale?
Può una pubblica amministrazione gestire in maniera pessima una vicenda così importante e privare la sua collettività di una infrastruttura che porta economia e benessere?
Senza girarci troppo attorno e, soprattutto, senza voler portare acqua al mulino di Perrella, può una pubblica amministrazione creare – ad arte – una condizione di così grande precarietà, da regalare ai competitor clienti?
Volendo anche inseguire il disegno di Giacomo Pascale e dei suoi “consiglieri allo sbaraglio”, in questa brutta copia della “corrida portuale”, è giusto che l’economia di Lacco Ameno, in questo strano 2023, dica no al traffico dei grandi yacht?

E, sempre seguendo il pensiero di Pascale, cosa cambia rispetto agli anni scorsi? Nulla! Se è vero come dice il sindaco, Perrella non ha pagato neanche lo scorso anno e gli anni addietro. Perché, allora, quest’anno (che, diciamocelo, è l’ultimo) Lacco Ameno deve rinunciare all’economia che nasce dal porto?
C’è un famoso aforisma che ci aiuta a commentare, in conclusione, questa storia. Giò, come dire, Pascale è un po’ come quello “che per fare il dispetto alla moglie si tagliava le palle…” E lo fa sui social. E chi perde è Lacco Ameno….

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