Il porto di Lacco Ameno è stato affidato per i prossimi cinque anni al gruppo di persone che sono il riferimento diretto di Domenico De Siano. I fidati. Quelli scelti. Per questo Domenico non si è scelto Pascale o Carmine Monti: che si sono dimostrati inutili ed archiviabili, ma ha scelto il cecchino fidato. Quello che non fallisce: Giuseppe Perrella. Di questo affidamento, però, la cosa peggiore è il silenzio di tutti. Commentatori, politici attivi e non, criticoni da web e da bar. I tanti cultori del comune unico che restano con la testa abbassata, per ora, alle vicende del loro comune vorrebbero, poi, parlare in merito alle scelte comune. De Siano vince e si prende il porto senza che nessuno abbia detto una parola. Ci siamo opposti con tutte le nostre forze a questa iniziativa poco chiara. Ma siamo stati soli. Nessuno si è indignato. Nessuno ha sentito il dover di dire una parola. Perché? Facile. E’ una cosa di Lacco Ameno e quindi se la piangessero loro. Secondo, non ci conviene prendere posizione contro De Siano. Se Giosi avesse fatto la stessa cosa ad Ischia, saremmo arrivati al sangue. Se lo avesse fatto Del Deo a Forio, non lo immagino neanche. Ma De Siano, che potrebbe essere l’alternativa e la linfa vitale di personaggiucoli e personaggetti senza identità non si tocca. Un silenzio che rende tutti complici di una delle porcate peggiori che la storia moderna della nostra isola ricordi.
La speranza nella magistratura è relativa e appesa ad un flebile filo. Interverrà? Non interverrà? Quando? Domande inutili. Resta la tristezza di aver assistito a tutto questo. Resta l’orgoglio di essere stati soli contro un sistema ed un potere. Che nessuno si lamenti. State tutti zitti.