L’Amministrazione comunale di Serrara Fontana rimette mano alla gestione del porto turistico di Sant’Angelo per prepararsi alla prossima stagione turistica, nell’auspicio che sia quella del definitivo rilancio.
Ma la Giunta presieduta da Irene Iacono, nell’approvare la delibera di indirizzi proposta dall’assessore Eugenio Carlo Mattera, ha dovuto tenere conto anche delle novità registrate nella materia delle concessioni demaniali marittime.
La concessione di cui è titolare il Comune, tra specchio acqueo e aree a terra, alla luce della legge approvata nel 2020, conserverà validità “automatica” per i novanta giorni successivi alla dichiarazione di cessazione dello stato di emergenza dovuto alla pandemia, il cui termine attuale è il 31 marzo (e il governo non è intenzionato stavolta a prorogarlo). Come c’è da adeguarsi alle sentenze del Consiglio di Stato del novembre scorso, che recependo le direttive comunitarie «ha annullato la proroga delle concessioni demaniali marittime al 2033 ritenendola in contrasto col diritto europeo». Con la conseguenza «di una Modulazione degli effetti temporali della decisione al 31 dicembre 2023… Al fine di evitare il significativo impatto socio-economico che deriverebbe da una decadenza immediata e generalizzata di tutte le concessioni in essere, e tenuto conto dei tempi tecnici necessari perché le amministrazioni predispongano le procedura di gara richieste e, altresì, nell’auspicio che il legislatore intervenga a riordinare la materia in conformità ai principi di derivazione europea».
Sono questi i “paletti” entro cui operare. Ebbene, il Comune esercita direttamente la concessione, ma già dal 2015 era ricorso a una gestione “mista”. Gestendo in proprio il porto assumendo un coordinatore ed ormeggiatori e istruttori amministrativi ed invece esternalizzando quelli che sono definiti servizi strumentali e accessori. Per intendersi, ormeggio, disormeggio, guardiania e custodia. Questo modello “misto”, si evidenzia in delibera, ha dato esiti positivi e riscosso apprezzamenti. Una soluzione peraltro necessaria in quanto il Comune non dispone di personale qualificato da dedicare esclusivamente al porticciolo di Sant’Angelo.
Quindi si seguirà la stessa strada anche per il 2022, sperando che la diminuzione dei contagi consenta, come già avvenuto lo scorso anno, «un graduale ma progressivo riavvio delle attività economiche». E che non intervengano ulteriori problemi causati ora dalla guerra in Ucraina…
Un segnale di ottimismo, insomma, tanto da evidenziare che «oggi il diporto, dopo questo lungo e forzato isolamento, risulta indispensabile a mantenere in vita le attività che sono legate alla nautica per cui risulta necessario adottare soluzioni che garantiscano la piena operatività del porto turistico di Sant’Angelo». La gestione ordinata del porto è finalizzata a motivi di sicurezza, ad evitare fenomeni di abusivismo ed anche danni economici da mancati introiti.
Ottimismo ma anche cautela. Ed infatti si precisa che l’apertura del porto turistico «è, comunque, subordinata alla revoca delle limitazioni attualmente vigenti».
EVENTUALE AFFIDAMENTO PROVVISORIO
L’importante è prepararsi per tempo. E dunque si affideranno ancora all’esterno alcuni servizi ausiliari come appunto assistenza all’ormeggio, vigilanza, prevenzione e pronto intervento in caso d’incendio, pulizia dei pontili, accoglienza ed assistenza in ufficio. Presumibilmente per il periodo dal 15 aprile al 30 settembre ma con possibilità di proroga fino al 17 ottobre, sempre alla luce dell’andamento della pandemia e della effettiva domanda di ormeggio. L’affidamento avverrà con procedura aperta sotto soglia comunitaria con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Tuttavia nelle more dell’iter della gara, in caso di necessità, si potrà ricorrere (come già fatto in passato) ad un affidamento diretto provvisorio dal 15 al 30 aprile. Per non trovarsi impreparati ad eventuali flussi diportistici nel periodo di Pasqua ed evitare dunque disservizi. L’affidamento ha infatti tra l’altro l’obiettivo di migliorare la fruibilità del porticciolo e promuovere il maggior afflusso di turisti.
Allo stesso modo, come già fatto in passato, «la gestione diretta delle aree e dei servizi portuali, quale servizio di supporto specialistico per le attività organizzative e di coordinamento dei servizi e del personale sarà affidato a proprio personale da individuare a mezzo di selezione pubblica». Il cosiddetto coordinatore del porto.
Questa assunzione è già prevista nella programmazione relativa al triennio 2021/2023. A sostegno di tale scelta si ricorda che il Comune ha necessità di gestire la concessione demaniale fino al 2023 e dunque non sarebbero opportune assunzioni a tempo indeterminato.
Per tutto quanto riguarda queste attività, sono stati forniti indirizzi all’Ufficio Demanio. La società che curerà i servizi ausiliari dovrà essere in possesso di adeguata professionalità valutando le proposte qualitativamente più interessanti, «in particolare, l’organizzazione dei servizi a terra ed a mare, con il numero delle unità lavorative e le relative professionalità, le conoscenze delle lingue straniere e le esperienze…». L’affidatario ovviamente dovrà procedere all’assunzione del personale necessario, incrementandolo magari nel periodo di luglio ed agosto. Quanto alle tariffe, dovranno essere determinate alla luce di quanto previsto nella delibera approvata nel 2019 ovviamente con incasso a favore del Comune. L’impegno di spesa previsto per il triennio 2022/2024 ammonta a 120.000 euro da porre a base d’asta, ma è presuntivo.
Quanto al coordinatore dei servizio del porto, si prevede una eventuale selezione pubblica e viene indicato che l’iter si dovrà concludere quanto prima e comunque non oltre l’11 aprile. Formando apposita graduatoria per l’assunzione a tempo pieno o parziale «per esigenze stagionali». Per questa assunzione viene prevista una spesa di 17.000 euro.
Ovviamente la piena operatività del porto richiede anche altre attività e dunque il responsabile dell’Utc dovrà a sua volta farsi carico delle operazioni di montaggio e smontaggio dei pontili galleggianti, degli impianti elettrici ed idrici e degli altri lavori che dovessero essere necessari. Calcolando una spesa di 30.000 euro.
Il Comune si attiva e in fin dei conti a medio termine le linee sono le stesse fin qui seguite. Ma la delibera chiarisce anche che «il presente provvedimento costituisce atto di indirizzo ed è suscettibile di successiva variazione o riponderazione in virtù delle future esigenze emerse». La prudenza non è mai troppa, in particolare in un periodo in cui spirano purtroppo anche venti di guerra…