domenica, Aprile 6, 2025

PPR: il condono c’entra eccome! Ma… | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 2 aprile 2025



Ho ricevuto molti riscontri positivi sul mio 4WARD di domenica, in merito alla proposta del nuovo Piano Paesaggistico Regionale redatta da Soprintendenza e Regione e dell’ennesimo tentativo, con la sua eventuale adozione non opportunamente emendata, di ingessare ancora di più l’isola d’Ischia, piuttosto che indirizzarla in modo adeguato verso una fase di sviluppo e cogliere le opportunità di un futuro a portata di mano storicamente negatoci da una vincolistica ormai fuori dal tempo.Molti, però, hanno colto un aspetto apparentemente poco chiaro sull’argomento del mio editoriale, chiedendosi cosa c’entrasse il riferimento al condono edilizio e alle tantissime pratiche ancora in sospeso nei nostri sei comuni, accumulate e mai completamente evase negli ultimi quarant’anni: la risposta, credetemi, è estremamente semplice.
Nel piano paesistico del 1999 figurava una norma (l’art. 19) che prevedeva l’approvazione ad opera del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, di concerto con i Comuni interessati, di un piano di dettaglio relativo ai criteri da osservare per la definizione delle istanze di condono. Sulla base di quanto previsto da questa norma, non a caso, furono approvati nel 2001 a Ischia e Barano d’Ischia i cosiddetti “protocolli d’intesa” tra i Comuni e la Soprintendenza in materia di condono edilizio ai sensi delle leggi n. 47/85 e 724/94, della cui redazione si occuparono l’amministrazione Telese con il prof. Sebastiano Conte e l’amministrazione Gaudioso con l’immancabile esperto in materia, l’avv. Bruno Molinaro. 
Nell’attuale bozza del PPR 4.0 presentata la scorsa settimana al Mudis di Ischia, tale norma (o altra simile indicazione) non figura affatto. Viene spontaneo chiedersi, quindi, se si tratta di cecità o di colpevole ignoranza dei conditores o di svista voluta e studiata a tavolino, posto che la parola “condono”, alla luce dei tempi, fa inorridire indistintamente sinistra e destra. In entrambi i casi si tratta di un vulnus paradossale ed inspiegabile, perché se non si affronta il passato non si può guardare al futuro. E il PTP è strumento di programmazione che, per sua natura, dovrebbe necessariamente tener conto del futuro, pur non ignorando il passato, considerato che la riqualificazione degli immobili abusivi è parte integrante di quel futuro. Vi pare?Ma ecco che proprio la difesa incondizionata di quel “futuro” dovrebbe suscitare un unanime moto d’orgoglio da parte dei sei sindaci dell’isola d’Ischia, che senza troppi timori reverenziali di qualsiasi genere avrebbero il dovere di metterci la faccia e urlare a gran voce il loro dissenso per l’ennesima, pericolosa camicia di forza calata dall’alto del potere sovracomunale, pronta ad addensare ancor più a lungo sulle nostre incolpevoli teste la nube tossica della burocrazia e dell’immobilismo amministrativo. E allora, perché preoccuparVi di comprendere le ragioni del pur evidente addentellato tra PPR e condono e non concentrarVi, invece, sull’enorme pietra tombale che sta per essere calata sulle già risicate possibilità della nostra Isola di affrontare il futuro e lo sviluppo che ne consegue, dicendo addio -ad esempio- a futuri nuovi approdi turistici che si rispettino, alla semplice manutenzione di immobili ante ’45 compresi nelle cosiddette “città storiche” come Ischia Ponte, o alla possibilità per un proprietario terriero di consolidare i muri a secco del proprio fondo se non dopo una progettazione articolata e costosa dall’esito positivo tutt’altro che garantito?Se è questo che volete, continuando a guardare a quelle località ugualmente vincolate ma con ben altri strumenti di tutela a cui fare riferimento per crescere all’insegna del buon gusto e del rispetto delle regole, siete decisamente sulla buona strada da complici del definitivo declino della nostra realtà locale.

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