mercoledì, Gennaio 1, 2025

Presentati gli emendamenti per la proroga del Tribunale di Ischia

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Giustizia. Firmati da parlamentari del Partito Democratico e di Forza Italia

Paolo Mosè | Un piccolo spazio nella turbolenta politica italiana si è riusciti a strapparlo. La classe politica, infatti, in questi giorni è impegnata strenuamente a cercare di individuare il nuovo Presidente della Repubblica. E la settimana scorsa sono scaduti i termini per la presentazione di emendamenti alla legge di conversione del Decreto Milleproroghe che dovrà essere approvata entro il 31 marzo.

Su sollecitazione dell’Associazione Forense dell’Isola d’Ischia e di quelle dell’Elba e di Lipari, sono stati presentati diversi emendamenti con i quali i parlamentari del Partito Democratico e di Forza Italia hanno chiesto la proroga delle tre sezioni isolane, Ischia, Elba e Lipari. Altri due anni di purgatorio in attesa di tempi migliori.

Per chiedere in momenti di maggiore calma politica e di contrapposizione non aspra tra i partiti di arrivare senza alcuna polemica alla stabilizzazione. Per il momento gli avvocati si ritengono soddisfatti della proroga di due anni. Un limite imposto da un ragionamento prudenziale per evitare contrapposizioni con il Ministero della Giustizia ed in particolare con il guardasigilli. Impegnato in questi mesi con i massimi dirigenti del dicastero per riformare e rimodellare il funzionamento della macchina della giustizia. Più in particolare sui singoli tribunali presenti sull’intero territorio nazionale.

Evitare contrapposizioni e inasprimenti anche in ragione di forti pressioni che provengono dai territori ed in particolare dalla Regione Abruzzo, i cui amministratori locali e gli stessi rappresentanti della giustizia ritengono indispensabile il mantenimento di quegli uffici che per il Ministero sono scarsamente produttivi. Eliminare i piccoli tribunali che si portano appresso le Procure, gli Uffici gip e quanto è necessario per ritenersi un tribunale a tutti gli effetti. Anzi, da questi territori provengono ulteriori istanze per riaprire alcune sezioni distaccate che erano state chiuse per volere del governo Monti e del suo ministro della Giustizia Severino. Un avvocato di “grido” che rappresenta interessi di importanti imprenditori italiani e internazionali e che non ha un rapporto idilliaco con l’Associazione Forense.

PAROLA D’ORDINE PRUDENZA

I rappresentanti degli avvocati delle tre isole hanno ragionato in termini di convenienza e soprattutto di prudenza per evitare che il Ministero si ponga di traverso ed esprima il parere contrario per il governo. Impedendo sostanzialmente l’accoglimento delle proroghe.

Per la Campania particolare attivismo è del deputato Topo del Partito Democratico, ex conigliere regionale, che ha recepito le istanze dell’avvocatura ischitana ritenendo che sarebbe una vera e propria sciagura chiudere l’ufficio giudiziario sull’isola.

Se ciò si verificasse, si creerebbero dei veri e propri contraccolpi per la cittadinanza, per le Amministrazioni locali e le forze dell’ordine. Imponendo quotidianamente una massa pronta a trasferirsi al centro direzionale per presenziare ai processi nelle aule penali e civili. Paralizzando di fatto le attività degli Uffici Tecnici per i reati commessi per abusi edilizi, dei vigili urbani per quanto di loro competenza e soprattutto rendendo più difficoltoso il lavoro di Polizia e Carabinieri, che hanno già un organico limitato e dovendo trasferire i propri appartenenti al Corpo a Napoli alcuni servizi verrebbero a mancare. Nonché obbligando la stessa massa di cittadini a testimoniare, a difendersi, a richiedere un proprio diritto.

Gianpaolo Buono è stato a Roma una intera giornata e si è incontrato con diversi parlamentari di Camera e Senato per sollecitarli a prendere una posizione favorevole e a indurre i propri partiti a scendere in campo per salvaguardare le richieste che provengono da zone disagiate come sono le isole, in particolare quelle minori. A tenere in debita considerazione il deliberato dell’Ancim (l’Associazione dei Comuni delle Isole Minori) che ha trasmesso allo stesso ministro della Giustizia la richiesta di accoglimento quantomeno della proroga per evitare che si vadano a cristallizzare situazioni di estrema difficoltà per le popolazioni e non rendendo un servizio allo stesso Paese. Già le isole sono in difficoltà per mancanza di servizi primari che vanno dalla scuola ai trasporti, alla sanità e non si può in questa fase pretendere di eliminare con un colpo netto una struttura che vive sull’isola d’Ischia da secoli e che è sempre stata il vanto della intera comunità.

A BREVE NUOVO INCONTRO

C’è una particolare preoccupazione nella sostanza. Perché alcuni parlamentari, pur mostrando disponibilità, non si sono calati integralmente nella questione legata alle sezioni distaccate sulle isole. Non conoscendo i risvolti di un mancato accoglimento delle istanze.

Molti hanno firmato gli emendamenti, ma mostrano digiuno totale su ciò che si va a chiedere al Parlamento nella sua massima espressione del voto e né si conoscono i danni che verrebbero in caso di bocciatura degli emendamenti.

Alla fine di questi incontri romani si è arrivati alla conclusione che è meglio rivedersi dopo che i due rami del Parlamento e i delegati regionali si siano espressi sul Presidente della Repubblica. In modo da avere un confronto più chiaro e lucido e tentare di coinvolgere più deputati e senatori possibile per blindare gli emendamenti e consentire che il corso della giustizia prosegua per altri due anni nelle tre isole minori. Ischia senza dubbio è quella trainante per numero di processi nei vari settori, per il numero di avvocati impegnati e per la massima attenzione che la popolazione riversa su questo mondo giudiziario molto travagliato.

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