Il pubblico ministero Alberto Cannavale ha chiesto di fatto l’assoluzione per tutti gli imputati, accusati soprattutto di concussione, e non doversi procedere per prescrizione per i reati urbanistici. Assoluzione piena per tutti i capi per il dirigente della Erg Fulvio Cesario. L’unica condanna chiesta dal magistrato inquirente è quella del geom. Paolo Ferrandino a sei mesi di reclusione in ordine al reato per la violazione paesistica. Escono immacolati da questa vicenda, sulla base delle richieste della Procura, l’ex sindaco di Casamicciola Vincenzo D’Ambrosio, l’ex assessore dello stesso comune Stanislao Senese. La particolarità di questa requisitoria è che il pubblico ministero ha di fatto dimenticato di fare le sue richieste in ordine ai reati di falso contestati. Una vicenda legata alla delocalizzazione del distributore Erg che da Piazza Marina avrebbe dovuto essere trasferito nelle adiacenze dell’eliporto. Nata un’inchiesta esclusivamente per accertare se vi fossero violazioni alle norme urbanistiche e paesistiche. Con sequestri e dissequestri operati dal pubblico ministero con provvedimenti opposti del riesame. E ancora altri provvedimenti custodiali che alla fine hanno bloccato il realizzo dell’opera. Nell’ambito di quest’attività investigativa sono emersi altri particolari, in virtù della denuncia presentata dalla costituita parte civile Barulli, imprenditore del settore petrolifero che aveva anch’egli una volontà di realizzare un distributore di carburante sul molo di Casamicciola. La sua pratica ha avuto un lungo iter burocratico, fino a che non decise di ricorrere alla giustizia amministrativa. Ottenendo il rigetto. Sia i giudici del Tar che del Consiglio di Stato ritenevano la procedura adottata dall’Amministrazione casamicciolese del tutto regolare e comunque nel rispetto delle leggi.
Nella requisitoria il pubblico ministero Alberto Cannavale è partito per così dire dalla fine. Formalizzando le sue richieste, che soddisfano in buona parte le difese: «Chiedo l’assoluzione dell’imputato Cesario Fulvio per tutti i reati a lui ascritti. Egli, infatti, non ha mai sottoscritto alcuna richiesta per la delocalizzazione del distributore Erg, cosa che invece aveva fatto la sua società che rappresentava. Ha avuto la sfortuna di trovarsi in un momento sbagliato in un posto sbagliato».
Interventi secchi e mirati per descrivere i ruoli dei singoli imputati e allorquando si è soffermato sulla posizione dell’ex sindaco di Casamicciola Vincenzo D’Ambrosio, ha aggiunto: «Voglio precisare che per il reato cosiddetto voto di scambio siamo nell’ambito della prescrizione. Per quanto attiene al reato di concussione, questo pubblico ministero chiede l’assoluzione perché il fatto non sussiste. Come preciserò nel prosieguo della requisitoria. Stesso discorso vale per l’altro imputato, Stanislao Senese, concorrente con il D’Ambrosio. Per Paolo Ferrandino chiedo il non doversi procedere in ordine ai reati urbanistici per intervenuta prescrizione, la condanna a sei mesi per la violazione paesistica».
E qui entrano le valutazioni non solo sotto l’aspetto penale, ma sulla realtà territoriale, che secondo il pubblico ministero ha sempre mostrato delle situazioni alquanto particolari e a volte anche pittoresche. Come il comportamento di taluni testimoni che non sarebbero riusciti mai a dire la verità, né a uniformare i fatti come si sono realizzati: «Questa vicenda – ha proseguito il pm – va letta in un modo particolare, per il colorito che ne è emerso in tutto questo dibattimento. Perché sulla vicenda Barulli quest’ultimo chiede che gli venga concessa la possibilità di realizzare un distributore di carburante all’interno di un parcheggio. Una pratica che va avanti e poi si blocca e in questo lasso di tempo si va ad innestare un’attività concussoria. Questa sì realizzata, ma non dal sindaco D’Ambrosio, ma dal suo predecessore Giuseppe Ferrandino. E’ lui che induce, consiglia, spinge il Barulli per l’approvazione della pratica a condizione che l’assegnazione della gestione del distributore avvenga al Senese. A sua volta il Senese dopo diverso tempo abbandona la pratica Barulli e ne apre una nuova per chiedere la delocalizzazione in zona eliporto. Insieme all’Erg, ovviamente. In questo lasso di tempo il contenzioso del Barulli con il Comune di Casamicciola si amplifica, in quanto le sue richieste non hanno trovato alcun accoglimento, e si verifica un contenzioso ancora più aspro in sede di giustizia amministrativa. Il Tar respinge i ricorsi del Barulli e dichiara che l’attività posta in essere dal Comune è corretta».
C’è l’aspetto più tecnico della vicenda, legato ai permessi rilasciati, ed il pm fa un breve cenno a quanto accaduto nel 2009: «In pochi mesi il Comune approva in commissione la pratica, dando parere anche sotto l’aspetto paesistico. C’è da dire inoltre che nelle elezioni amministrative del 2007 il D’Ambrosio va dal Barulli e gli promette la delocalizzazione dell’impianto. La possibilità che possa ottenere il tanto richiesto distributore. Nell’analizzare i fatti così come sono avvenuti e dimostrati in questo processo, tutt’al più ci troviamo di fronte ad un reato di truffa e non di concussione. Difatti D’Ambrosio millantava qualcosa che non poteva essere né promessa, né era percorribile alla luce delle attività amministrative che erano state poste in essere e perché il Barulli non ne aveva i requisiti».
E poi lancia un fendente pesante a coloro che sono entrati nell’aula di giustizia ed hanno giurato di dire la verità, nient’altro che la verità: «In venticinque anni che svolgo l’incarico di pubblico ministero non si è mai verificato quello a cui ho dovuto assistere in quest’aula leggendo gli atti del processo. Ci sono stati cinque testimoni che per gli stressi fatti hanno detto cinque cose diverse. Soprattutto sulle modalità e sugli incontri con gli amministratori di Casamicciola per quanto attiene la vicenda Barulli. In particolare le dichiarazioni dei Barulli padre e figlio non sono affatto coincidenti. Non riferiscono esattamente come si sono svolti i fatti. In base a quanto raccolto non possiamo basare una sentenza di condanna, soprattutto per concussione, su quanto hanno riferito questi testimoni. Non ce ne sono le condizioni. Per il reato paesistico, invece, abbiamo gli elementi per basare la sentenza di condanna. Il reato paesistico è cristallizzato dal carteggio della Soprintendenza che ha accertato durante i lavori che rispetto al permesso a costruire e quanto poi realizzato, c’era una evidente discrepanza con l’avanzamento di sette metri dell’opera verso il mare. E questo è acclarato da documenti tangibili».
La costituita parte civile con il suo difensore ha spiegato di non condividere appieno le conclusioni della pubblica accusa. Ricostruendo la vicenda così come era stata esposta dallo stesso Barulli durante il suo lungo interrogatorio. Chiedendo la penale responsabilità del sindaco e dell’assessore dell’epoca di Casamicciola.
In difesa dell’imputato Paolo Ferrandino, il suo difensore avv. Gino Di Meglio, il quale ha rimarcato l’assenza «di ogni responsabilità in ordine al reato paesistico. Basta leggere con attenzione gli stessi grafici, la documentazione che è stata acquisita per ritenere impraticabile la richiesta del pubblico ministero di condanna». Ed infine non vi può essere alcuna colleganza al falso che viene addebitato al Ferrandino, anche per un altro aspetto non del tutto secondario, che la progettazione che si ritiene fosse stata firmata da lui, così non è stato. E per tutti questi motivi ne ha chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste.
Il difensore dell’ex assessore Senese, Rossetti, ha ricostruito i rapporti che intercorsero tra il Barulli e il Comune di Casamicciola. Secondo la difesa dichiarando il falso allorquando «inviò un documento nel quale asseriva che il Verde, gestore dell’impianto Agip a Casamicciola, fosse d’accordo per delocalizzare l’impianto nel parcheggio. Il Verde di questa sua presunta disponibilità nulla sapeva. Un escamotage che tentò di realizzare allo stesso modo certificando la disponibilità del Senese quale gestore del suo impianto. A spingere il Comune a concedergli l’autorizzazione. Circostanza del tutto falsa perché il Senese non aveva mai conosciuto il Barulli. Ed ancora il Barulli a sostenere in quest’aula che fu il sindaco Ferrandino a suggerirgli il coinvolgimento del Senese». Un’attività amministrativa che la parte civile avrebbe posto in essere cercando tutte le strade possibili per ottenere quanto voleva, ma che «si ritrovò ad ottenere una serie di rigetti sui suoi ricorsi presentati al Tar e al Consiglio di Stato. Dichiarando che la sua domanda era da ritenersi improcedibile. E si arriva a questo punto con la denuncia del Barulli in un momento in cui si trovava con le spalle al muro e con una sonora bocciatura della giustizia amministrativa. Una denuncia non contro il Ferrandino che gli aveva fatto la promessa, ma contro D’Ambrosio e Senese senza avere alcun sostegno». E conclude l’avv. Rossetti: «Quanto riferisce il Barulli sono tutte falsità, tant’è vero che nei suoi esposti e nelle dichiarazioni rese dinanzi all’autorità giudiziaria nasconde la verità allorquando riferisce di non saper nulla dei ricorsi al Tar, quando poi la sua società li ha depositati e sottoscritti nominando propri difensori. Dimostrando una marcata inattendibilità di un soggetto che aveva motivo di rivalsa contro gli attuali imputati per non essere riuscito ad ottenere quello che aveva chiesto. Come vi sono incongruenze macroscopiche sul famoso incontro al comune che lui asserisce essere avvenuto senza precisare la data, l’orario di quanto sarebbe avvenuto e soprattutto chi fossero i presenti».
Anche la difesa del Senese ha chiesto per l’ex assessore di Casamicciola l’assoluzione con la formula perché il fatto non sussiste.
Ma perchè questa pompa di benzina deve sorgere su un suolo pubblico? Perchè la erg non compra un terreno come ha fatto il benzinaio che ora sta ai pilastri o la agip a Forio?
E quanto paga la erg per la pompa di benzina che sta ora a Casamicciola?
Altrimenti vorrei anche io un paio di centinaia di metri quadri di suolo pubblico gratis per mettere su la mia azienda privata!!