Nel mirino dell’imprenditore l’ex sindaco D’Ambrosio, che dinanzi ai giudici aveva già sconfessato la parte civile
Nel processo per il distributore Erg a Casamicciola, che vede imputati Paolo Ferrandino, Fulvio Cesario, Vincenzo D’Ambrosio e Stanislao Senese, è stato il giorno del grande accusatore, Antonio Barulli, costituitosi parte civile in quanto si ritiene palesemente danneggiato. Mettendo nel “mirino” gli amministratori pubblici e in particolare l’allora primo cittadino Vincenzo D’Ambrosio, che risponde di concussione e voto di scambio, ma tirando in ballo nel racconto anche il suo predecessore Giosi Ferrandino.
Barulli ha confermato di «essere un imprenditore di vendita di carburanti e gas e diversi anni fa feci una richiesta per ottenere l’autorizzazione per l’installazione di un distributore. Come accade di solito, non ottenni alcuna risposta e di questo me ne lamentai con l’allora sindaco, che era, se ben ricordo, Giosi Ferrandino. Ricordo che in quel periodo gli amministratori mi fecero capire che per il buon esito dell’operazione, della pratica, avrei dovuto scegliere come gestore Nunzio Senese. Successivamente trasmisi una nota con cui mi impegnavo a concedere al Senese la gestione dell’impianto. Tutto è rimasto così, senza alcuna definizione. Né tantomeno io ho mai ricevuto una risposta di diniego alla mia richiesta. E’ rimasto tutto sospeso. Solo verbalmente mi venne chiesto di trasferire e di installare l’impianto di Piazza Marina che avevo al parcheggio adiacente all’area dell’eliporto. Ma niente per iscritto. Arrivano altre sollecitazioni, altre richieste e a quel punto decido di far eseguire una nuova progettazione dell’impianto. Ma anche questa pratica rimane ferma. Cambia il sindaco, con la nomina di D’Ambrosio, e lo incontrai prima delle elezioni. Quando venne eletto lo andai a trovare, parlammo del più e del meno. Lo incontrai la prima volta nella qualità di sindaco nel suo ufficio e gli chiesi se vi erano intoppi di ordine tecnico per capire quale fosse il motivo del perché non avevo una risposta in ordine all’impianto di carburanti. All’improvviso il sindaco si alzò dalla sedia, uscì e ritorno subito dopo con l’assessore Senese ed il primo cittadino mi chiese se ero d’accordo a conferire la gestione dell’impianto a Nunzio Senese. Non ebbi esitazioni e risposi di sì».
Invece, riferisce sempre Barulli, «dopo quell’incontro fui costretto a inviare ben due solleciti per capire per quale motivo non ricevevo alcuna risposta e al secondo venni a sapere che su quella stessa area dove io intendevo realizzare l’impianto, era stata rilasciata una concessione a realizzare tale struttura alla società Erg».
Alle accuse rivoltegli D’Ambrosio aveva già ribattuto dinanzi ai giudici, spiegando che c’era stata «una segnalazione fatta già nel 2002 ad altro sindaco e che poi si è ripetuta nel tempo quando sono stato io a prendere le redini dell’amministrazione di Casamicciola».
Negando di conoscere il Barulli, ma di averlo incontrato solo due volte casualmente: «Una prima all’interno di una pizzeria, quando si avvicinò e mi raccontò di alcuni suoi problemi fisici. Dopo averlo rassicurato, gli strinsi la mano e lui si allontanò. Al titolare dell’esercizio commerciale chiesi notizia per sapere chi fosse questa persona e mi fu detto che era tale Barulli e il discorso finì lì. La seconda volta lo incontrai durante un matrimonio. Anche quella volta egli si avvicinò per salutarmi ed il colloquio fu abbastanza breve. Solo più tardi, quando è emersa questa vicenda giudiziaria, ho messo a fuoco questi due episodi e credo che il suo modo di fare possa essere in qualche modo legato per riferire poi che mi conoscesse, che aveva avuto dei contatti con me. Se me lo trovassi davanti ora, non saprei riconoscerlo, proprio perché quegli incontri furono talmente fugaci da ricordarli appena». Come pure ha smentito categoricamente di essere stato il pediatra della famiglia Barulli.