domenica, Gennaio 5, 2025

Procida, chiude una delle ultime salumerie: un pezzo di comunità che se ne va

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La chiusura di quella che può essere considerata una delle ultime salumerie dell’isola di Arturo, è una di quelle notizie che riportano indietro le lancette del tempo e che mette forse anche un po’ di tristezza.
In un’epoca in cui tutto è a portata di clic e la spesa si fa online o tra le corsie impersonali dei supermercati, la salumeria di Agostino, situata nel centro dell’isola e di fronte ai Giardini di Elsa Morante, è vissuta come un rifugio da chi la preferisce alla cosiddetta grande distribuzione.
Il profumo dei salumi, il sorriso dietro il bancone, la “chiacchiera” sui fatti locali, che vale più di mille promozioni e mille volantini.
“Salumi e formaggi, selezione blu” non è solo un negozio, uno dei tanti che quotidianamente abbassa definitivamente la serranda, ma un pezzo di storia e di identità dell’isola che, da qui a qualche giorno, scomparirà.

Dietro quel banco non c’è solo un commerciante, ma un custode di saperi e tradizioni. Agostino, l’anima di questa salumeria, non vende semplicemente prodotti: offre un’esperienza. Sa consigliare il pezzo giusto della “pancetta” o il formaggio perfetto per una ricetta, con la passione di chi conosce profondamente il proprio mestiere e lo svolge come un’arte. Entrare nella sua bottega significa fermarsi, prendersi una pausa dal mondo frenetico e ritrovare un frammento di umanità che oggi appare sempre più raro.

Alla stessa altezza, in alto, le batterie e le cialde del caffè convivono come vecchi amici, pronte a soddisfare necessità opposte ma ugualmente indispensabili. Poco più in là, il banco frigo svela un tesoro di freschezze: mozzarelle che sembrano portare con sé il candore del latte appena munto, formaggi che raccontano storie di pascoli lontani, prosciutti e salami che, con la loro lucentezza, invitano a cedere alla tentazione.
E poi c’è tutto il resto, quello che rende questo luogo una piccola oasi di vita: i cerotti, pronti a curare le piccole ferite del giorno; i prodotti per la pulizia della casa, che promettono ordine e purezza; e quei piccoli dettagli che sembrano messi lì apposta per ricordarti che ogni cosa ha il suo posto.
Ma ciò che colpisce davvero sono i prezzi, scritti a mano con un pennarello. Un gesto semplice, quasi antico, che parla di cura e attenzione. Non c’è l’asettica perfezione dei supermercati e delle strategie di marketing, ma qualcosa di più umano, di più vero. Ogni cifra tracciata sulla carta sembra dire: “Questo è per te, pensato con le mie mani”.

Persino il pavimento, vecchio quanto il negozio stesso, sembra far parte di quel piccolo universo. Le riggiole classiche procidane, consumate dal tempo, raccontano il passaggio di generazioni, di clienti che entrano, scelgono, sorridono. È un pavimento che scricchiola piano, come se volesse partecipare alla vita del negozio: un complice silenzioso che osserva e custodisce.
Mancherà quella porta sempre aperta, che non è solo un ingresso di un’attività commerciale ma un invito a sentirsi a casa.

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