Sulla vicina isola di Graziella, le dimissioni dell’Avv. Antonio Carannante, ex assessore al Bilancio, Ambiente, Vivara e Contenzioso, ha riacceso i fari sullo scontro politico tra maggioranza e minoranza consiliare. E dai “dialoghi” emersi di certo non se le sono di certo mandate a dire: Con una nota il gruppo “Procida per Tutti” ha di fatto attaccato pesantemente il primo cittadino:
“Il Sindaco Ambrosino continua a dimostrarsi un bugiardo seriale. Fin dall’inizio del suo mandato, ha preferito speculare su vicende giudiziarie che hanno solo sfiorato il Leader della minoranza consiliare proseguendo poi con un crescendo di dichiarazioni ambigue e fuorvianti fino alla ignobile sceneggiata della notte prima delle ultime elezioni. Da nove anni, il suo racconto è lo stesso: dipinge se stesso e il suo gruppo come i “buoni”, in contrapposizione a un presunto “male assoluto.” E molti procidani ci hanno creduto – e alcuni, incredibilmente, ci credono ancora.
La vicenda delle dimissioni del suo assessore tuttavia, ha finalmente svelato la realtà. Dietro la versione ufficiale dei “motivi personali,” si cela una verità scomoda: l’assessore si è dimesso in seguito a una condanna definitiva della Suprema Corte di Cassazione. Una notizia che il sindaco ha tenuto nascosta ai procidani e al Consiglio comunale per oltre un anno. E questo non è l’unico caso: ancora oggi il Sindaco tace su altre vicende giudiziarie che hanno coinvolto altri suoi assessori di rilievo.
Il sindaco Ambrosino invoca i “fatti personali” come giustificazione, ma in realtà ciò rivela solo l’uso spregiudicato che fa del suo ruolo, piegando la verità a proprio piacimento. Ha avvelenato la società procidana con falsità e ricostruzioni di parte, e ha manipolato le informazioni istituzionali, facendo della trasparenza un optional da utilizzare solo quando gli fa comodo
Questa vicenda rappresenta una ferita gravissima e segna la fine dell’ipocrisia degli slogan della “Procida che vorrei.” Procida non merita un’amministrazione che si è gonfiata di false promesse , e che sta danneggiato la reputazione della nostra isola.
In men che non si dica la risposta del Sindaco Dino Ambrosino: “È vero che la Giustizia ha messo ufficialmente la parola fine alla vicenda. Ma l’esperienza quotidiana che abbiamo gli uni degli altri sull’isola, ci consente comunque di farci un’idea.
C’è lo sbaglio evidentemente. Perché anche se sei nell’esercizio della professione, la gente ti legge sempre come persona delle istituzioni. Tuttavia, bisogna inquadrare correttamente la faccenda, si tratta di una situazione dove le dinamiche e le contestazioni riguardano innanzitutto i rapporti tra i privati.
Sarà per questo che non sono stato messo al corrente dei vari provvedimenti giudiziari, se non nell’imminenza delle dimissioni. Probabilmente la speranza era quella di avere frutto dal rito abbreviato, convinti che il fatto non costituiva reato.
D’altronde il Comune di Procida non è stato coinvolto nella vicenda e non sono arrivate comunicazioni che lasciavano spazio alla sua costituzione formale. Nessuno ha tratto profitto dall’esercizio della sua carica pubblica presso il nostro Ente.
Il percorso amministrativo va quindi avanti con disciplina e onore. Viviamo del nostro lavoro, conduciamo una vita di sobrietà e ci impegniamo per migliorare le condizioni del paese. Chi oggi accusa e insiste con le offese, ieri invocava il garantismo per sé e per il domani si accinge a preparare la vendetta. Ma siamo una piccola comunità, e conosciamo bene la storia gli uni degli altri”.
Ieri mattina la replica del leader di “Procida per tutti” Avv. Luigi Muro alle parole del sindaco:
“Il sindaco ci attacca dicendo che abbiamo perso il nostro garantismo. Innanzitutto noi continuiamo a dimostrare con i fatti che siamo garantisti. Qui ci troviamo davanti a una sentenza passata in giudicato, quindi non è più un problema dei tre gradi di giudizio. Garantisti sono coloro i quali, davanti a perquisizioni che avvengono a carico di importantissimi esponenti della giunta Ambrosino, non parlano, non fanno sfilate sotto casa, non si preoccupano dell’immagine che possa avere Procida, ma stanno in silenzio ad attendere.
Addirittura il sindaco scarica il suo assessore dicendo che sono problemi suoi. Sostanzialmente il Comune non c’entra niente. Non vogliamo entrare nella vicenda perché andremo a toccare delle corde di sensibilità. Ma anche in questa vicenda il sindaco dimostra la sua scarsa umanità e anche la sua scarsa tenuta istituzionale, scaricando e derubricando. Ma tutti sanno che non è così un problema di carattere personale legato alla professione dell’assessore. Il problema che noi poniamo col nostro post, che ha scatenato la violenta reazione di Ambrosino, è che non è giusto che il sindaco, nelle sue vesti istituzionali, dia informazioni parziali quando riguardano notizie importanti. Ci dica ad esempio per quale motivo è più di un mese circa che non nomina un altro assessore, Dica che ha problemi interni, non sa chi scegliere, ma sono anche dinamiche che possono accadere. Ormai l’amministrazione Ambrosino è diventata una stanca rappresentazione di quella che hanno voluto far credere ai cittadini. E ci sono lotte interne per chi deve fare l’assessore. È un dramma, no, ma i cittadini lo devono sapere”.