Francesco Cellammare, scortato da Gianpaolo Buono, ieri sera ha incontrato a Barano gli amministratori dell’isola. Un incontro per provare a ricucire la frattura tra l’avvocatura e l’amministrazione di Ischia. Una frattura acuita dopo l’aggressione vergognosa di alcuni esponenti della categoria che, su un gruppo Whatapp (che, secondo la Cassazione è equiparato ad un social network non essendo un sistema di comunicazione uno a uno, bensì uno a molti, giusto per dirlo alle capre che si permettono anche di commentare e dissertare!), hanno etichettato il sindaco di Ischia e la sua amministrazione come “falliti” e come “collusi con la camorra”.
Una frattura che nei prossimi giorni potrebbe rientrare. Si attende, infatti, un comunicato ufficiale dove l’Assoforense prende le distanze dagli avvocati “cafoni, ignoranti e violenti” come erano stati definiti dal Dispari.
Il summit, ospitato da Paolino Buono, nel comune dove Gianpaolo comunque è uno dei più potenti, ha portato buoni frutti. Dal “Protocollo Barano” nascerà la prossima azione, condivisa, avvocatura e amministrazione di Ischia nell’interloquire con il Ministero circa le condizioni non solo precarie ma anche amministrative, delle strutture di via Michele Mazzella per consentire sia l’esistenza del tribunale sia la possibilità di procedere a passo svelto verso la ripresa dei lavori dell’ex Pretura e l’inizio dell’iter per la realizzazione della Cittadella dello Studente.
Nel frattempo, il presidente del Tribunale, Ferrara, ha inoltrato al Ministero la lettera inviata da Giosi Ferrandino (e che Il Dispari ha pubblicato integralmente). Un atto dovuto per conoscenza e che, ovviamente, non può sfociare in nessun ordine di sgombero come da più parti annunciato (la capra è la stessa, quella che scrive o sotto dettatura o dopo averci letto la mattina), soprattutto perché dovrebbe emetterlo un altro ente. L’ente comune che, nel frattempo, ha chiesto al “Tribunale” e al “Minsitero” di incontrarsi e di risolvere il problema.
Il presidente deve prendere pubblicamente le distanze da quei quattro “cafoni, ignoranti e violenti” che tutt’ora,nonostante tutto quello che sta accadendo,e la pessima figura che hanno fatto fare a tutta la categoria non hanno il coraggio di uscire allo scoperto e scusarsi pubblicamente.
Giosi non può rompere con il potentato di piazza san Rocco, lo sanno tutti.Solo beghe di paese.
Qualcuno ha già dimenticato quale avvocato baranese ha elaborato il cosiddetto parere pro veritate, con il quale si affermava che le dimissioni di Giosi non erano valide e lui era ancora il legittimo sindaco di Ischia?
Collusi con la camorra sì, falliti no. I falliti saremo noi cittadini quando verrà fuori il debito del comune di Ischia.