Anche l’amore negli anni in cui sono stata adolescente e poi donna, si viveva diversamente da oggi. Sto scrivendo dell’amore tra due che si sceglievano. Ricordo con tenerezza che, quando avevo 12/13 anni, alcune mie amiche avevano sorelle più grandi che venivano notate da ragazzi e che cominciavano insieme un corteggiamento fatto di sguardi, di passare avanti casa a una certa ora, di mandare un bigliettino tramite un amico comune. Poi qualche domenica ci si aspettava fuori alla chiesa e si scambiava qualche parola.
E a questo noi più piccole assistevamo in modo curioso e anche coinvolgente. Se passando I giorni i due avevano desiderio di stare insieme e uscire a passeggio sottobraccio per il corso, allora LUI, andava a casa di LEI dopo aver preso un appuntamento, e di solito succedeva o di sabato sera o di domenica a ora di pranzo. Nei nostri vicoli, cioè zona Spiaggia di San Pietro a Ischia Porto, ci conoscevamo tutti e ci volevamo anche bene, e dico sempre perché forse avevamo poco di tutto. E io ero adolescente negli anni settanta, e non prima, quando mia madre mi raccontava che ai tempi suoi c’era più severità in famiglia e, addirittura si dava del VOI ai genitori.
Così, se il giorno prima una delle amiche ci diceva: “Sapete? Domani viene il fidanzato di mia sorella a parlare con mio padre, e mamma sta anche facendo un dolce” Noi subito ci organizzavano per stare intorno a quella casa e guardare. Arrivava il grande giorno, noi pronte e nascoste, lo vedevamo arrivare, vestito bene, con qualcosa in mano. Entrava e noi curiose sempre ferme. A un certo punto si sentiva il padre di lei dire alla moglie: “Metti un posto in più a tavola” e…noi ad applaudire così forte che qualcuno da dentro casa si affacciava sorridendo. So che quei momenti mi hanno e ci hanno fatto bene. Sì perché volevamo che tutto andasse per il meglio, pensavamo il bene eravamo felici con poco.
Così loro due erano finalmente “Fidanzati in casa” o come si diceva, Fidanzati ufficialmente”. Se invece la visita durava a lungo, e poi lui usciva salutando gentilmente, allora eravamo tristi perché il padre di lei, con qualche scusa, aveva chiesto tempo per dare il consenso. Il giorno dopo lei era triste e con gli occhi gonfi per il tanto piangere, ma sapeva che in qualche modo non avrebbe rinunciato a lui.
Così si formavano le coppie non fidanzate in casa, che non potevano passeggiare per il corso sotto braccio, ma che uscivano in comitiva per poi trovare un posto lontano da casa e appartarsi. Durante la settimana, siccome molti lavoravano a bottega per imparare un mestiere, in serata la coppia si vedeva a casa e non usciva. Poi la domenica, dopo che si erano ascoltate le partite di calcio alla radio, ci si preparava per la passeggiata. A una certa ora arrivava lui vestito sportivo e lei aspettava a casa. Dopo poco uscivano sottobraccio. Lei con gonna svasato o a pieghe stretta in vita, camicetta o maglietta abbinata, capelli cotonati e un velo di rossetto. Come erano belli e noi incantate, li vedevamo scomparire e girare per Via Roma. Molto spesso ogni coppia portava con sé una sorella di lei più piccola.
Quando ci penso ho come la sensazione che tutto seguiva dei ritmi scadenzati e che forse c’era meno fantasia e meno libertà di conoscersi meglio, ma c’era più attesa in ogni cosa, c’era quel non poter fare facilmente tutto, e il desiderio ci teneva carichi di emozione. Un grande senso di responsabilità spingeva I giovani a conservare i soldi per il matrimonio perché pagavano gli sposi tutto e solo in parte la famiglia. E come in ogni epoca anche nella mia, c’era chi non voleva seguire quelle tradizioni e appariva subito come un ribelle o una ribelle. Quante cose sono cambiate in meglio ma anche in peggio.
La libertà di poter trovare un ragazzo e stare insieme coinvolge meno le famiglie e questo, secondo me, è un bene, ma la mancanza di attesa perché ogni momento ci si può sentire vedere, secondo me è peggio. Eppure, voglio concludere dicendo che usanze o no, l’amore è sempre bello, e quando ci si ama, non c’è usanza che tenga, l’amore potrebbe sicuramente essere un’arma vincente in ogni contrasto, se fosse avvertito nel modo giusto.