Un mio amico ischitano al quale, come e più di me, stanno a cuore le sorti del nostro territorio, mi scrisse due giorni fa: “Serve una urgente iniziativa del Sindaco di Ischia che leggendo con gli occhiali della realtà la grave crisi del sistema assuma una iniziativa immediata e si faccia interprete, promotore e timoniere di una grande svolta difficile ma necessaria per fermare il declino, sviluppare l’economia, riportare il Turismo al centro della vita comunitaria, creare opportunità di lavoro. Enzo Ferrandino a) scriva un Manifesto per la Rinascita di Ischia in 7 punti come Depurazione, Spiagge e mare pulito, Qualità, Vivibilità, Mobilità, Identità, Efficienza dei servizi; b) chiami a raccolta le migliori energie del paese; c) si renda autonomo dalla partitocrazia aprendo a 360 gradi; d) formi una Giunta per la Rinascita. Ischia sta agonizzando!”
La situazione politica nel Comune capoluogo della nostra Isola è sotto gli occhi di tutti. Sembra di rivivere quanto accaduto a Casamicciola, quando Arnaldo Ferrandino venne meno ai patti convenuti con il Giosi che porta il suo stesso cognome pur non essendogli parente e, rifiutandosi di nominare suo vicesindaco il fratello di questi, firmò di fatto la sua condanna. Oggi ad Ischia sta succedendo più o meno la stessa cosa: il “gruppo dei quattro” che fa capo all’attuale eurodeputato, oggi ridottosi a “tre” per la (momentanea, a mio giudizio) defezione di Massimo Trofa, come raccontato puntualmente dal nostro Quotidiano, è pronto a firmare la sfiducia e la conseguente decadenza da Sindaco di Enzo Ferrandino.
Da una parte sono contento che Enzo abbia compreso di dover vivere di luce propria, scrollandosi di dosso l’ingombrante immagine del suo predecessore. Una scelta da me ampiamente auspicata in campagna elettorale, lo scorso anno, la cui puntualità fu dimostrata dallo squallido quanto delirante manifesto del bowling, il cui unico effetto fu quello di provocare il fastidio di tutti e di dare la chiara impressione di voler indebitamente accreditare a proprio favore la vittoria di Enzo, come per dimostrare di essere ancora lui a comandare e muovere i fili di certi burattini.
Oggi, tuttavia, è sotto gli occhi di tutti che Enzo Ferrandino non ha mai trovato il bandolo della matassa, più che averlo perso. La giunta tecnica è stata un fallimento assoluto, in cui è venuta fuori tutta la debolezza di un Sindaco che, purtroppo per lui, si illudeva di poter fare tutto da solo, occupando simbolicamente sei caselle salvo poi rendersi conto dell’indifferibile necessità di “piegare a libretto” e cambiare tutto. Ma a quanto pare non è affatto bastato, al punto da consultare la minoranza per debellare la dipendenza dal gruppo giosiano, ricorrendo alla creazione di una nuova maggioranza con il contributo dell’opposizione.
E qui torno a bomba sull’appello del mio amico! Personalmente sono contrario ad ogni forma di “caularone” (giusto per rispolverare il conio del mio Direttore che ha fatto scuola in tutta Italia sin da dicembre 2011). “Che l’attuale maggioranza -o quel che ne resta- (scrissi su Facebook lo scorso 23 maggio) sappia uscire con le sole proprie forze da quest’impasse; e che la minoranza si limiti a svolgere il suo ruolo, senza inaccettabili salti della quaglia.”. Ne consegue che non cambierei certo idea oggi così facilmente, specie dinanzi ad un Paese che di tutto ha bisogno tranne continuare a galleggiare per inerzia. Non credo che, pur volendoci provare, Ischia possa trarre giovamento da un’ipotesi del genere, pur consapevole delle urgenze indifferibili che andrebbero affrontate con piglio e capacità di gran lunga superiori alla cabina di regia che attualmente decide le sorti di tutti noi in quel di Via Iasolino. E allo stato non vedo, credetemi sulla parola, argomentazioni utili a convincermi del contrario.
Aggiungo, poi, che oggi il peggior commissario prefettizio risulterebbe senza dubbio più utile dell’amministrazione attualmente in carica, non fosse altro che per interrompere il vuoto politico-amministrativo e l’interminabile sequela di episodi che la vedono preda senza scampo di un gruppo di potere insaziabile sotto il profilo clientelare, ma totalmente inadeguato e incapace di ragionare concretamente sul bene comune e su quel che servirebbe, nell’immediato, per uscire dallo stato agonizzante manifestato dal mio amico nelle sue considerazioni.
Ancora oggi sono convintissimo, più che nel passato, che traffico rifiuti e depurazione siano le tre priorità assolute da perseguire per Ischia in un’agenda politica che si rispetti. Più di sempre, però, credo che la gente non sia sufficientemente matura per comprendere che la scelta giusta non è insita nel maggior numero di liste a supporto di un candidato e neppure dal potere temporale che porta un’amministrazione ad affrontare la campagna elettorale con maggior “disinvoltura” (fatemi passare il termine), bensì negli uomini sulle cui gambe dovrebbero camminare i buoni propositi che animano un amministratore pubblico di qualità. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, non devo certo sottolinearli ulteriormente: ogni popolazione ha gli amministratori che merita e non certo perché quella classe dirigente le è piovuta dall’alto, ma perché l’ha scelta con il proprio consenso.
E quando la maturità di un popolo rappresenta ancora di questi tempi un semplice, ipotetico valore in divenire, è bene che quel popolo impari a pagare sulla propria pelle i propri sistematici, diabolici errori. E così sia!