Ancora una volta ieri, parlando con un mio carissimo amico e partner in affari, è venuto fuori un episodio che la dice lunga sull’assoluta attualità di questo antico aforisma napoletano che fa da titolo al 4WARD di oggi.Il mio amico aveva aiutato un giovane conoscente a trovare lavoro presso un suo cliente molto importante, consapevole di aver compiuto la classica “opera buona” e, al tempo stesso, di ritrovarsi un possibile referente di fiducia in un contesto a cui professionalmente teneva, consolidando anche la stima di tale cliente per avergli suggerito un elemento valido su cui contare.Peccato che a distanza di pochi anni, sebbene senza conseguenze particolarmente gravi, è stato proprio quel giovane conoscente a mettere in discussione senza troppi scrupoli l’autorevolezza e il ruolo del mio amico in quello stesso contesto professionale per chissà quali secondi fini.Successe la stessa cosa anche nell’ambito dell’Amministrazione Brandi, quando un assunto “per grazia ricevuta”, a distanza di meno di un anno dal beneficio ottenuto, venne poi sollecitato per ricambiare l’aiuto in sede elettorale e non solo si dichiarò “già impegnato”, ma ebbe anche a dire: “Del resto, mica si può essere riconoscenti una vita intera…”.
Mi rendo conto che le strade della vita, specie di questi tempi, siano lastricate da una miriade di episodi del genere al punto da rappresentarne la normalità. E sono anche consapevole che “fa bene e scuordete, fa male e pienzece” dovrebbe essere la formula ideale dell’aiuto disinteressato che quasi sempre si scontra con la carenza di quello che Francesco Cossiga definì “il sentimento della vigilia”, ovvero la riconoscenza. Ma a meno di un mese dal mio cinquantottesimo compleanno sono sempre più deluso da questo contesto sociale ormai degenerato in una strafottenza diffusa e in una mancanza di rispetto del prossimo che all’insegna del più becero egoismo mettono chiunque in condizioni di calpestare anche i valori basilari del vivere civile.
Anche nel mondo dell’associazionismo e del cosiddetto terzo settore diventa sempre più complicato far coesistere la propria disponibilità ad aiutare il prossimo e a prodigarsi per una causa comune a favore di chi ne ha più bisogno con la miopia dei soliti noti in preda a invidia e retropensieri di bassissima lega. E non parliamo poi della politica: quella vera si è smarrita nella notte dei tempi e lo spessore e la competenza di chi è chiamato a ricoprire incarichi di responsabilità sono sovente del tutto insufficienti a rispettare le oggettive priorità della realtà in cui operano.
Vorrei poter guardare al futuro con sufficiente positività, non fosse altro che per quella dose di innato ottimismo che da sempre mi appartiene. Ma c’è tanto da fare. E il materiale umano è sempre più scadente.
Daily 4ward di Davide Conte del 14 novembre 2024