domenica, Dicembre 22, 2024

Raggi D. Ischia nel girone h: gialloblù, Nocerina e Casarano non possono nascondersi

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Brindisi con partenza ad handicap ma a piazze storiche non corrispondono ad oggi squadre particolarmente accreditate

Raggi D di Daniele Serappo | 4.372 sono i chilometri, tutti su gomma, che l’Ischia 2024-25 dovrà percorrere una volta sbarcata a Pozzuoli per le sue trasferte. Diciamoci la verità, non sono assolutamente pochi, anzi. Questo l’esito del sorteggio (?) reso noto dalla LND in una diretta su Instagram piuttosto scialba e che avrebbe potuto senza dubbio esser più curata e ricca anche per la soddisfazione di tifosi e società che animano il vertice del movimento dilettantistico italiano: l’Ischia è nel Girone H così che il primo arrovellante dubbio estivo isolano ha trovato una sua casa, amen. Corollario: i chilometri da fare valgono anche per gli altri.

IL GIRONE “MALEDETTO”
Riavvolgendo il nastro, è un po’ tutto come del resto si immaginava, va detto: il girone G, quello laziale-sardo tastato lo scorso anno, viene infatti destinato spessissimo alle neopromosse campane (non tutte, chiaro) e a queste assegnato comunque a rotazione (come una roulette russa, si ha un solo colpo, se ti va bene ok, altrimenti ti ributtano fuori): pensare ad una riconferma era davvero da illusi così come senza dubbio possibile ma altrettanto difficile che i gialloblù fossero destinati al girone I, quello Siciliano che, a dirla tutta, mi sento di definire forse anche migliore da un punto di vista logistico per la possibilità di viaggiare per molte partite di notte in nave. Perché è forse proprio la logistica la maggiore delle difficoltà da affrontare quando si deve scendere in Puglia: delle cinque trasferte campane la più lontana è a Maiori per il Costa d’Amalfi (74 km, ma in realtà neppure sarà così perché la squadra gioca sullo stesso campo dell’Angri, il “Novi” (ben 4.000 posti a sedere) a 51 km, perché il suo impianto non è a norma per la “D”) mentre l’Acerrana è a soli 34 km ma se in Basilicata si va dai 241 km di Francavilla sul Sinni (il Francavilla) ai 269 del Matera (derby per Peppe Mattera e Riccardo Montanino che lì hanno giocato), è proprio la Puglia che crea notevoli grattacapi se si pensa, giusto a titolo esemplificativo, che tra le ben dieci trasferte si arriva ai 390 km di Francavilla Fontana (Brindisi è a 391) per giocare con la Virtus o ai 448 km di Nardò, ai 479 di Casarano e ai 482 km di Ugento (!!!).

RITORNO AL PASSATO
Così, per uno strano caso del destino, dopo esattamente dodici anni Carlino riprende il suo discorso con l’Ischia proprio quasi dove tutto era praticamente cominciato. Nel 2012/13 l’Ischia che conquistò la C2 con Campilongo in panca (ora proprio lui è nel girone G con il Savoia) affrontò quel suo percorso giocando nel girone H in cui c’erano altre splendide piazze come il (Città di) Potenza, il Foggia, il Brindisi, il Taranto ed il Bisceglie. Allora le campane furono sette e non sei come oggi e, anche considerando che la Serie C era suddivisa in C1 e C2, la qualità media era forse leggermente meno competitiva. Di quell’esperienza, per i nostalgici, si tornerà solo a Matera, a Nardò, a Brindisi e a Francavilla sul Sinni.

GARANTIRE I TIFOSI: LA CHIAVE DEGLI ANTICIPI
Sono sicuro che ad esser parzialmente contenti di questo girone H potrebbero essere i tifosi dell’Ischia: loro storicamente affrontano con grande goliardia e spirito cameratesco le trasferte e, per quanto la vicina Angri sia sempre molto delicata, mi sembra di poter dire che tutte le destinazioni dovrebbero e potrebbero essere premiate dalla vicinanza dei gruppi organizzati e non solo (lo scorso anno fu davvero imbarazzante, si giocava praticamente su campi da calciotto, senza spalti e spessissimo a porte chiuse). A memoria faccio davvero difficoltà a ricordare casi e storicità che impedirebbero – finalmente – di vedere gli alfieri ischitani scortati dalla loro gente e le squadre ospiti finalmente gremire il “Mazzella” per la gioia del cassiere locale e magari anche di qualche sempre apprezzata scena di gemellaggio.
Senza ombra di dubbio poi, le buone relazioni e le buone maniere solitamente proprie del segretario Mattera (già corroborate nella scorsa esperienza con le società sarde nel 2023/24), potrebbero permettere dei sani anticipi di orario-gara per consentire sia alla squadra che ai suoi stessi tifosi in trasferta il rientro sull’isola in tempo utile.

SENZA PAURA
È ovviamente molto presto per dire che cosa possa attendere l’Ischia e la sua squadra e questo perché se c’è una compagine che fin qui ha le maggiori certezze è proprio quella di Buonocore che ha puntellato saggiamente una rosa già molto valida e che bene aveva fatto soprattutto come idee ed impianto di gioco lo scorso campionato: non mi stupirei di sentire echi lontani che parlino proprio dell’Ischia come della squadra più attrezzata per il salto di categoria oltre alla Nocerina, of course. Nel 2023/24 l’Ischia ha totalizzato 60 punti da neopromossa che le sono valsi il quarto posto: con quel bottino nel girone H si sarebbe piazzata quinta ad un solo punto dalla Fidelis Andria ma il Team Altamura (con Peppe Mattera sulla linea di retroguardia) ha centrato il passaggio di categoria sommando 72 punti mentre la Cavese che lottava con l’Ischia ha chiuso a 78. È chiaro che, per fortuna, è un girone storicamente più giocato e combattuto, specialmente a centroclassifica: si rifletta però che, ancora per esempio, le ultime tre a retrocedere nella scorsa stagione, lo hanno fatto totalizzando ben 85 punti, più o meno come nel girone dell’Ischia dove Budoni, Boreale e la massacrata Nuova Florida (penalizzata di 6) ne avevano totalizzati 86 ma l’Angri salvatosi ai play-out aveva ben 39 punti che se avesse giocato il girone G avrebbe chiuso tranquillissimo all’undicesimo posto.

LE STATISTICHE NON SEMPRE AIUTANO
Ora, detto che non sempre le statistiche possono essere di grande aiuto laddove, specie nei dilettanti, società e “rose” sfioriscono già al primo venticello primaverile, non v’è dubbio che ci sarà curiosità per il Brindisi che parte da una penalizzazione di -12 e che negli ultimi due anni è salito e risceso in categoria mentre diverso per il Nardò (squadra tignosa, vincitrice tra l’altro dei play-off e che ha per simbolo un toro!) molto spinta dal tifo e soprattutto il Casarano (la famiglia Filograno la seguiva anche ai tempi d’oro della C) che già da qualche anno disputano qui campionati importanti e che adesso – come per tutti – si troveranno anche avvantaggiati dalla regola del giovane under in meno da dover impiegare dal 1° minuto. I rossoblù solo qualche giorno fa hanno presentato la rosa e, in un caldo africano da far prendere fuoco i biscotti “pavesini” per autocombustione, c’era un entusiasmo e una gran folla allo stadio “Capozza” dove in cinquecento hanno applaudito la rosa in partenza per il ritiro montano di Rivisondoli. V’è poi da capire come si muoverà la Fidelis Andria che lo scorso anno fece benino ma non benissimo e che era attesa da altri risultati dopo esser scesa dalla C: ha una settimana di lavoro di vantaggio sulla squadra isolana considerato che dal 22 luglio ha svolto il pre-ritiro all’interno del “Degli Ulivi” davanti a svariate centinaia di appassionati tifosi ma al momento ha una rosa di solo 20 uomini di cui otto under (3 sono portieri!) mentre, tra le campane, è chiaro che la Nocerina ha tutti i fari puntati addosso: qui nel girone H due anni fa si pensi che dovette salvarsi ai play-out prima di essere posizionata nel girone G con l’Ischia ed arrivare seconda (in quella stessa annata 2022/23 la Cavese arrivò prima a pari punti (69) con il Brindisi e dovette rassegnarsi a giocare un nuovo campionato tra i dilettanti – poi vinto appunto lo scorso anno – dopo aver sprecato un cospicuo vantaggio e perso lo spareggio 1-3 sul neutro di Vibo Valentia).
Tra le lucane, il Matera conta, al momento, più sul nome che su altro considerato che ha una rosa praticamente interamente nuova così come il tecnico – Ciullo – tornato dopo una parentesi al Barletta: ha avuto esperienze importanti, anche con la Juve Stabia, il Taranto ed il Latina ma non ha mai avuto un calcio particolarmente propositivo e la sua media punti è piuttosto sotto profilo.

PARTIRE BENE
Così, acquisti funzionali, principi di gioco solidi, moderni, certi e assorbiti, qualche attesa variazione sul tema (perché se fai sempre le stesse cose gli altri poi sanno come prenderti), entusiasmo e soprattutto partire bene (anzi, benissimo!) e si potrà capire fin da subito che cosa ci si potrà attendere dalla compagine di Buonocore e cosa potranno opporre le altre concorrenti. Io, tuttavia, faccio molta fatica a pensare che con il roster allestito si debba temere per la categoria (e mi si scusi se cerco sempre di guardare oltre anche con riflessioni banali) anche perché si ha dinanzi una serie di piazze piuttosto esigenti e pressanti spesso protagoniste del taglio della testa di progetti tecnici in itinere al primo intoppo con evidenti rallentamenti (si ricorda proprio la Nocerina dello scorso anno o quanto successo anche a Cava?) a tutto vantaggio di chi, come la Fidelitatis, ha fatto invece proprio dell’ischitanità e della fiducia nel lavoro di Buonocore (& staff) un mantra impensabile da tradire strada facendo. Parliamoci chiaro, l’Ischia di oggi non può certo nascondersi e non credo che altrove siano poi tanto contenti di doverla affrontare.

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