Alessandro Mollo | Non deve essere stata una giornata semplice in casa Ischia Isolaverde. Nella mattinata di ieri, Ernesto Pilato, fino all’anno scorso vicino ai colori gialloblu, con un post via web ha raccontato di essere stato contattato dalla dirigenza dell’Ischia Isolaverde affinchè si attivasse per ricercare una struttura alberghiera che accogliesse la squadra nelle giornate di Venerdì, Sabato e Domenica. Nello stesso post Ernesto Pilato esprimeva tutto il suo rammarico, definendo i vertici societari dell’Ischia come “persone poco serie”. Nel pomeriggio, invece, i social network sono divenuti il teatro della protesta dei tifosi. Sulle bacheche è iniziata a circolare, e si è diffusa notevolmente nel giro di poche ore, un’immagine nella quale vi era raffigurato lo stadio Mazzella con un invito a disertare la struttura di Fondobosso Domenica, in occasione del debutto in campionato con la Lupa Castelli. Nella serata di ieri, il presidente Rapullino non si è sottratto alle nostre domande sulle notizie che ieri hanno animato il mondo del tifo isclano. Quando lo telefoniamo, Rapullino non è al corrente degli sfoghi di Pilato e dei tifosi. Ma, dopo averlo informato, precisa:
“Noi questo fine settimana che saremo sull’isola, verremo a nostre spese. Pagheremo di tasca nostra, abbiamo avuto una quotazione favorevole da parte di una struttura alberghiera. Ma pagheremo.”
Quindi nessuno ha chiesto ad Ernesto Pilato di trovare una struttura alberghiera per le giornate di Venerdì, Sabato e Domenica?
“No. Quello che mi è stato detto oggi dalla dirigenza te l’ho appena detto. Anzi, considerato il prezzo di favore, ci è stato chiesto il pagamento immediato.”
Non le risulta alcun contatto?
“Se è stato contattato da Di Bello è un punto interrogativo, ma non penso. Il risultato finale è che noi verremo ad Ischia e pagheremo.”
Nel pomeriggio i tifosi hanno diffuso sui social network un’immagine con la quale invitavano a disertare lo stadio Domenica.
“Purtroppo sono anche io rammaricato. Però vedo che nessuno si muove dall’isola. C’ è il silenzio più totale. Forse ci sarà qualche dichiarazione di qualcuno sui media o sui social network, ma proposte concrete a me non ne arrivano. E ciò nonostante da parte nostra ci sia la massima disponibilità ad ascoltare. Il tifoso parla con il cuore, ma poi, purtroppo, per fare determinare cose c’è bisogno di mettere mano alla tasca. Come dissi in conferenza, non trovo giusto che una compagine societaria, la quale già per tenere in piedi una squadra ci rimette un bel pò soldi, debba compiere ulteriori sacrifici quando invece l’imprenditoria isolana debba fare la sua parte”.
Se Ernesto Pilato riuscisse a concretizzare la propria proposta di reperire 70 cartelloni pubblicitari, portando nelle casse societarie 70 mila euro, sarebbe sufficiente a riportare l’Ischia Calcio sull’isola?
“Non li voglio neppure i soldi. Non è che Pilato ci deve portare una cifra. Lui può recuperare 70, 80 o 50 mila o quelli che servono per fare stare la squadra sull’isola ed io non avrò problemi. Il passaggio economico non lo voglio neppure compiere io, sennò poi qualcuno potrebbe pensare che ci vogliamo tenere qualcosa. Può agire direttamente Ernesto, il quale ci può chiamare e dire: “ho trovato questa struttura, spostate la squadra di qua” e noi ci metteremo a tavolino a discutere con la massima disponibilità.
Avete quantificato, fatto una previsione, sulle spese di logistica?
“Ho i dati dell’anno scorso, durante il quale sono stati spesi 140 mila euro. In tanti dicono che sono troppi, forse è così. Forse sono stati pochi attenti. Però comunque ci sono dei costi. Ogni week end che verremo ad Ischia ci costerà circa una certa cifra, per cui facendo due calcoli, mi sono reso conto che a 140 non si arriva, ma sotto ai 100 si. Noi, invece, stando in terraferma, l’80% dello staff e dei calciatori si ritirano a fine giornata nelle proprie case. Per l’altro 20%, ci sono delle strutture che, in cambio di un po’ di visibilità che gli diamo, ci ospitano gratis. Quindi noi abbiamo costi molto bassi. Venendo ad Ischia dovremmo noi occuparci degli alloggi.”
Lei che da poco è subentrato nel mondo Ischia, è a conoscenza di quanto fatto in passato da persone come Isidoro Di Meglio ed Ernesto Pilato. Non sono tantissimi, però gli ischitani che hanno provato a contribuire vi sono, sebbene poi chi per un motivo chi per un altro hanno lasciato l’Ischia
“Per quanto riguarda la storia e quanto successo l’anno scorso, non l’ho voluto sapere, perché avrei potuto ascoltare soltanto una campana. Ho detto di non volerlo sapere cosa successo e ho preferito guardare i dati”
Eppure ad Ischia son stati fatti diversi campionati di serie C e serie D. E le soluzioni per la logistica si son sempre trovate. Perché adesso non escono più?
“Nell’ultimo anno non sono uscite queste soluzioni. Purtroppo ho visto solo i dati dell’ultima stagione, non sono andato ancora più indietro. Non ho alcun problema ad incontrare Pilato, però sediamoci a tavolino per parlare di cose concrete, sennò prendiamo in giro la gente. E a me ciò non piace. Ho letto l’altro giorno dell’ingresso gratuito al campo. Noi non vogliamo accattivarci la gente. Sono impegni assunti il giorno dopo la mia nomina al ruolo di presidente. E quando mi assumo un impegno lo porto avanti. Ho comunicato anche ai tifosi, nel nostro incontro, che non avrei fatto la campagna abbonamenti perché ritengo giusto che vedano prima all’opera e valutino la squadra. Non voglio accattivarmi nessuno, perché non sono venuto ad Ischia né per fare politica né perché in società vi sono possibilità di guadagno. L’ho fatto solo perché amo il calcio ed Ischia per me è una realtà campana. Solo ed esclusivamente per questo. “
E se la protesta dei tifosi dovesse continuare?
“Per il futuro? Oggi preferisco non dire che cosa farò. Sennò sembra che vogliamo passare alle minacce, e ciò non lo desidero. Anche perché mi voglio distaccare dal modo di comunicare impiegato dalla vecchia dirigenza. Però sinceramente se devo rimetterci soldi, per ottenere in cambio il malcontento della piazza, è normale provare sfiducia e chiedersi se conviene. Il tifoso ragiona con la passione e sono d’accordo, però oggi non ci sono più i tempi di una volta dove l’economia girava e vi era la possibilità di spendere certe cifre. Oggi è solo passione. Mi rammarica molto quanto si è venuto a creare. Vorrei vivere l’entusiasmo e le emozioni del calcio. E’ l’unica cosa che ripaga dopo i tanti sacrifici, economici e di tempo, compiuti. ”
Ci sono vincoli a restare in terraferma posti dalle scuole calcio giovanili che partecipano al mondo societario?
“No. Nel momento in cui l’isola compie quanto sto dicendo (fare allenare e pernottare la squadra a Ischia, ndr) e qualcuno in società non lo fa, io mi dimetto e vado via. Perché poi non avrei la faccia di venire sull’isola a vedere una partita o andare in un ristorante. Sarebbe una questione di dignità. Se si trovano le soluzioni sull’isola e poi in società non si va in questa direzione, cosa che io escludo, ma si vuol restare in terraferma, allora andrei via perché avrebbero ragione loro.”
A giudicare da questa conversazione,sembra che Rapullino sia una persona da ascoltare e rispettare.Spero che tra i tifosi prevalga il buo senso.