Come è tradizione, arriva la perizia di variante in corso d’opera per il primo lotto dei chiacchierati lavori di “recupero e valorizzazione del Molo Borbonico e riqualificazione del molo peschereccio interno al porto turistico” di Forio. approvata dal rup e dirigente del V Settore arch. Giampiero Lamonica. Le varianti in corso d’opera, che comportano costi aggiuntivi, infatti da sempre caratterizzano i lavori pubblici, non solo a Forio.
Il progetto esecutivo venne approvato nel 2011, ma poi rimodulato nel 2013, per adeguarlo alle prescrizioni e agli importi finanziabili dal bando della Regione Campania, oltre che alla vigente tariffa regionale per i lavori pubblici. Gli interventi infatti sono finanziati con fondi Fep. Un progetto il cui costo ammonta a 1.208.959,06 euro. Inizialmente la Provincia lo aveva finanziato per soli 850.194,47 euro, ma il Comune di Forio aveva chiesto una revisione dell’istruttoria, includendo il progetto “Porti, luoghi di sbarco e ripari di pesca”. Il che aveva portato il finanziamento a 1.097.356,30 euro. Lavori del primo lotto poi appaltati alla ditta “Marine Managment & Supplies srl” di Napoli per l’importo contrattuale complessivo di 883.014,01 euro. Sono seguiti una serie di incarichi esterni per l’impianto elettrico, la modifica alla concessione demaniale, ecc.
Fatto sta che consegnato il cantiere alla ditta, già emergeva «la necessità di eseguire alcune categorie di lavori non previsti nel contratto di appalto» e dunque venivano concordati nuovi prezzi. All’inizio di quest’anno, poi, il direttore dei lavori, l’arch. Marco Raia, ha chiesto a Lamonica l’autorizzazione a redigere una perizia di variante per cause sopravvenute durante l’esecuzione dei lavori. Autorizzazione ovviamente concessa, ma la variante comporta costi aggiuntivi, pertanto il Comune ha dovuto chiedere alla Regione Campania di poter utilizzare le somme previste alle voci “economie” ed “imprevisti” per realizzare alcune opere complementari. La Regione ha risposto che «le economie di gara sono escluse dal quadro economico del progetto ammesso a finanziamento, il cui importo viene difatti rideterminato a seguito della rimodulazione post gara….per quanto attiene alla voce “imprevisti”il suo utilizzo soggiace alla disciplina del Codice degli appalti».
La perizia di variante valutata e poi approvata da Lamonica attiene proprio all’impianto elettrico, il cui incarico esterno per la progettazione affidato all’ing. Vittorio Pilato costa 5.000 euro. Nuove opere che hanno comportato la pattuizione di nuovi prezzi. Nella determina di approvazione Lamonica attesta che la perizia di variante «non comporta una modifica delle finalità e della natura del progetto appaltato, ma resta ferma l’ipotesi progettuale originaria dell’intervento generale». Comporta però «un’ulteriore spesa per lavori, rispetto a quella prevista dal progetto appaltato, per un importo globale netto pari a euro 40.265,48 per lavori configurando un aumento dell’importo contrattuale del 4,56%». Spesa che però, scrive l’arch Lamonica, «trova copertura nel quadro economico di progetto rimodulato a seguito dell’aggiudicazione dell’appalto, alle voci “Imprevisti” per euro 24.670,57 ed “economie su Iva” per euro 19.025,79, quest’ultima a carico del Comune».
Perizia di variante approvata, dunque. E’ la prima, ma sarà anche l’ultima?