venerdì, Febbraio 7, 2025

Regno di Nettuno, eppur si muove. Regole per la pesca e censimento dei coralli: si parte?

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Approvati tre progetti, Strada “bacchetta” i sindaci

Pasquale Raicaldo | Eppur si muove. Finalmente. Potrebbe essere la volta buona, chissà, perché l’Area Marina Protetta Regno di Nettuno, istituita nell’ormai lontano 2007, volti pagina, intraprendendo – come auspicato qualche mese fa dagli operatori turistici e dagli imprenditori firmatari di un accorato appello – un percorso virtuoso per la salvaguardia del nostro mare.
Si parte, o meglio si riparte, da tre progetti concreti, che individuano alcune priorità legate all’ambiente e all’ecosistema marino, la cui tutela sarebbe – al netto dei teatrini politici – l’obiettivo prioritario ed essenziale dell’organismo, che continua a mostrare due anime, quella più spiccatamente politica (con il Cda indicato dai sindaci) e quella meramente tecnica, con il responsabile Riccardo Maria Strada che da tempo non gode della fiducia dei consiglieri.
Ed è stato proprio Strada, per la verità, a interrompere il lungo silenzio con una nota condivisa ieri su uno dei due profili (singolarità anche questa) che il Regno di Nettuno conta su Facebook.
Una nota nella quale non mancano, peraltro, i riferimenti polemici all’atteggiamento dei sindaci, e con cui, soprattutto, si annunciano tre nuovi progetti, già approvati lo scorso 30 dicembre.
Quando il consiglio di amministrazione diede il via libera, di fatto, a tre delle nove proposte presentate, rinviando – come racconta Strada – a un’altra data l’esame delle altre sei.
Si tratta, nel dettaglio, di interventi di monitoraggio e censimento dell’ecosistema marino dell’Area Marina Protetta, com’è del resto nella mission dell’organismo, che sin qui non è mai “decollato”.
Il primo progetto prevede, appunto, «l’aggiornamento della mappa delle biocenosi (l’ecosistema, n.d.r.) dell’Area Marina Protetta. Si tratta – spiega Strada –  dello strumento fondamentale per gestire l’AMP, cioè della “carta geografica” delle popolazioni dei fondali del Regno di Nettuno. Quella che abbiamo oggi è parziale e datata , e non ci consente di decidere se un certo tratto di fondale è ecologicamente più o meno sensibile alle nostre azioni. il progetto, quindi cercherà di aggiornare la vecchia mappa per avere uno strumento utilizzabile».
Si tratterebbe in effetti di uno studio della  stazione zoologica Anton Dohrn, una delle eccellenze del nostro territorio: potrebbe essere la stessa realtà, dunque, ad occuparsi della nuova mappatura.
Il secondo progetto prevede invece lo studio dello stato delle popolazioni di pesci stanziali e delle popolazioni migratorie che frequentano l’Area Marina Protetta, e «della selettività degli attrezzi da pesca utilizzati per catturarli. Si tratta – spiega Strada – di uno studio importantissimo per poter decidere una gestione razionale della pesca nell’Area Marina Protetta, sia sportiva che professionale».
Purché Area Marina Protetta e Circomare riescano poi ad eseguire i controlli, che sono uno dei talloni d’Achille dell’intero sistema: a che servono le regole, benché ferree, se non si è in grado di farle rispettare?
Questo secondo progetto, tuttavia, dovrebbe essere in grado di fornire, in tempi naturalmente non brevi, risposte sullo stato di salute del nostro mare, che sembra aver pagato dazio ad anni di pesca anarchica e di saccheggi d’ogni tipo, come peraltro denunciano a più riprese gli operatori ischitani, nell’eterna concorrenza con quelli che giungono nelle nostre acque dalla terraferma.
Associazioni e diving, peraltro, hanno più volte denunciato l’impoverimento della fauna ittica. E’ dunque il caso di comprendere, scientificamente, quel che sta avvenendo nel nostro mare. Per intraprendere azioni di tutela e salvaguardia delle specie stanziali, minacciate per di più dall’invasione delle cosiddette specie aliene, complice il surriscaldamento globale dei mari.
Infinte, il terzo progetto. Prevede, nel dettaglio, «la mappatura dei banchi di corallo rosso presenti nell’AMP e dello stato di salute dell’ambiente di coralligeno che li ospita, Il corallo rosso – spiega Strada – è una specie indicatrice, oltre che simbolica, della nostra AMP e negli ultimi tempi sono cresciute le minacce da parte di raccoglitori improvvisati e di ditte professionali. un censimento ed una valutazione dei banchi ci permetteranno di proteggerli a ragion veduta».
In questo caso, la situazione pare decisamente delicata: le pareti rocciose di Sant’Angelo, che digradano verso le profondità del mare, erano fino agli Novanta un vero e proprio paradiso per i sub. Una popolazione di corallo rosso consistente attirava esperti ed appassionati da ogni parte d’Italia. Poi, qualcosa sembra essere cambiato: in particolare, con il saccheggio autorizzato di alcuni operatori del settore della lavorazione del corallo (una pagina ancora piena di linee d’ombra) e quello, illecito, di quelli che Strada chiama «raccoglitori improvvisati».
E allora una ricerca ad hoc potrebbe consentire di comprendere, non solo a Sant’Angelo, quanto sia ancora consistente la presenza del corallo rosso nelle nostre acque.
«Torniamo a raccontare il Regno di Nettuno, ma soprattutto quello che si programma per l’Area Marina Protetta, sempre nella logica della condivisione e della trasparenza» gonfia il petto Strada. Che naturalmente dimentica lunghi anni di immobilismo. E che spiega: «Il 12 dicembre si sono riuniti i sindaci dei sette comuni e, oltre ad aver deciso la rinomina di Donatella Migliaccio come Presidente del CdA hanno presentato un documento di programma di 17 (diciassette) punti, con diverse articolazioni. Il documento, che è stato approvato dal CdA nella seduta del 17 dicembre, fissa le azioni da mettere in campo ed impegna il CdA ad agire. Per dare rapida attuazione alle indicazioni dei sindaci, che in sostanza chiedono l’attuazione del Programma di Gestione dell’AMP già approvato dal Consiglio di Amministrazione presieduto dal capitano Antonio Lombardi nell’agosto del 2013 avevo presentato già al CdA del 17 una serie di proposte di delibera, che sono state, invece rinviate al giorno 30 dicembre, per l’approvazione entro la fine dell’anno».
Schermaglie, non saranno le ultime. «A breve – anticipa poi Strada – pubblicherò i progetti che i sindaci hanno inserito nel loro documento e le proposte di ricerca e di intervento che ho messo all’esame del CdA e che non sono state ancora approvate. Buon Regno di Nettuno a Tutti, e speriamo che ci siano gli strumenti, la partecipazione e la concordia per far partire tutti i progetti ed altri ancora». L’auspicio è naturalmente condiviso da tutti, purché sia associato a una linea fattiva e concreta, e a un reale avvicinamento tra le due componenti dell’Area Marina Protetta.
Come chiesto a gran voce da Giancarlo Carriero e dagli imprenditori che qualche mese fa hanno sottoscritto l’appello del presidente della Sezione Turismo dell’Unione Industriali affinché si mettano da parte logiche personalistiche e polemiche, e l’ente – che sin qui poco ha inciso nella tutela del nostro mare – inizi a rivelarsi un efficace volano per la promozione della risorsa e, soprattutto, un efficiente strumento per la sua tutela.
Imprenditori e operatori, comunque, non si fermano qui. E pensano alla creazione di un’associazione che abbia come finalità lo sviluppo turistico, la difesa ambientale e la comunicazione dell’isola d’Ischia. Che esprima un membro nel Cda dell’Area Marina Protetta. E che partecipi alla sua vita, dunque, con l’auspicio che i nuovi progetti siano davvero segnali importanti per il futuro.

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