Le isole del golfo di Napoli sono un vero e proprio paradiso per i birdwatcher. Perché nell’area marina protetta Regno di Nettuno fanno tappa centinaia di specie differenti di uccelli.
L’ultima arrivata, ma solo in ordine di tempo, è la gazza marina, un uccello marino di abitudini pelagiche che nell’aspetto e nel piumaggio ricorda un pinguino. Nel corso dell’ultima spedizione di monitoraggio promossa lo scorso 8 dicembre dall’area marina protetta, in collaborazione con l’associazione Ardea, sono stati osservati 17 individui di questa specie, un numero in linea con il “boom” improvviso di avvistamenti nei mari italiani in queste settimane, sulle cui cause si interrogano gli ornitologi.
“La gazza marina – spiega Rosario Balestrieri, presidente di Ardea – nidifica sulle coste e sulle isole dell’Europa nord-occidentale, Groenlandia e America nord-orientale, di norma su alte scogliere a picco sul mare mentre in inverno si allontana dalla costa e si disperde nell’Atlantico settentrionale giungendo a sud fino alle Canarie ed entrando nel Mediterraneo occidentale”.
I dati raccolti sono stati condivisi con l’iniziativa della Stazione Zooolgica “Anton Dohrn”, che ha invitato a dare notizia di avvistamenti delle gazze marine attraverso uno specifico form (https://forms.gle/F3Q2TGX7yqLZeNuc6).
Nel corso dell’attività di monitoraggio sono stati osservati esemplari di altre specie pelagiche, a cominciare dallo stercorario mezzano (Stercorarius pomarinus), la cui presenza non viene documentata spesso in Campania. In particolare, due individui sono stati studiati mentre effettuavano clepto-parassitismo su un altro uccello acquatico, il beccapesci (Thalasseus sandvicensis).
Altri pescatori d’eccellenza rilevati nel corso del monitoraggio: le sule, uccelli di cospicue dimensioni, tipici del nord dell’Atlantico e capaci di tuffi spettacolari, e alcune berte minori, più di venti gabbiani corsi (alcuni dei quali con anello identificativo) e due marangoni dal ciuffo, una specie di cui si attende la prima, storica nidificazione nel Regno di Nettuno.
“Documentare la biodiversità del nostro mare, svelandola al grande pubblico, e approfondire l’avifauna del Regno di Nettuno aiuta a conoscerla e tutelarla”, sottolinea il direttore del Regno di Nettuno, Antonino Miccio.
Foto Rosario Balestrieri e Michelangelo Ambrosini