Le misure restrittive per contenere il contagio da coronavirus, con il divieto di spostamento in altri comuni, rischiano di mettere in ginocchio i piccoli agricoltori isolani, impossibilitati a proseguire la coltivazione dei propri fondi. Non essendo in possesso delle qualifiche di imprenditori o braccianti agricoli professionali.
i questa ennesima situazione emergenziale si sono fatti carico il presidente provinciale della Coldiretti di Napoli Andrea D’Ambra e il presidente della Cooperativa Agricola Vignaioli Ischitani di Ischia Giosuè Trofa, con una nota indirizzata ai cinque sindaci isolani e al commissario prefettizio di Lacco Ameno.
Nella missiva si evidenzia che le attuali nonne restrittive relative alla circolazione di cose e persone prevedono per i soli imprenditori agricoli «lo spostamento extra comunale ai fini della coltivazione del fondo, raccolta dei frutti adottando tutte le procedure sanitarie dal Decreto in premessa».
Sta di fatto, invece, che «sull’Isola d’Ischia la conduzione dei terreni agricoli è affidata nel 95% a persone che non hanno i requisiti di imprenditore agricolo o bracciante agricolo professionale, ma posseggono unicamente un proprio “Fascicolo Aziendale”, al fine di poter rivendere le proprie produzioni orticole e viticole ad aziende trasformatrici/rivenditrici». E a questi semplici conduttori agricoli al momento è vietato lo spostamento extracomunale.
Una situazione che rischia di aggravare la già pesante crisi economica. Tra l’altro, D’Ambra e Trofa ricordano che «che attualmente è presente sull’intero territorio dell’Isola d’Ischia l’obbligo alla lotta contro la flavescenza dorata presente sui vigneti di uve DOP e IGP», disciplinata dal decreto regionale del 2012. Un obbligo che oggi cozza con un divieto.
Nella nota si fa presente quindi che «la viticoltura dell’Isola d’Ischia è oggi rappresentata da micro produttori che svolgono un’azione rilevante di salvaguardia del territorio e di contenimento all’azione virotica della Flavescenza dorata». Il divieto di spostarsi tra comuni diversi dalla propria residenza rischia dunque di aggravare un altro tipo di infestazione.
D’Ambra e Trofa evidenziano dunque la necessità che venga prevista una deroga e chiedono ai primi cittadini e al commissario prefettizio «di attivarsi nelle sedi specifiche affinché anche ai semplici conduttori agricoli non appartenenti alle categorie di imprenditori o braccianti agricoli professionali, possa essere consentito lo spostamento in fondi agricoli extra comunali, ai soli fini della continuazione della coltivazione dei propri vigneti ed eventualmente della raccolta di ortaggi presenti, mediante la sottoscrizione di un’autocertificazione attestante il possesso del fascicolo aziendale, il Comune e la zona nonché il tipo dì intervento da effettuarsi sul fondo oggetto di accesso».
Una richiesta dettata dal buonsenso, che si spera venga raccolta e, soprattutto, ottenga l’esito sperato con il benestare dell’autorità che dovrà in concreto autorizzare tali spostamenti. In caso contrario anche l’agricoltura, e in particolare la viticoltura, sulla nostra isola rischia di morire.
Una grande notizia! Sacrosanta iniziativa. Una piccola, comprensibile lacuna verrebbe colmata. Permettere ai contadini, ai conduttori agricoli, con tutte le giuste limitazioni (soli, senza assembramenti, esclusivamente operando nei terreni) di continuare a combattere la flavescenza dorata, grave nuova malattia, è una gran cosa per l’isola e la collettività tutta. Mantenere i terreni liberi da infestanti, mantenere sgombre le linee tagliafuoco, combattere le arvicole, curare le viti (pota, trattamenti, pota verde) raccolta di ortaggi (eventualmente utili a più nuclei familiari per emergenze) è una cosa importante e non pericolosa. I contadini, ligi ai giusti divieti, chiedono di poter accedere ai propri terreni, senza soste intermedie, soli, lontano da assembramenti etc. E di poter avere eventuali deroghe dai Sindaci, sempre così attenti alle richieste dei citadini. Con autocertificazione e tipo di intervento da effettuarsi, nel pieno rispetto delle norme per la tutela di tutti. Sarebbe importante intervenire prima che il danno per l’isola divenga irreparabile.
Giustissimo permettere di effettuare la propria “attività” ai nostri agricoltori! Ma bisogna poi controllare bene dando queste sacrosante autorizzazioni che non ne approfittino i grandi produttori di vino facendo lavorare in nero (come fanno anche tanti albergatori) i loro “dipendenti”!