E’ un Riccardo Strada amareggiato quello che, prendendo atto dell’avvio di un nuovo procedimento che potrebbe portare alla sua sospensione da responsabile scientifico del “Regno di Nettuno” o addirittura a un prossimo licenziamento, affida il suo pensiero a Facebook. Il giorno dopo il clamoroso Cda che ha spinto, in sostanza, per il suo siluramento, aggiungendo un nuovo capitolo alla guerra tra Consorzio di gestione e braccio scientifico dell’ente, è un giorno pieno di rammarico per lui. La delibera approvata ieri pomeriggio dal Consiglio di amministrazione dell’ente (non c’era Procida, in disaccordo Serrara Fontana) – un atto che accoglie l’indirizzo del legale Giuseppe Di Meglio – è un atto che segna il tramonto, forse definitivo, di un’ipotesi di convivenza tra le due anime del Regno di Nettuno.
«Stupidamente mi ero candidato a principe azzurro – ha commentato Strada sui social network – ma non sono principe, ed evidentemente non sono azzurro. Ho dedicato 15 anni della mia vita professionale e personale per il sogno di vedere il più incredibile angolo del Mediterraneo protetto e produttore di reddito pulito come lui. Ho sperato di poter usare il denaro dello Stato per far conoscere e proteggere alcune delle magie di questo mare, I delfini, i capodogli, le balene, il corallo…. ma è arrivata mezzanotte e le sorellastre si sono riprese cenerentola, che tornerà a spazzare in cucina mentre altri banchettano». Una metafora chiara, che riassume il disappunto di chi vede forse avvicinarsi il capolinea della sua avventura. Strada dovrà rispondere delle accuse di atti illegittimi nel lavoro svolto come responsabile scientifico dell’Ente, una serie di casi riassunti dall’avvocato Giuseppe Di Meglio in un cospicuo fascicolo di oltre trenta pagine. Un fascicolo che fotograferebbe gravi inadempienze «il cui reiterarsi, causa grave danno al funzionamento del Consorzio, bloccandone di fatto le attività». A breve, dunque, si troverà di fronte la commissione disciplinare dell’organismo, di fronte alla quale dovrà difendersi.
Nel dossier, si contestano a Strada periodi di ferie non anticipatamente comunicati (come nel caso dello scorso agosto), la mancata registrazione della presenza in sede, assenza non giustificate e, in particolare, la scarsa solerzia nell’emissione – per il 2014 – delle autorizzazioni per la nautica da diporto. E ancora: una serie di presunte irregolarità nella gestione di alcune somme incassate per le autorizzazioni, che non sarebbero state versate contestualmente nelle casse del Consorzio.
Tra le gocce che hanno fatto traboccare un vaso già barcollante, la questione dell’affidamento diretto del progetto di monitoraggio invernale dei cetacei ad Oceanomare Delphis. Senza una gara ad hoc, necessaria secondo il responsabile tecnico dell’ente e secondo il Cda.
Proprio su questo aspetto, ieri Strada ha raccontato di aver inviato, nel dicembre 2013, in qualità di responsabile dell’Area Marina Protetta gli atti amministrativi al Presidente della Sezione Regionale di controllo della Corte dei Conti. «Tra questi atti c’erano le determine per l’affidamento della ricerca sui delfini e le balene ad Oceanomare-Delphis Onlus per due anni con una spesa di 50.000 euro. La Corte dei Conti non ha comunicato nessuna irregolarità, o fatto rilievi.
Ma oggi – rileva – qualche funzionario, evidentemente più esperto dei giudici contabili, ha bloccato il lavoro che avrebbe finalmente chiarito come delfini, capodogli e balene frequentino in inverno l’Area Marina Protetta. Dobbiamo pensare che la corte dei conti sia incompetente?».
Nella lettera indirizzata al presidente della Sezione regionale di controllo Corte Dei Conti, Ciro Valentino(Prot. 793/013) , Strada scriveva: «Il sottoscritto esercita l’incarico di Responsabile dell’Area Marina protetta Regno di Nettuno, in servizio dal 3 settembre 2012 presso la stessa in Forio (NA). Ai sensi dei DM 932/2003 “Identificazione della figura di Direttore/Responsabile di Area Marina Protetta e procedure per l’assunzione” e del DM 29/07/2009 “Approvazione del Regolamento di Esecuzione ed Organizzazione dell’Area Marina Protetta Regno di Nettuno” svolgo quindi le funzioni di responsabile dell’AMP con ruolo Dirigenziale secondo le regole della dirigenza degli enti locali.
L’Area Marina protetta Regno di Nettuno è una delle 27 del Sistema Nazionale delle AMP ed è istituita dal Ministero dell’Ambiente con DM 27/12/2007, normata con DM 88 del 10/04/2008 ed è provvisoriamente affidata, per la gestione dal Ministero ad un consorzio di scopo istituito “ad hoc” dai comuni delle isole di Ischia e Procida (sette comuni).
Pur essendo biologo ho svolto le funzioni dirigenziali come direttore dell’AMP di Ventotene e Santo Stefano dal 2002 al 2004, poi come consulente alla direzione della Soprintendenza Archeologica di Napoli e Caserta ho gestito i parchi sommersi di Baia e Gaiola dal 2005 al 2007, ed infine dal 2008 al 2010 ho svolto il ruolo di direttore dell’AMP Regno di Nettuno, alla quale sono tornato, dopo una pausa di due anni nel 2012.
Ultimamente – aggiungeva – alcuni amministratori isolani (ad Ischia) insinuano che il sottoscritto non sia competente dal punto di vista amministrativo e tendono a diffondere dubbi sulla mia gestione amministrativa. Il loro tentativo di sottrarmi le competenze amministrative è, comunque, formalmente e sostanzialmente contrastato dalla Direzione Generale della Protezione della Natura del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare che detta le direttive di gestione delle AMP che sono affidate agli Enti Gestori come esecutori della Politica Nazionale delle Aree Naturali Protette.
Nondimeno – aggiungeva – sono conscio che non provenendo da una formazione burocratico economica la mia formazione da amministratore pubblico può essere lacunosa, seppure sino ad oggi sempre apprezzata dalla Vigilante Amministrazione, cui l’AMP come tutte quelle del sistema nazionale rendiconta amministrativamente e funzionalmente. Per questo motivo – proseguiva la missiva – invio alla Sua sezione tutti gli atti comportanti impegno finanziario o spesa, pubblicati dalla data del mio rientro alla Direzione del Regno di Nettuno ad oggi. Sono sicuro – scriveva Strada – di aver operato nel rispetto delle regole per il perseguimento degli obiettivi nazionali ed internazionali che l’AMP che dirigo è chiamata a raggiungere, certo di aver fedelmente servito lo Stato ed operato con la diligenza del buon padre di famiglia per l’esclusivo interesse dell’Ente Gestore e dell’AMP, secondo le regole dell’Amministrazione pubblica.
Offro, in ogni caso alla valutazione della Sua sezione di controllo i miei atti con la massima disponibilità alla Vostra verifica ed alle critiche ed indicazioni che vorrete darmi nello spirito di leale collaborazione tra organi dello Stato».
pasrai
L’amarezza del responsabile dell’AMP dopo l’avvio del procedimento che potrebbe portare al licenziamento
chiudete al più questo carrozzone mangia tasse dei cittadini NON SERVE A NIENTE!!!!!