domenica, Dicembre 22, 2024

Ricostruzione: “Fate Presto”, fermateli. Lunedì 14 nuovo summit

Gli ultimi articoli

Iscriviti alla nostra newsletter

Resta informato e non perderti nessun articolo

IDA TROFA | Come era prevedibile la questione della ricostruzione di Ischia e del suo Piano si fa sempre più imbarazzante. La convinzione, unanime, è che dopo l’intervento della Regione Campania, l’ingranaggio si sia inceppato nuovamente è un sentimento unanime e condiviso anche ai livelli alti del Sisma. Al punto che, da oggi, sarà fronte comune per dire “no” al PdRi redatto dagli uffici regionali.
Non solo i comuni, ma anche il Commissariato per la Ricostruzione, dovranno far sentire forte l’impegno a che sia consegnato alle comunità isolane uno strumento normativamente strutturato, che assicuri una Ricostruzione unitaria ed omogenea nei territori colpiti dal sisma. Lo dice la Legge Genova pensata anche per Ischia.

Quello redatto per Ischia è un piano di ricostruzione da annullare e, se proprio devono, da rifare con crismi e metodi chiari, lealtà amministrativa e istituzionale.
Lo scacchiere rosso ed arancione voluto da Bruno Discepolo, Fulvio Bonavitacola, tratteggiato da dirigenti e sotto dirigenti preoccupati solo dell’incarico di comodo, è carta straccia e come tale va tratta. La narrazione regionale della ricostruzione di Ischia non regge. La pericolosità insita nell’ignoranza funzionale alla speculazione che di fatto si alimentata sulle macerie del terremoto, rischia di essere la pietra tombale dell’Isola verde.
Una speculazione che ha radici lontane e affonda nella brama di danaro, di scalata al potere, dirigenziale e professionale, agli incarichi terra terra finendo agli appalti e alle derive speculative immobiliari ed imprenditoriali. Non c’è nessun innocente, solo poche, inermi, vittime senza voce né bandiera. Di queste verità ne sono pieni gli annali e forse il Terremoto dell’Irpinia è stato il primo vero grande esempio di questa deriva dei gironi nostri, non vorremo trovarci a parlare un giorno del Sistema Ischia come è stata del “Sistema Salerno”.

Ieri nell’ultima riunione preparatoria alla prossima Conferenza di Pianificazione anche il Commissariato per la ricostruzione di Ischia ha recepito e condiviso le perplessità dei Comuni del piccolo Cratere. All’incontro hanno preso parte i comuni del Cratere rappresentati dal Sindaco Giacomo Pascale di Lacco Ameno, l’Arch. Olga De Stefano per Forio e l’Ing. Michele Maria Baldino per Casamicciola Terme.
L’appuntamento per le nuove deduzioni è ora rimandato a lunedì per una nuova riunione preparatoria in attesa che la Regione convochi la Conferenza Pianificatoria istituita sulla scorta della Ordinanza n. 17 del 31 maggio 2022 del Commissario Straordinario per la Ricostruzione Giovanni Legnini.
Ovviamente, la levata di scudi partita da queste colonne e dai territori del Cratere e condivisa con le varie aree della Struttura del Commissariato per la programmazione della ricostruzione, Conferenze speciali di servizi e Conferenza di servizi di pianificazione, ritarderà il calendario che ci si era prefissati. Di fatto la Regione Campania deve annullare la procedura e rifare il Piano. Come se non bastasse. Povera Ischia.

Nuova riunione programmatica lunedi 14 novembre
Lunedì 14 appuntamento al Palazzo Armieri presso la Struttura Commissariale di via Marina a Napoli per per parlare, ancora, della Ricostruzione di Ischia. A partire dalle 16.00 si discuterà delle pratiche di ricostruzione privata (circa 14) che attendono di essere definite e da portate al tavolo della Conferenza Speciale. A seguire riunione sullo stato di attuazione della ricostruzione pubblica (di fatto ferma) e, infine, la discussione sul piano della Ricostruzione di Ischia affidato la cui redazione è stata affidata alla Regione Campania. Doveva essere tutto presto ed in fretta, tutto fatto per bene e, invece, l’ostinazione nel perseverare in certe dinamiche ha finito per bloccare tutto. Da settimane, mesi, fermi a discutere di pantoni regionali.

PdRi. Fronte comune per dire “no” al piano a scacchi

Nel corso del summit di ieri sono stati valutati tutti i rilievi mossi dagli Enti Locali sotto l’aspetto tecnico, l’incontro propedeutico ad un intervento comune che intervenga prima della prossima convocazione del Tavolo di Pianificazione e Servizi in Regione quando, inevitabilmente, si arriverà allo scontro con gli adepti del Governatore Vincenzo De Luca.
I soli atti consegnati ai Comuni basterebbero a chiedere l’annullamento dell’intero iter. Molti nodi sono legati al vuoto normativo, al vuoto programmatico, e all’aleatorietà delle previsioni messe in piedi. Tavole progettuali che non recano indicazioni o dati incontrovertibili a cui ricollegarsi e su cui poter formulare osservazioni. In cui mancano criteri e metodi di redazione del Piano stesso. Sia gli studi che le indagini preliminari effettuati sul territorio, sia una relazione che evidenzi i criteri ed il metodo utilizzati che hanno portato alle determinazioni del Piano.

Come avevamo avuto modo di evidenziare attraversi le nostre pagine, gli elaborati messi a disposizione dei comuni, di fatto, da soli stabiliscono come il PdRi redatto sia in contrasto con le stesse norme su cui si fonda, sulla Disciplina urbanistico-edilizia degli interventi edilizi per la ricostruzione privata sule ordinanze commissariali.
Ben lungi dal raggiungere l’obiettivo di una ricostruzione omogenea, una complessiva riqualificazione degli immobili, riqualificazione sul piano architettonico- paesaggistico e che preveda una ripresa dell’intera zona sul piano sociale, turistico, commerciale ed economico, giuste prescrizioni di cui alla L. 130\2018.

Il Piano di Ricostruzione, nell’ultima versione, nella tavola DO.02.02 “Articolazione in Zone. Specificazioni per la Zona 1”, riporta, con campiture diverse, edifici e aggregati edilizi ricostruibili in sito e non ricostruibili in sito (arancio permanenza in sito e rosso delocalizzazione). Distruggendo di fatto sotto l’inchiostro rosso l’intero tessuto imprenditoriale, economico, eccetto rari e stranissimi casi. Distruggendo persino la storicità dei luoghi.

Tutto ciò, senza indicare quale dei motivi illustrati dalla norma, ma persino dalle relazioni al Piano di ricostruzione stesso, determinano la necessità di tali previsioni. Non viene chiarito, e persino i sindaci ed il commissariato sisma 2017, ne hanno preso atto nelle contestazioni mosse in queste ore, per quale e secondo quale “rischio” sono stabilite le delocalizzazioni e le ricostruzioni in sito. Anche per questo sarà richiesto dalle istituzioni che coordinano la Regione di fermare questa schifezza chiamato PdRi.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Gli ultimi articoli

Stock images by Depositphotos