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#RidateciSantAnna: basta feste pirandelliane! | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 21 luglio 2024

Quelli appena trascorsi sono stati il venerdì e il sabato degli amici, per quel che mi riguarda. Non che negli altri giorni io non abbia contatti con le tante persone che mi onorano della loro amicizia, ma devo dire che stavolta ne ho sentite decisamente più del solito e, pensate, ben due di loro mi hanno sollecitato sulla Festa di Sant’Anna. 

Il primo dei due, persona insospettabile culturalmente e men che meno sotto il punto di vista dell’onestà intellettuale, mi ha suggerito l’hashtag che oggi, non a caso nel giorno del Signore, dà il titolo a questo editoriale. Egli si rammaricava più che mai e a giustissima ragione del totale smarrimento in cui versa l’organizzazione della Festa di Sant’Anna, ormai del tutto fuori tema sia rispetto alla storia che -peggio ancora- alla tradizione. Un valore, quest’ultimo, la cui importanza dovrebbe essere alla base di qualsiasi buona intenzione in termini di innovazione. Si tratta, a giudizio di tutti, di una deriva inarrestabile che dura sin dal primo mandato dell’altro Ferrandino (quello che ora sta a Casamicciola) e che è stata ampiamente corroborata dall’attuale Ferrandino (Enzo), fortemente coadiuvato da una serie di personaggi in cerca d’autore quasi sempre facenti capo al solito attaché, quello buono per tutte le stagioni e tendenze pur di conquistare il “cerasiello” di turno e sguazzare in quel che resta del turismo e degli eventi del comune capoluogo.

E alla base del secondo contatto amicale ricevuto ieri c’entra proprio lo stesso attaché, che a quanto pare si sarebbe preso la briga di contattare il mio amico tacciandolo di essere il mio ventriloquo e di lasciarsi così imbeccare da me per alcuni commenti critici sui social. Questa cosa da un lato mi ha tanto divertito, solo immaginando -conoscendo il mio amico, ben capace di pensare con la propria ottima testa e legato da sempre all’evento- quante gliene avrà consegnate senza attendere un solo istante; dall’altra, in tutta onestà, mi ha sconcertato, perché se il livello di questa gente è ancora quello di scappare sistematicamente dal confronto all’insegna della caccia al nemico a tutti i costi anziché concentrarsi nel tentare di far bene in un’occasione così importante, beh, siamo molto più rovinati di quel che credevo.

Intanto, da festa legata al culto di una Santa, alla fantasia dei nostri padri e alla loro semplice voglia di divertirsi imbastendo un evento di paese che ha poi fatto la storia del nostro turismo, dall’originalità degli artisti del luogo e dalle contrade dei vari comuni quali protagoniste, siamo giunti ad una serata alquanto pirandelliana, come dire: UNO (quello che organizza e pensa che la Festa di Sant’Anna sia esclusivamente affar suo), NESSUNO (quelli che accettano passivamente lo scempio organizzativo senza minimamente ribellarsi) e CENTOMILA (gli spettatori potenziali che, tra terra e mare, resteranno ignari del fatto di non aver assistito alla vera Festa di Sant’Anna). Il tutto, passando per il nuovo leitmotiv dominante: la migliore parmigiana di melanzane, con l’autorevole giudizio di un rinomato personaggio dei cooking show in tv. Più tradizione di così… tanto, per dirla all’attaché maniera, “Sant’Anna è… l’incendio del Castello e i fuochi”.

Votta ‘a passà anche questo 26 luglio da dimenticare. E con lui, i suoi irrecuperabili protagonisti.

#RidateciSant’Anna

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