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Riforma ordinamento giudiziario: si fa sul serio? | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 20 luglio 2023

Il Ddl Nordio per la riforma dell’ordinamento giudiziario è stato firmato dal Presidente della Repubblica e approda, quindi, alle Camere.
Ci sono indubbiamente alcuni punti importanti all’interno di questo disegno di legge che finora erano stati tenuti abilmente nel cassetto da chi non intendeva in alcun modo disturbare il “manovratore”; va dato atto sia all’ottimo Guardasigilli sia alla stessa premier Meloni di non aver in alcun modo mollato la presa sulla strada delle riforme. E questa è sicuramente una di quelle che contano e anche parecchio.

Tuttavia non credo si tratti della vera prova di forza del Governo di centrodestra!
La vera partita di Giorgia & C. è quella che si giocherà sulla separazione delle carriere, sulla responsabilità dei magistrati e sul giusto processo.

Nel 2008 (lo ripeto per l’ennesima volta) lo schiacciante successo elettorale e la conseguente maggioranza bulgara in entrambi i rami del Parlamento mise il compianto Silvio Berlusconi nelle condizioni di poter operare a tutto tondo nel panorama di quelle riforme che aveva sempre promesso e che fino a quel momento non erano riuscite a chiunque ci avesse anche semplicemente provato. All’epoca, purtroppo, fu evidente il dietrofront del Cavaliere, che pensando di poter rabbonire i giudici rispetto alla sua ingiustificata sovraesposizione giudiziaria senza precedenti, fece in modo di rinviare il tutto pensando di farla franca, salvo poi rendersi conto, tre anni dopo, che il suo “piattino” era sempre rimasto pronto per essere servito. E così fu, sotto forma di spread!
Il modo a dir poco imperturbabile con cui la prima Presidente del Consiglio donna del nostro Paese sta affrontando il suo compito e i risultati brillantissimi sia interni sia esteri che sta conseguendo lasciano ben sperare sulla sua “barra dritta” e sulla possibilità di ridimensionare poteri forti e occulti che ancora sono annidati nei gangli vitali del sistema Italia. E quella di un ordinamento giudiziario che, ad esempio, crei finalmente un distinguo netto tra la magistratura inquirente e quella giudicante, che piaccia o no all’ANM, rappresenta veramente il minimo sindacale di un provvedimento riformista logico e sensato.
Speriamo di scoprire presto che tutto questo possa finalmente avverarsi!

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