sabato, Gennaio 18, 2025

Rizzoli: è sempre più emergenza: medicina generale al collasso

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Emergenza barelle al Rizzoli. Sempre lo stesso film, una pellicola già vista. Eppure non sembra trovare soluzione, anzi, si fa sempre più difficile e drammatica. Parliamo della situazione dell’Ospedale di Lacco Ameno e dei pazienti barellati. La storia infinita del blocco del turnover, del commissariamento della Sanità Campana con tutte le sue concause, dei servizi assistenziali garantiti secondo standard minimi e con estremo affanno, dei medici sotto stress, della carenza di personale sanitario. Tutto già visto, trito e ritrito!
La denuncia – allarme sta nei fatti, nella realtà che quotidianamente si vive nel presidio ospedaliero isolano.
Ci troviamo dinanzi ad un ospedale invaso anche nelle sue vie di fuga da pazienti ricoverati nei letti di fortuna, “barellati”. Una media di 6 barelle al giorno e siamo solo nel reparto di medicina dell’unico ospedale dell’isola. Un realtà difficile con la quale non si riesce a garantire un servizio assistenziale adeguato! Ci sono barelle in ogni punto libero che, oltretutto, ostruiscono anche le vie di fuga, come detto, senza nessuna garanzia di sicurezza in caso di emergenza.
Il reparto al Piano Terra è sotto assedio. Nella Medicina Generale che, oltre ad ospitare 17 pazienti in un regolare posto letto, si utilizzano i corridoi per una decina di pazienti arrangiati sulle lettighe ed si utilizzano, per inserire altre lettighe, anche gli spazi liberi delle camere tra un letto ed un altro, tra la porta del bagno e l’uscita. Ricoveri troppo spesso anche promiscui uomo-donna-anziani, troppo spesso inadeguati che non consentono il giusto trattamento del paziente.
I pazienti sopportano e attendono con i timore di essere trasferiti in terra ferma, lontani da casa e dagli affetti. Ma non può andare avanti cosi. Non si può accettare un presidio sanitario, di una comunità come la nostra, ridotto ad un ospedale da campo. In ogni reparto ci sono solo 2 infermieri, 3 quando va bene e di pomeriggio c’è solo un medico per piano. Così è impossibile garantire un’adeguata assistenza a tutti gli ammalati.
Neppure un mago riuscirebbe, in queste condizioni, ad offrire assistenza agli malati ricoverati. La notte con il buio cala anche il drammatico aumento dei rischi connessi ad una gestione della sanità precaria. Un problema grande. Con pochi medici e pochi infermieri per tutto l’ospedale. La situazione è critica per i lavoratori e soprattutto per i pazienti. Non ci sono le condizioni per garantire assistenza in sicurezza.
Pur trattandosi di un fenomeno che si ripete da anni, quello di avere dei pazienti senza letto e con le lettighe in medicina, la soluzione stenta ad arrivare tanto che la stessa direzione sembra aver fatto dell’emergenza la normalità. I tempi di degenza delle medicine mediamente sono di 4-5 giorni, questo determina una ulteriore crisi nella gestione dei pazienti, le urgenze sembrano interminabili e si lavora costantemente in allarme.
Urge il ripristino dei requisiti minimi per la sicurezza nell’ospedale. Il motivo del numero sempre crescente dei “barellati” è spiegato nel fatto, non sottovalutabile, che ogni giorno accedono al pronto soccorso centinai di persone ed il Rizzoli non è più solo un ospedale di Provincia, ma un ospedale da accomunarsi a quelli di un normale centro metropolitano con tutte le necessità di potenziamento connessi .Il numero dei ricoverati è notevole e sicuramente in aumento con l’approssimarsi dell’estate.
I medici fanno un super lavoro. A conti fatti nell’unico ospedale dell’Isola d’Ischia su 60posti letto ci possono essere anche 80 ricoverati di cui più di una decina in barella.
Ricoverati su cui veglia un solo medico e pochi infermieri. C’è da domandarsi, cosa accadrebbe se la metà dei pazienti lamentasse all’improvviso un’emergenza?
Sotto organico, con turni massacranti e con decine di ricoveri urgenti nei corridoi e nelle stanze con i lettini da trasporto sistemati per sostituire letti rotti e mai riparati. Il gravissimo stato in cui versa il reparto di medicina generale del presidio isolano in perenne stato di emergenza è una vergogna politica ed amministrativa. Flebo e trasfusioni fatte con fili volanti e prolunghe dalle camere ai corridoi sono la deriva estrema di una condizione non più tollerabile.

 

 

3 COMMENTS

  1. L’attuale classe politica se n’è fregata per anni e anni, tutti impegnati con le loro ruberie e le loro assunzioni clientelari. Ma prima o poi pure capiterà che un loro parente dovrà andare all’ospedale..

  2. Non c’è relazione tra barelle e organico sottodimensionato. Questa situazione crea solo problemi al personale tutto che lavora tutti i giorni sotto stress, con il grave rischio di procurare malasanità.
    Il problema principale è che negli ultimi anni è aumentata la qualità del personale e contestualmente la fiducia degli isolani verso il Rizzoli.
    C’è quindi solo una carenza di spazi. Carenza che ricade nelle responsabilità di chi non volle accorpare il vecchio ospedale con la confinante scuola in disuso.

  3. Fra i tanti motivi che mi hanno indotto a vivere la mia vita al “Nord”, per venire solo raramente sull’isola è proprio quello relativo al fatto che se mi ammalo ho la certezza di avere “un posto letto”, di essere seguito dignitosamente e tanto altro. Chi legge queste poche righe voglia tenere presente che, per il tipo di lavoro che svolgo, ho sempre avuto la possibilità di ritornare ad Ischia, ma motivi come quello sopra esposto mi hanno dato la possibilità di sopportare la nebbia, il freddo, la neve ed tante altre avversità (altro che sole, cielo e mare!!). Mi continuo a chiedere a quando cambieranno le cose! E’ mai possibile che i problemi di 35 anni si ripropongono sempre allo stesso modo?. Un affezionato, ma non troppo (lo scrivo con rammarico), di Ischia.

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