venerdì, Gennaio 17, 2025

Rizzoli, il 118 lancia l’SOS

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■ Il Servizio di Trasporto infermi in emergenza di Lacco Ameno vive un’altra parentesi di incertezza

Per le emergenze e i servizi salva vita si va di emergenza in emergenza. Dopo l’affidamento temporaneo alla nuova associazione di volontariato per l’allontanamento causa antimafia della PAF, una nuova urgenza si pone per il servizio.Gli operatori del 118 non hanno spazi vivibili a loro destinati.
Dal Febbraio scorso è stato infatti AFFIDATO PER SOLI 6 MESI IL SERVIZIO TRASPORTO INFERMI IN EMERGENZA 118, SERVIZI SIMILARI E SERVIZI COLLEGATI.
L’Affidato alla Misericordia di Caivano che si è aggiudicata il Bando per i servizi d’emergenza di Ischia e Procida. La Croce Rosa dell’Isolana Rosa Iacono resta comunque su Ischia e Serrara Fontana. La confraternita caivanese si occupa esclusivamente dell’Ospedale di Lacco Ameno e delle relative emergenze lasciando alla Croce Rosa gli altri presidi isolani. Ebbene, da capitolato d’appalto, la Misericordia avrebbe dovuto locare un’immobile idoneo ad ospitare il personale del 118 in servizio, medici e paramedici etc etc. Ad Ischia c’è il presidio dell’EX Clinica San Giovan Giuseppe a Serrara Fontana Rosa Iacono hai suoi spazi. A Lacco la questione appare più seria e poco risolvibile.

Qui un problema interno legato alla convivenza tra medici, sanitari, semplici portantini ed autisti ha aperto un’altra questione: l’assenza di alloggi per il 118. Un presidio importantissimo che, dopo l’allontanamento della Pubblica Assistenza Flegrea, non ha più una sede propria ma vive ed opera negli spazi messi a disposizione dall’Ospedale Rizzoli. Un container per gli autisti e gli operatori volontari, una stanza dell’Ospedale dietro i Locali Pronto Soccorso per i medici.

Come è intuibile una condizione di lavoro abbastanza critica che pone l’accento sul come ed in che condizioni possa lavorare ed affrontare le emergenze un volontario, un medico. Uomini,esseri umani portati per inerzia ad operare pur senza un adeguato riposo o la frequentazione di luoghi di lavoro degni e funzionali al ruolo che si ricopre, sopratutto al lavoro che si svolge.
La PAF aveva locato un immobile a pochi passi dal Rizzoli per i suoi operatori. La Misericordia ha tentato, cozzando, però, contro le pretese degli operatori e dei medici che chiedevano una differenziazione di spazi e camere separate tra i vari livelli ed i ruoli ricoperti nell’ambito dell’attività. Alla fine la Misericordia ha rinunciato a pacificare gli animi lasciando alla Direttrice del Rizzoli Maria Valentina Grossi l’onere di sistemare il 118 concedendo spazi e locali per questi sei mesi di operatività.
La Misericordia di Caivano che è stata l’unica società a manifestare il suo interesse aggiudicandosi l’affidamento, in via definitiva, il 29febbraio (Importo semestrale complessivo per i 2 lotti affidati: € 828.000,00 oltre IVA se dovuta) ha già sottolineato ai suoi dipendenti che non locherà altri locali dopo gli immobili già visionati e poi rifiutati.
Esiste dunque un grave problema di spazi e condizioni di lavoro imposte agli operatori.
Il Caso Rizzoli e gli spazi per le emergenze del 118, parliamo di ambulanze di Tipo A e B, è una questione che non può e non deve essere assolutamente sottovalutata.

Il 118 di Lacco Ameno, dove presso l’Ospedale gli operatori sono indegnamente ospitati in un container, ad Ischia rappresenta un fatto gravissimo. I protocolli di salubrità e vivibilità degli ambienti sono di fatto elusi mettendo in serio pericolo la vita umana.
Si vive di emergenza in emergenza dinanzi ad un 118 campano malridotto, utilizzato come sistema tampone di altre emergenze sociali, spia del malfunzionamento generale del servizio sanitario e sociosanitario regionale, spesso inteso dalla popolazione come una scorciatoia per accedere ai Servizi sanitari territoriali.
Il servizio di ambulanze è assegnato ai privati con procedure d’urgenza e proroghe. In generale il settore presenta seri problemi organizzativi e gravi criticità e difformità sull’intero territorio regionale.
Chi attendeva, all’esito del nuovo affidamento a sei mesi,
una svolta per la regolamentazione definitiva e dell’appalto ufficiale di detto servizio da parte della Regione Campania deve arrendersi alla realtà: la regolamentazione e la tutela non esiste alle nostre latitudini.
Tutto ciò in danno dei malati ed utenti la cui salute è messa in serio rischio.

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